La fiction non ha un grande impatto emotivo sul lettore; lascia una certa dose di piacevolezza, ma non una traccia a lungo termine. L’ambientazione è pressoché assente – è utilizzata come semplice cornice in maniera approssimativa – e l’autrice preferisce soffermarsi sulla gestualità e sulle parole dei personaggi.
I dialoghi spesso faticano a decollare, nonostante le idee non manchino; per la maggior parte quest’ultime sono rese in modo frammentario e superficiale, bloccando i momenti migliori con ellissi brusche o risolvendo goffamente tali fasi.
Lo scritto presenta una pulizia sorprendente per quanto riguarda lo stile, molto elementare e diretto, tuttavia non convoglia giochi di enfasi, né picchi per quanto riguarda gli sviluppi. Non c’è ‘conflitto’ che riesca a condurre a una svolta decisiva o a movimentare il corso della fanfiction, né ad ampliare la caratterizzazione dei protagonisti, tenuti in tono, ma mai esplorati sino in fondo.
La crociera rappresenta il nido d’amore della coppia, il luogo in cui entrambi i ragazzi riescono a vivere la storia d’amore senza intoppi esterni – o quasi.
Il romanticismo non risulta invasivo o troppo melenso; c’è del potenziale inoltre nel concept alla base degli eventi, per quanto non ci sia un equilibrio uniforme lungo tutto l’arco narrativo della fiction.
L’approccio in prima persona rende il tono generale più vicino al lettore; anziché facilitarne del tutto l’immedesimazione, dà un’impronta sensoriale degli avvenimenti e un quadro complessivo incerto, dovuto ai repentini cambi dei tempi verbali o all’eccessivo impiego delle frasi esclamative.