Cara Fabiola,
entro in punta di piedi per immergermi in questo tuo nuovo scritto così intimo e intriso di una sorta di misticismo che lascia il segno anche nel lettore.
Al termine della lettura, infatti, mi sono sentita rinfrancata: l’ho letto più volte per imprimermelo bene a fondo, al fine di rifletterci sopra con la ritrovata calma del cuore.
Riemergere dal buio dove ci si trovava, con le paure e le ferite che hanno provocato dolore è arduo ma possibile, se si ha in animo di poterci riuscire, in quanto si scopre che non siamo soli, non lo siamo forse mai stati, poiché c’è sempre stato Qualcuno accanto a noi. Qualcuno che è Luce, pura, viva e vivificante, che aiuta, sprona, conforta e dona speranza. Se siamo in grado di vedere quella Luce e farla nostra, dedicandole un posto prioritario nel nostro animo, allora la facoltà di riemergere dal marasma e dalle difficoltà che a volte ci sovrastano, è quanto mai fattibile, a portata di mano. E’ infatti bello il fatto di poter avere fra le nostre mani quel filo fatto di luce che ci può guidare, dare il giusto indirizzo, illuminare un percorso che pareva buio. Lentamente avvertiamo che il conforto di quella luce ci sta facendo del bene e, nel mentre, possiamo persino essere capaci di osservare e vivere il mondo che ci sta intorno con un altro atteggiamento, più positivo e propositivo. La miniera viene così dimenticata; nuove amicizie vengono intessute; il cuore e la mente sono finalmente liberi.
E poi il tuo finale è quello che parla da solo: in quelle parole è racchiuso il segreto e sta ad ognuno di noi comprenderne a pieno il significato.
Grazie per questo intenso scritto e per la condivisione di un frammento molto personale che passa direttamente dall’autore al fruitore ultimo di questi versi.
Un caro saluto. |