Molto intenso questo tuo ultimo componimento, dove il dolore della lacerazione, che si è venuta a creare nel cuore, ormai non ha più limiti. Sprofonda insieme al personaggio che non può, o non riesce, a parlarne con nessuno in grado di captare a pieno il dolore lancinante della separazione e dell’abbandono.
Questo scritto ha il carattere della lettera aperta, nella quale riversare tutti i pensieri, le sensazioni e le emozioni che attraversano lo sfortunato amante, il quale vede lo scorrere delle stagioni e le parifica alle stagioni della sua esistenza vuota, fredda e, talvolta, buia come l’antro dell’inferno, poiché è senza ormai la sua controparte che per lui fungeva da luce.
Stagioni anche intese metaforicamente che, però, hanno dei contraccolpi che rimandano al corpo, il quale le avverte in tutta la loro devastante potenza: ecco allora che le ossa tremano all’infuriare di un temporale e si sfibrano sotto le sferzate di un vento che porta solo i ricordi di un altro tempo, pare persino un’altra era, un’altra stagione, quella dell’amore condiviso, quella dell’unione di mente e corpo.
Il fiato sembra mancare, sopraffatti da cotanta irruente sofferenza, la quale pare essersi installata fra le pieghe dell’animo che naviga in un vuoto estremo.
Restano pertanto solamente i ricordi di stagioni passate, che però non appartengono più a lui, ma che purtroppo sono destinati a continuare nel loro esercizio di fare male.
E’ sempre interessante leggere, cara Chiara, questi scritti così intrisi di sentimenti che, per qualche attimo, scaraventano persino il lettore in altri universi, nei quali le angosce e le inquietudini di ciò che si è perduto sono sempre molto ben rappresentate dalle immagini che, con forza, ci rimandi, ammantandole di poesia, ma che lasciano percepire tutto il substrato che è alla base di tali pensieri e parole.
Complimenti quindi anche questa volta.
Sperando di risentirti prossimamente, ti auguro un buon prosieguo di settimana. A presto! |