Ancora una bella poesia, i cui versi vengono fuori immediati, spontanei. Quasi tutti hanno il punto fermo in fondo al rigo, come a delimitare innumerevoli mondi ed idee diversi e indipendenti. Non generano mai stanchezza, perché non nascono da faticose ricerche estetiche o musicali.
Di sicuro effetto è il finale che riprende ciclicamente l'incipit. Ed ancora di sicuro effetto l'insistere sull'espressione "non mi mancare".
Richiama vagamente una dolce "Piccola Canzone d'Amore" di Paola Turci:

Grande l'esistenza di chi ama
Come fai tu
Che guardi con stupore
Il lento e fragile passare delle nuvole
Mi sorridi e non ho più paura
Di non sapere quando
Fermare in tempo le lacrime
Ma tu non mi mancare mai
Non mi mancare mai


Ma questa poesia è più cangiante, quasi double-face: c'è stato un distacco, una mancanza come dice l'intro, ed un trovarsi, o ritrovarsi "dopo mille anni". Reale, si spera, o forse di fantasia, non condiviso, chissà. Si resta col dubbio, alimentato dai quei "potremmo" diversi da "potremo".

L'amore è un qualcosa che esalta tutti i sensi e smussa tutti gli spigoli della mente, ma certo si tratta ogni volta di attraversare un "mare di guai" e "risplendere in un eterno dimenticare". Felice e profonde espressioni!
Alla prossima!