Credo che i disordini mentali siano un male comune che però non si può liquidare con il mezzo gaudio.
Nel senso che tante troppe persone ne soffron, sia in forma lieve che purtropo anche più grave.
Sono circoli spezzati, note incompiute di anime troppo fragili, nude, incapaci di conformarsi con le regole di un modo che impone regole di  un caos che ti rivende come cosa buona e giusta e di certo così non è. Non è facle governare la confusione, il disagio, le domande senza risposta, ma questo implica un'empatia e una profondità che non sono certo un disordine, ma un dono. E' difficile spiegarmi perché ho capito che vuoi dire ma con le parole esprimerlo è ostico, quindi  citandoti, anche io mi agito, mi sbraccio ma non so come parlare!
Bella, profonda, vera da leggere e rileggere.
Complimenti davvero!
 

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Ciao Roberto,
una poesia la tua che si insinua nel profondo e mette in risalto il fatto, magari, che, in certi momenti particolari, la troppa sensibilità di cui alcuni di noi sono dotati sia più un danno che un beneficio.
Si viene presi in un turbinio tale che pare diventare disordine mentale, quella confusione che lascia senza parole e forse fa compiere gesti inconsulti.
E' difficile contrastarla e, forse, occorre attendere che la tempesta passi, anche se, quando ci si trova immersi in quel caos, tutto si ingigantisce e fa paura, perché non se ne vede la via d'uscita.
Ci vuole forza d'animo e coraggio per sbaragliare quella "concorrenza sleale" e forse riusciremo a trovare la nostra piccola oasi di pace.
Concetti forti come forte e deciso è stato il modo di esporli, facendo riflettere insieme a te anche il lettore.
Un augurio di serenità e buon proseguimento della tua domenica.
A presto!
Elena

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Bella bella bella.

Colpisce e affonda, specie chi il disordine mentale lo vive quotidianamente, tipo la sottoscritta.

Siamo sue vittime, impossibile controllarlo, e forse è questa la vera tragedia.

Come in balia di una continua, eterna tempesta, che forse non avrà mai fine.

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Versi sgangherati, per non uscir dai gangheri.
Versi che vogliono starci attaccati addosso, anche se li gridiamo a più non posso.
Versi stanchi di essere repressi, con la paura di sembrar dei fessi.

E noi, guitti per non pagar gli affitti, siamo bravi a metterci la maschera anche quando scriviamo, per poter andare in scena, alla ricerca di un applauso che possa intenerirci il cuore, o di uno sfogo che possa annichilirci l'anima ("Forse sono un animale / Forse niente").

Nascosti come Pessoa dietro a eteronomi ed avatar.
Nascosti come tutta l'armonia che aleggia invadente dietro i tuoi versi sversati.
Mentale… geniale! Bravo, complimenti!
Un abbraccio.
(Recensione modificata il 30/09/2023 - 03:16 pm)

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Buongiorno
È molto forte come poesia...
Credo che ognuno di noi abbia le sue difficoltà... purtroppo essere sensibile, poi, le aumenta e anche di molto !

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