Molto intimistica questa poesia, pregna di un denso sentimento di complicità.
Giusto pubblicarla, perché spontanea, sincera, scritta bene. Meno giusto commentarla, perché mi sembra quasi di violare un’intesa dalla quale io debba rimanere estraneo. Mi sembra di vedere una grande amicizia adolescenziale dove nessuno ha il diritto d’infilarsi.
Osservo comunque con piacere l’uso sapiente degli ossimori (presenza e assenza, colorato e scolorito, movimento e immobilità).
Belli gli ultimi due versi, il più corto e in un certo senso il più lungo - sdrucciolo con l’accento sulla terz’ultima -, che fanno da gran finale.
Spalanco gli occhi di fronte a quel “fenice nei modi”. Una svista o un’espressione che la mia mente fossile non riesce a cogliere? |
