Ciao, cara!
Eccomi qui per lasciarti la recensione che hai vinto classificandoti al primo posto nella All Together Challenge!
Sono stata molto contenta che tu mi abbia proposto questa storia. Normalmente Narcissa (e in generale tutta la Old Generation, ad eccezione di Sirius) non attira troppo la mia attenzione, ma, sapendo che a te piace molto come personaggio, ammetto che ero curiosa di leggere qualcosa di tuo su di lei. E sono rimasta molto, molto soddisfatta.
L'introspezione che hai fatto di Narcissa è, a mio parere, perfetta: figlia obbediente, moglie impeccabile, madre devota. Convinta che per essere perfetti sia necessario anche essere vuoti (questo concetto mi ha messo i brividi, l'ho trovato incredibilmente azzeccato!). E poi il crollo, la caduta, niente può scuotere di più una madre che un figlio in pericolo, ed è mentre mente guardando la morte (Voldemort) negli occhi che si sente di nuovo viva, e umana.
Mi è piaciuta particolarmente la parte centrale, con quelle parentesi che sembrano racchiudere, oltre che la verità, i pensieri con cui lei fa fatica a riconciliarsi ("Bellatrix no, Andromeda quasi. Lucius sì, Draco quasi. COme fenice sì, come donna quasi"). Sono impazzita per tutti questi parallelismi, li ho trovati davvero ispirati.
Un altro aspetto che mi ha sorpreso è che sei andata oltre. Normalmente nelle storie su Narcissa la si vede descritta o come algida, perfetta e convinta, o come insoddisfatta della propria vita ma anche troppo "debole" (o forse semplicemente abitudinaria) per cambiarla. Nella tua, invece, Narcissa pensa che è stata perfetta e non vuole esserlo più. Un bel colpo di scena! Ho adorato il modo in cui reagisce allo sbigottimento di Lucius (la cui prima preoccupazione non è perdere lei, ma "che cosa dirà adesso la gente"), scoppiando a ridere, una risata scomposta, poco elegante, non da lei, ma che proprio per questo le piace e non le sembra affatto sbagliata. Mi è piaciuto questo desiderio di reinventarsi, anche se ha perso quarantadue anni ("quarantadue anni di sfortuna", che bella immagine!), e il finale, così aperto e carico di significati, con lei che conta e si mette a gridare. Una valvola di sfogo, un nuovo inizio, ma anche un urlo di rabbia che sa un po' di disperazione per ciò che ha perso e non può più tornare.
Questa storia mi è davvero piaciuta un sacco. Anche lo stile che hai scelto l'ho trovato perfetto, semplice ma piuttosto tagliente. Diretto, senza fronzoli, arriva al lettore senza filtri e senza sconti. Non vedo l'ora di leggere altro di tuo su di lei e, perché no, anche sulle altre sorelle Black!
A presto!
Un bacio,
Mary
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