Spero di trovare le parole che, alla prima lettura, ho davvero perso, rapita dalle tue.
Fin dalle prime righe, con poche e abili pennellate, riesci a tratteggiare in modo preciso e completo la personalità dell'io narrante della storia, il contesto in cui si muove, i compromessi a cui è sceso e quelli a cui non intende scendere per continuare il suo lavoro, quello che ama tanto e che sembra essere la sua unica ragione di vita. Ci mostri una persona sola, gratificata da quel lavoro (ancora misterioso) che lo riempie e lo soddisfa da una vita intera, se svolto alle sue condizioni. È allo stesso tempo una figura altezzosa, che non vuole mischiarsi agli altri e non crede che possano esistere suoi eguali e fragile, che in quei paletti che ha imposto nella sua vita-lavoro, ha trovato una sua solitaria e soddisfacente dimensione. È evidente che non voglia intromissioni, non ammetta "rivali", ma ancor meno "compagni", una persona che preferisce tagliarsi fuori dal mondo pur di non esplorare territori in cui il suo equilibrio possa essere turbato.
Accenni al fatto che quel mestiere lo abbia messo sotto alla lente dell'interesse e ai riflettori fin da quando era bambino (da quando sei uno gnomo alla tomba) e forse con questa frase dai un'indicazione di quale possa essere l'occupazione che lo assorbe così tanto. Non può essere né un "agente" né uno sportivo, ma qualcuno che vive delle sensazioni di quel che fa e ne viene così rapito da dedicargli la vita intera.
Il modo scettico con cui si approccia a questo "genio" sconosciuto, non senza un po' di invidia nel fatto che lui nessuno lo abbia mai definito così, è tanto umano e la scelta delle parole con cui descrive il colpo d'occhio del nuovo arrivato è puntuale. Ogni parola è un mondo.
Continuini a tenerci nel dubbio anche durante tutta la parte del loro primo incontro a fini lavorativi, snervante per il muro di incomprensione verbale, che però crolla miseramente quando il linguaggio parlato diventa quello unico della musica.
La parte sulle stelle che escono dal violino suonato dallo sconosciuto, così concreta, è veramente di impatto, soprattutto nella reazione che ne ha il protagonista, quasi di disinteresse a continuare a fare la sua musica, se può riempirsi di quella dell'altro.
E poi la parte febbrile della necessità di ritrovarsi, di continuare, di unirsi ancora, in qualunque modo, oltre le barriere.
Ogni momento descritto trasmette esattamente le sensazioni che prova il protagonista, che arrivano dirette nella testa e nell'animo del lettore e lo portano a provare scetticismo, disprezzo, perplessità e poi totale venerazione per ciò che l'altro riesce a smuovere dentro.
È una storia veramente emozionante nella sua semplicità narrativa di trama, conturbante, smuove corde dentro.
Sei bravissima, lo ripeto per l'ennesima volta, perché centri con parole-dardi esattamente i punti di risonanza del mio animo. Ancora grazie per condividere la tua magia. (Recensione modificata il 07/01/2024 - 12:44 pm) |