Mi ha messo addosso ammirazione: per l’eleganza e irruenza dei versi, doppiamente incatenati dalle rime interne e finali, per il tripudio dei participi presenti, per il ritmo che lascia senza respiro e col cuore che batte.
Ma mi ha messo addosso anche un po' di paura: ci sono periodi nella nostra esperienza terrena in cui qualcosa cova dentro. Come fuoco sotto la cenere, come quiete prima della tempesta, come poesia dove le parole faticano a venir fuori, come orgasmo a lungo differito. Quel qualcosa all’improvviso si sprigiona - nel senso letterale del termine, esce dalla prigione in cui lo tenevamo - con la forza distruttrice del male, e non si è più capaci di non assecondarlo. Incapaci di intendere e di volere. Una tempesta adolescenziale e ormonale. |