Più prosaica della precedente poesia (secondo il mio modesto avviso).
Forse più frettolosa (correggi "possa tornare brillare”), per paura che l'ispirazione muoia strada facendo. Bello e azzeccato il finale, ma un po' trasandato forse.
Trovo sempre una grande capacità di esprimere in forma poetica sentimenti comuni a tutti con parole semplici.
E non la chiamerei nemmeno “depressione”. Perché passeggera, perché rimane la capacità di vedere l'amore “tutto intorno”, perché hai in pugno l’arma: attendere, senza disperare, giorni migliori, giorni diversi; sperare nello “spiraglio di luce” a venire.
Forse, più che depressione, è solo il fastidio di sentirsi obbligati a recitare fra “risate al tavolo” e “volti conosciuti”. È l’incapacità, dopo tutto, di sfogarsi appieno, cercando di nascondere i crucci dentro di sé anziché buttarli fuori.
Ma non sono uno psicologo… solo un lettore attratto dalla poesia. |
