Recensioni per
Piombo
di Fiore di Giada

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Recensore Master
27/04/24, ore 07:53
Cap. 1:

Italia spaccata, sbandata, violentata.

Il giorno prima, 27 luglio 1943, mio babbo con un altro amico, non partigiani ma normali studenti universitari di vent’anni, in un paesino della Toscana, “gli occhi fieri e lucidi di emozione” scrivi bene tu, pieni di speranza, irrompevano nella locale Casa del Fascio, buttavano in piazza carte, archivio e bandiere, spezzavano lapidi e davano fuoco al tutto. Senza conseguenze.
A Bari invece morirono in venti e furono feriti in cinquanta.
“Presto, il mondo sarà più giusto*, e invece la giustizia non esiste e non è mai esistita. La disillusione è la peggiore ferita dell’anima, in tutti i campi.

E la guerra non era finita, come due volte scrivi tu. Il peggio doveva ancora venire, ad opera dei bombardamenti “alleati”.

Versi lunghissimi che fanno comunque poesia. Una poesia quasi di genere patriottico, ma non retorica.