Recensioni per
Nelle Mie Tasche
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/10/23, ore 22:33

Cara Fenice,
Ci sono scritti che, per qualche strana combinazione, sanno porgerci dal di fuori riflessioni già presenti nel nostro profondo. Felici conferme in alcuni casi, ulteriori pungoli in altri. Mi sono portata dietro questo tuo scritto per varie settimane proprio perché il suo finale corrisponde ad un pungolo per il mio animo.
Nelle mie "tasche" non ci sono risposte e nemmeno "manciate di stelle".
Quindi... non più infanzia e non ancora saggezza, piuttosto fantasmi di magia e spettri di angoscia.
Un quadro d' insieme poco felice.
Bene... (più o meno) stasera mi è riuscito di ammetterlo al punto di poterlo scrivere, chissà che ciò possa servire a farmi recuperare qualcosa di buono e di bello.
Intanto mi auguro di cuore che questo tuo scritto sia di natura autobiografica.
Con affetto

Recensore Master
17/10/23, ore 09:30

Ciao Fenice.
Sono rimasta incantata dalle immagini nitide che hai saputo creare.
Ti racconto le mie sensazioni durante la lettura.
Mi sono trovata in un bosco a camminare e fare mie le tue riflessioni. Hai dipinto con delicata maestria la bellezza della natura che purtroppo con il tempo abbiamo cominciato ad ignorare. Siamo frenetici, tutti presi a correre a destra e manca a volte senza più rendersi conto che la vita scivola via e noi neppure ce ne accorgiamo, mentre per essere non dico felici, ma sereni, basta veramente poco. La natura è un grande dono di cui disponiamo, io ho la fortuna di abitare vicino ad un grande parco e quando riesco ad andarci, magari in orari poco frequentati dalla folla, mi rigenero completamente. Mi bastano gli alberi il sole  i passi e il silenzio. Il più grande nemico de nostri tempi è il rumore, ne siamo talmente assuefatti che non ci rendiamo conto di quanto ci faccia del male. Sono n d'accordo il concetto che spesso ci affanniamo alla ricerca di non si sa più neppure bene cosa, ma in realtà spesso ciò che aneliamo lo possediamo già, solo che non riusciamo a vederlo, siamo ciechi affannati.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti per questo componimento così delicato, intimista e che pone l'accento su cose davvero importanti per tutti. 
È stato un vero piacere leggerti , un caro saluto e a presto!

Recensore Master
13/10/23, ore 15:49

Ciao Fenice. Lieta di tornare a commentare un tuo scritto. Suggestiva questa passeggiata fisica e dell'anima immersi nella natura e nei propri pensieri. Mi é piaciuta l'espressione riguardante le nubi, i bagliori e le stelle. È importante quanto se ne sente la necessità prendersi questi momenti per se stessi nella solitudine e nella contemplazione che ognuno vive a modo proprio per la pace dell'anima. Trovare leggerezza per i frammenti di felicità che abbiamo nelle nostre tasche, le tasche del nostro essere. Grazie per questi pensieri che hai condiviso in modo poetico. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 13/10/2023 - 03:53 pm)

Recensore Master
11/10/23, ore 23:01

La ricerca di un'oasi di pace, mentre si torna a casa, o forse si cerca di tornare al centro, alla casa dentro sè stessi.
Bastano una manciata di stelle per apprezzare il silenzio, perchè, si sa, la bellezza quando inonda gli occhi ed il cuore lascia la bocca e la mente prive di parole. Chissà se questo centro poi esiste e se a questa dimora si può mai giungere... forse però anelarla è ciò che possiamo fare in questa vita... o forse, come suggerisci tu, in alcuni momenti ne cogliamo stralci, in altri scopriamo di averne sempre avuti dei pezzetti in tasca.
Una poesia dolcissima, le parole ed il ritmo che cullano il lettore e lo invitano a rallentare anche nella lettura.
Cara Elena, le tue poesie sono sempre una passeggiata piacevole alla scoperta dei mondi interiori.
Buon proseguimento!
Fabiola

Recensore Veterano
09/10/23, ore 01:12

Ehi ciao, come stai?
Scusami parecchio per il ritardo enorme con il quale ti recensisco, ma da un paio di settimane è iniziato un periodo estremamente impegnativo che mi terrà occupata almeno fino alla fine del mese.
Ho letto questo tuo componimento il giorno stesso in cui l'hai pubblicato e sono rimasta molto colpita dal contenuto di quello che hai scritto; ho trovato particolarmente evocative ed emotivamente impattanti le descrizioni iniziali riferite al tramonto, concetto che risuona spesso nei tuoi scritti: hai reso in maniera molto vivida e nitida questo convulso alternarsi di buio che inghiotte e luminosità che si dirada dolcemente, questa rotazione di ombre ed armonie, tanto che per un istante mi è parso di essere avvolta io stessa dal delicato manto dell'oscurità a cui fai riferimento. Mi piace pensare a queste oscillazioni di fenomeni percettivi e sensoriali, fatti di bagliori e sprazzi più cupi, come una sorta di metafora dell'esistenza e come un repentino mutare delle sorti degli eventi e dei nostri stati psichici e umorali.
Mi sono piaciuti, nei versi successivi, anche i tempi verbali declinati al futuro: hanno conferito a quella specifica porzione di testo un accento ancora più suggestivo, evanescente e al tempo stesso misterioso, così come misteriosa è la Natura a cui presti ascolto e che assolve ad una salvifica funzione armonizzatrice e catartica, in quanto capace di purificare e nello stesso momento stravolgere mente e animo; Natura che in questi tuoi versi mi è parsa più magica del solito, quasi onirica, come se avessi bisogno di sentirla il più possibile vicina a te per chiederle un po' della calma interiore che è abituata ad elargire.
Molto bella anche la parte successiva: l'atto di "rubare una manciata di stelle" assomiglia a qualcosa di lontano, nella mia mente, ad un'immagine luminosa e fiabesca che non so esattamente decifrare. Questo passo è inoltre uno dei più significativi perché è il culmine di un climax ascendente al termine del quale le note incantate della notte, sintonizzate con il rumore amico del silenzio (bellissimo accostamento/contrapposizione oltretutto), riempiono completamente l'atmosfera, sovrastando ciò che resta del giorno, strascico stanco del pomeriggio ormai trascorso, ed elevandosi nel loro splendore.
La parte finale non fa che coronare, con una riflessione assai condivisibile, questo tuo bel componimento (che sento provenire direttamente dalle corde più profonde del tuo cuore, oltre a sembrarmi particolarmente intimo e personale): se prestassimo più spesso attenzione alla voce interiore che risuona dentro di noi ci accorgeremmo che tutto ciò di cui abbiamo bisogno, molte volte, risiede nel nostro animo. Credo che anche le nostre stesse emozioni dipendano più che altro dal modo in cui filtriamo la realtà e leggiamo gli eventi e che sia nostra responsabilità scegliere cosa carpire e trattenere con noi di ogni esperienza di vita. Dentro di noi si cela ciò che ci vivifica e che ci dà forza e spesso quello di cui abbiamo davvero bisogno è il semplice atto di ripiegarci a ridosso del nostro sentire e del nostro Io più profondo, di ascoltare cosa si nasconde realmente dietro ai nostri affanni e pensieri, di accogliere quella luce che scintilla dentro di noi.
Davvero complimenti per questo scritto! Tra l'altro mentre leggevo pensavo che non mi sarei aspettata di trovare una conclusione dai toni così introspettivi, quasi autunnali, una riflessione su un tema a me molto caro, quindi sono doppiamente contenta di aver letto!
A presto!

Recensore Junior
07/10/23, ore 14:20

Adoro tutto. La citazione iniziale, il quieto descrivere del giorno che si affievolisce, lasciandoci soli su un sentiero di bosco che riesce quasi sempre a riconciliarci con il mondo, per quanto sia complicata la situazione che stiamo vivendo. Stelle rubate, note incantante del profumo... sono rapita. Non è facile descrivere la Natura in modo originale, e ci sei riuscita. Bello il finale che richiama l'inizio, suggerendo che, forse, quello che ci serve lo abbiamo già, basta trovare il silenzio e lo spazio mentale per capirlo. Complimenti!
Emma

Recensore Master
07/10/23, ore 03:27

La fine di una giornata e l’approssimarsi della sera aprono il sipario che separa da una dimensione incantata e onirica e insegnano al mondo come si diventa poeti. L’ispirazione viene dalla natura, ma i pensieri si trovano già nascosti nelle tasche. La poesia ispirata da un particolare momento della giornata ha dato voce a quello che già c’era.

Recensore Veterano
02/10/23, ore 21:06

Ciao Elena mi piace il modo in cui muta il tuo stile.
Mi piace molto il senso del raccontare che riesci sempre a regalare al lettore, ma stavolta c'è qualcosa in più.
Una sorta di climax che non può non esplodere che nelle tue tasche, o nelle nostre, nelle tasche del lettore.
Una sorta di promessa... Che poi non mantieni... Perché è già stata mantenuta, in un altro modo, in un altra forma.
Mi fa venire in mente un verso di una canzone che poi forse non c'entra molto... " So what do you say?
You can't give me the dreams that are mine anyway..".... Stupendi versi degli Oasis.
Ti auguro una buona serata
Roberto

Recensore Master
02/10/23, ore 09:37

Cara Fenice, attratto dall'autrice (accidempoli alle rime che mi perseguitano ovunque) - che è sempre garanzia di profonda riflessione - e allettato dal tosco "vo'" del primo verso, mi sono addentrato di buzzo buono nei meandri di questa tua nuova poesia. Un mondo fatato che si direbbe quasi immaginario, e immaginato, con tutti quei verbi al futuro, quelle nubi carezzate, quelle stelle rubate.

Eppure molto concreto, perché basato su un principio fondamentale dell'essere uomini e donne: per poter apprezzare il mondo intorno a noi ("riconciliarmi con quanto mi circonda"), dare e ricevere amicizia, e amore, occorre prima di tutto stare bene con sé stessi, nella solitudine, nel silenzio, nell'oscurità (bello: "Mi lascerò delicatamente avvolgere / dal manto dell’oscurità che scende").
Non vergognarsi di frugare nelle nostre tasche che alla fin fine si rivelano come quelle di Eta Beta: hanno già tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Un caro abbraccio.

Recensore Master
01/10/23, ore 18:34

Che cosa ci manca per essere felici?
La felicità è dentro di noi o dobbiamo cercarla fuori, nella natura,
magari nei boschi, ancora splendidi in questo inizio d'autunno così insolitamente caldo?
La tua riflessione poetica, che inizia con una sorta di inno alla bellezza
dell'immersione in una natura amica, si conclude con un'ammonizione, che mai dovremmo dimenticare: quella a essere noi stessi, ciascuno per sé, faber fortunae suae.
Grazie davvero: mi è piaciuta proprio tanto,
tua d

Recensore Veterano
01/10/23, ore 12:51

Ciao cara
Che dire...hai colto il senso dell insoddisfazione di chi ha molto e vuole sempre avere di tutto...Un ritratto dell infelicità che porta all ingordigia di ottenere ciò che non abbiamo
Complimenti per queste tue composizioni che escono veramente dall anima
V

Recensore Master
01/10/23, ore 05:56

Buongiorno
A volte siamo sempre alla ricerca di ciò che non abbiamo, quando in realtà abbiamo già molto più della maggior parte degli altri.
È triste la faccenda dell'infelicità intrinseca nell'essere umano.
Tuttavia l'importante è comunque raggiungere a un certo punto la consapevolezza di ciò ☺️🙏