E così, dopo qualche attimo di sospensione, dove, nella stanza di Sansa, entrambi sembravano prendersi rispettivamente le misure, notando soprattutto nel Mastino, un certo comportamento più mansueto nei confronti della ragazza, ecco che i due si preparano alla fuga, cosa tutt’altro che semplice, anche se tutto intorno stava imperversando la battaglia.
Al Mastino quasi non sembra vero di aver preso la decisione di salvaguardare la vita della giovane Stark proteggendola, e, per farlo, condurla lontano, forse anche fino a casa sua dove avrebbe potuto riabbracciare la sua famiglia e dove lui, magari, avrebbe potuto decidere cosa fare della sua vita, una vita diversa, una vita non più votata solo all’uccidere secondo i desideri di coloro che lo comandavano e ai quali doveva cieca obbedienza. Forse, veramente, avrebbe potuto reinventarsi non inseguendo il suo desiderio di vendetta, che sarebbe stato solo fine a se stesso, e una volta esaurito lo avrebbe lasciato vuoto e senza più alcuna prospettiva. Ora poteva avere l’occasione per fare qualcosa di bene e, in più, quella ragazzina, con i suoi modi di fare, un po’ gli era entrata nel sangue.
La ragazzina, intanto, anche lei sta tentando di prepararsi a lasciare quel luogo nel quale aveva solo sofferto: con l’aiuto del Mastino avrebbe potuto ricongiungersi al resto della sua famiglia e, forse, dimenticare il dolore e le angherie subite in quel lasso di tempo lungo un’eternità.
E, infatti, eccoli pronti per affrontare insieme la prima problematica per uscire dalle porte della città. Sansa è sul destriero del Mastino, nascosta nel suo mantello che aveva fortemente voluto recuperare, perché con quell’oggetto addosso si sentiva, in un certo qual modo, protetta e confortata, rammentandole le drammatiche dinamiche in cui lo aveva avvertito come un’ancora di salvezza.
Ma è difficile cercare di passare inosservati anche fra una marea di gente urlante e in fuga per il terrore di quanto stava accadendo. Così i due soldati che hanno avuto l’ardire di fermare il Mastino alla porta Nord, per le parole e per i modi adottati, sono stati passati a fil di spada, lasciando Sansa inorridita per quella violenza che, ai suoi occhi, non era necessaria. Ma bastano poche semplici affermazioni del suo salvatore, il quale le fa comprendere bene la situazione in cui si stanno muovendo e la pericolosità dell’intera impresa, poiché entrambi stanno rischiando la pelle, in quanto se i Lannister avessero dovuto avere la meglio sulle armate di Stannis, avrebbero sguinzagliato degli inseguitori fino a quando non li avessero trovati e sicuramente giustiziati.
Intanto passata una delle porte della città, quest’ultima si allontana sempre più, mentre si addentrano per i boschi, certamente luoghi più sicuri ove transitare senza che possano essere né visti né riconosciuti.
La cavalcata si dimostra complessa sotto molteplici punti di vista, soprattutto per Sansa non abituata a vivere quel genere di esperienze molto lontane dal suo concetto di Lady. Ma la stanchezza, lo stress e l’angoscia di quei primi momenti si stanno facendo sentire e, quasi senza accorgersene, dopo aver pianto con il volto rivolto al cielo stellato, si addormenta appoggiandosi al petto del Mastino.
Il viaggio è iniziato e chissà quali e quante altre sorprese riserverà a questi strani compagni di ventura.
Un saluto e alla prossima! |