Recensioni per
Buchi Neri
di Angeline Farewell

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
11/01/14, ore 17:22
Cap. 1:

Che dire, adoro i Pink Floyd da quando ero nella pancia di mia mamma, al mio babbo piacciono da impazzire e a me pure. Non so quasi niente di loro, come storia intendo, conosco solo la musica...ma da questo tuo capolavoro ho già capito qualcosa, anche se non è del tutto vero, quindi vado a farmi delle ricerche.
Questa storia mi è piaciuta tantissimo, è scritta bene e senza errori, è una riflessione più che un racconto, ma lo amo. Ti darei un premio per quello che hai scritto, mi fai male al cuore, ho quasi pianto leggendolo, merita tantissimo. Grazie mille se hai letto, ciao :)

Nuovo recensore
28/10/13, ore 01:14
Cap. 1:

Ciao :)
di solito non recensisco mai niente, ma dovevo dirti che la tua è la più bella FanFiction che io abbia mai letto, anche tra quelle inglesi.
Ho solo 13 anni, ma i Pink Floyd sono la mia band preferita, e ce l'ho sempre avuta a morte con loro per tutta la storia di Syd. Tu hai come sciolto tutto il rancore che provavo nei loro confronti.
Ho pianto spesso per Syd Barrett, ma leggendo questo e come se avessi liberato il tutto, un pianto liberatorio.
Ti prego di non giudicarmi solo perchè sono piccola e quindi è strano che ascolti musica del genere, a me importa tanto.
Le persone più importanti della mia vita sono David Bowie e Lou Reed :) , quindi sono molto informata sulla musica "vecchia".
Grazi per aver letto la recensione.
Sei fenomenale :)))

Nuovo recensore
30/06/13, ore 04:41
Cap. 1:

.....Ciao.
Purtroppo sono sicura che, probabilmente, non leggerai mai questa recensione, e ne sono molto dispiaciuta. Non perché mi consideri chissà quale scrittrice. (anzi, devi dire che faccio abbastanza schifo, specialmente nei commenti)
Piuttosto volevo che sapessi che da oggi, Domenica 30 Giugno 2013, hai una nuova fan. Ed è la sottoscritta.

.....Ora devo provare a scrivere qualcosa di sensato, qualcosa che non mi faccia fare la figura della deficiente. Ma penso di averla già fatta, decidendo di "recensire" .--. un tale capolavoro. Sappiate che non sono (e non mi sento) all'altezza.
La scrittura non è mai stata tra le mie passioni più grandi, mi piace molto, ma preferisco leggere. Leggere, pur sapendo che poi non sarò in grado neanche di recensire ciò che leggo.
Il fatto è che solitamente riesco a scarabocchiare 4 righe per esprimere la mia opinione, oggi TU mi hai fatto venire il blocco dello scrittore. Tu e la tua meraviglia di Storia.
È la cosa più bella che abbia mai letto su Internet. Sembra veramente sia stata scritta da Gilmour.
Sembra veramente che tu abbia vissuto la storia dei Pink Floyd, dall'INIZIO alla FINE, dall'alba (davanti ai cancelli, con il Pifferaio) al crepuscolo e persino alla notte, illuminata soltanto dalla Luna, dal suo lato brillante, che però altro non è che uno squallido riflesso della luce solare.
La storia sembra scritta da un punto di vista che chiaramente non è quello di una semplice fan.
Sembra che tu abbia vissuto il mio sogno.
Se non avessi saputo che era una Fan Fiction, (mi pare così riduttivo chiamarla con il nome di certe merde che circolano sul web) la prima cosa che avrei chiesto sarebbe stata: "Da che biografia è tratto? Dammi il titolo che la vado a comprare".

Devo dire, però, che non ho pianto. Sono ancora troppo poco preparata sull'argomento. Perché, pur conoscendo già la storia del gruppo, li ho sempre considerati solo dei musicisti. Ho sempre considerato soltanto il lato Made in England, la copertina. Mi sento una di quelle fan menzionate nel testo quando parli di Atom, che si accontentano di ciò che vedono sugli scaffali. E me ne pento. Ho letto tutto con un'atmosfera che, sì era angosciante ed emozionante, ma non era quella che tu intendevi trasmettere. Ora che sono più cosciente della storia di quello che è anche il mio gruppo preferito e soprattutto del lato umano dei suoi componenti, lo rileggerò con qualche bella canzone di sottofondo. E magari capirò del tutto ciò che volevi comunicare in questa pagina piena di splendide parole.
Ma questa, più che una recensione, è quasi un discorso con me stessa. Perché, ripeto, non credo leggerai. Semmai lo farai, fammelo sapere. Rispondi o mandami un messaggio. Almeno sarò sicura che non sto parlando al muro (ogni riferimento è puramente casuale)
Beh, tutto qui. Ho finito. The End.
By: ShootingStar_xx
o Silvia, alla maniera italiana (non inglese) <3

P.S.: Credo che la concezione dell'Ighilterra che emerge da questo testo sia applicabile anche all'Italia, in particolar modo alla Sicilia, dove vivo io. In mezzo agli inglesi, che però di inglese non sanno una parola.
(Recensione modificata il 30/06/2013 - 04:48 am)

Nuovo recensore
22/05/13, ore 19:17
Cap. 1:

'Era una costellazione a sé, lui, un intero nugolo di stelle dai colori sgargianti e dai campi gravitazionali incerti.'
Che dire?
Che cosa si può dire di una cosa del genere?
Ho le lacrime agli occhi più o meno dall'inizio ed è stata un impresa leggere questo con il sottofondo di 'Shine on you crazy diamond'.

'Io inizialmente fui chiamato solo come supporto, ma sapevamo tutti che avrei dovuto prendere il posto di Syd alla chitarra;  lui non riusciva più a suonare.  
Syd non c’era già più e a nessuno sembrava importare davvero.'
Con questa frase mi hai letteralmente uccisa.
E' straziante, davvero. Hai descritto il 'declino' di Syd come nessuno aveva mai fatto.
La cosa strana è che mi sono immedesimata in David: è stato come se gli occhi vuoti di Syd, gli avessi visti io.
E' davvero stupendo il modo in cui hai descritto tutto ciò.
Complimenti davvero.
Ah, mi sei debitrice di due pacchetti di fazzoletti che ho usato dopo aver pianto per un quarto d'ora abbondante.
-Simona.

Recensore Veterano
26/04/13, ore 20:04
Cap. 1:

Potrei scrivere una recensione molto instabile, perché sto ancora piangendo e ho la vista offuscata, ma devo scriverla ora prima di perdere questa overdose terribile di feels che mi ha investito.
La prima cosa che posso dire è che mi vergogno. Come ti ho già detto non sono - purtroppo - una fan che si informa molto sulle storie personali dei componenti dei gruppi musicali, non più almeno. Forse è perché storie come quella che tu hai raccontato in modo tanto vivido, e straziante, e bellissimo, e terribile, e vero, non se ne vedono più, nell'ambiente musicale, o forse perché sono io che non voglio più trovare il tempo di cercarle, non so. L'unica cosa che so è che da oggi in poi, perlomeno per quei pochi artisti che seguo, non commetterò più lo stesso errore, e ricomincerò a vivere le loro storie anche fuori dalle sale di registrazione.
Questa fanfiction non è una fanfiction, non può essere solo questo. E' un manifesto, un'affermazione, è l'anima dei Pink Floyd nuda e messa nero su bianco. L'ho letta  ascoltando in sottofondo proprio le loro canzoni che preferisco, e quando la tua frase "Quieta disperazione, questa è la maniera inglese" si è sovrapposta in seguito ad una misteriosa alchimia a "Hangin' on in quiet desperation, it's the english way" di Time, non nego che sono stata percorsa da un brivido, e sono partite le lacrime. Lacrime discete e silenziose, versate in silenzio, alla maniera inglese. 
Penso di aver finalmente compreso quel grido straziante che mi ferisce il cuore e i timpani ogni volta che ascolto le loro canzoni, e per questo devo ringraziere te immensamente. Non ti sto nemmeno a dire quanto la forma sia perfetta, per restare in tema mentre leggevo mi sono sentita assorbire da questo gelido buco nero, e mi sono persa ed estraniata dal mondo.
Tutto è così vero, tutto è così puro... Penso che tu abbia fatto a loro (e a tutti noi) un omaggio e un dono immenso, e quest'opera è l'ulteriore riprova che se scritte con amore, cura, e dedizione le RPF possono essere di una potenza spaventosa. 
E' questo che amo di te e della tua penna, l'amore e la dignità con cui rappresenti persone che esistono davvero, che soffrono davvero, che vivono, come noi, in questo mondo pieno di ossimori. Quando guarderò la luna (e io lo faccio molto spesso!), da ora in poi, e penserò alla sua metà oscura e misteriosa, penserò anche a Syd, a te, a questa meraviglia che mi ha devastato il cuore.
GRAZIE!
(Recensione modificata il 27/04/2013 - 01:15 am)

Recensore Junior
16/03/12, ore 00:33
Cap. 1:

Diciamo che mettersi a recensire una cosa così immensa è quasi impossibile.
E' come se un giornalista qualunque si mettesse a fare la recensione del Signore Degli Anelli dicendo le solite cose che dicono tutti...
Suvvia, diciamocelo, non si può. Sono tre libri immensi, e non si può.
Ecco, tu hai scritto una cosa, come ho già detto, immensa.
Non solo vedi le cose in un altro modo, nel modo in cui le vedono solo quelli che i Pink Floyd possono dire di conoscerli davvero, ma ci metti dentro tutto quello che provi, facendo trasparire le emozioni dei 4, di quei 4 che, anche gli volevano bene, gli hanno fatto il torto più grande che si potesse fare.
Sai, alle volte penso che se Syd fosse rimasto, forse non sarebbe andata a finire com'è finita.
Gli hanno davvero fatto il torto più grande della loro vita a mandarlo via.
Il punto è che alle volte, le persone commettono errori soprattutto con chi si ama. Con le persone a cui si voleva bene. Errori irreparabili, gli errori più gravi di tutta la propria vita...e lo si capisce sempre troppo tardi.
Ma in fin dei conti, poi, si avrà una vita davanti per pentirsene.
Sei stata una lettura meravigliosa, complimenti. Non ho null'altro da dirti, oltre l'aggettivo che già ti ho dato prima, con il quale voglio descrivere te, il tuo modo di scrivere e la tua storia.
Immensa.

Nuovo recensore
24/02/12, ore 17:17
Cap. 1:

Sei stata bravissima a scrivere questa storia. I Pink Floyd sanno di essersi comportati male nei confronti di Syd, ma gli volevano bene davvero. Ho visto un documentario sulla loro storia e David ha detto che quando si è ambiziosi, giovani ventenni è difficile tenere conto dei sentimenti degli altri e ha aggiunto "poi c'è tutta una vita per sentirsi in colpa". La tua storia si avvicina moltissimo alla realtà.
Mi hai fatto piangere. Non ho nient'altro da dire se non che sei stata bravissima e ho apprezzato ciò che hai scritto.
Spero di leggere qualche altra tua storia :)



Peace and Love, to all



Shine on, Syd.
 

Recensore Veterano
07/01/12, ore 20:10
Cap. 1:

Beh, fa un po' effetto recensire questa storia ascoltando "wish you were here", ma non siamo qui per questo...
Volevo farti i complimenti perchè è scritta divinamente, sul serio... e caspita sembra sia David in persona a parlare, a raccontare cosa è successo, come si è sentito, cos'era diventato Syd... inutile stare qua a fare tanti giri di parole: mi sono commossa.
Non sono brava con le recensioni, mai stata, quindi mi congedo dicendoti che mi hai emozionata ed è una cosa stupenda...
Bravissima, davvero, immensa.
Un saluto,
Irene :)

Nuovo recensore
20/06/11, ore 22:31
Cap. 1:

Devo ammetterlo, la tua "lettera a cuore aperto" mi ha spiazzata. Sono rimasta senza parole.
Vorrei che più che una tua invenzione fosse una lettera biografica, di Gilmour ovviamente. Non prendermi per il verso sbagliato, è solo che così forse, finalmente, potrei smettere di provar rancore nei confronti di un essere umano che neppure conosco ma che, da sempre, ritengo colpevole di un atroce delitto: l'assassinio di Pink e del suo genio. Lo so, non ha fatto ciò che ha fatto da solo, lo hanno spinto le logiche di mercato, anzi: li hanno spinti (perchè il delitto lo hanno commesso insieme, lui e gli altri Floyd).

Ma non ci riesco, è lui il mio capro espiatorio. Perchè, come anche tu hai sottolineato, è stato lui l'usurpatore.
Per me i Pink Floyd erano i due Roger: Syd era Mr. Pink, Waters il Floyd. E nessuno avrebbe dovuto separarli.

Potrei avercela con Roger ma.. sarebbe impossibile. Ammiro troppo quell'uomo (proprio così come ammiro Syd) da poterlo odiare.
Ho sempre cercato di comprendere il perchè, perchè avesse deciso di portare il progetto avanti con Gilmour e senza Syd. E mi son sempre data una sola risposta: non è stato per egocentrismo, di questo ne son certa. Semplicemente la musica per lui doveva rappresentare "la campana di cristallo" sotto cui proteggere l'ipersensibile (fino alla paranoia) ragazzo che era. La sua unica colpa è stata la sua debolezza. Ed infatti la cosa è apparsa più volte manifesta: nei testi, nelle melodie, negli atteggiamenti, nella frustrazione per non riuscire ad esser ciò che avrebbe voluto. Nel piagere alla vista di Syd ( e non posso negare di aver versato una lacrima anch'io a quel verso).

Ora credo sia meglio smetterla, più che una recensione sta diventando.. non lo so, certamente però non una recensione.
Davvero una fanfic intensa, come se ne leggono di poche.
Concludo con solo una parola: Grazie.

Recensore Junior
18/06/11, ore 17:14
Cap. 1:

Non so cosa dire. Penso che le lacrime che ho appena versato bastino per dire quanto questa 'lettera' mi abbia colpito. E non starò nemmeno qui a parlare da sola di tutto quello che vorrei dire su di loro, su Roger, su Syd.
Diciamo che mi sono innamorata di questo tuo scritto.
Porca miseria.
Syd è descritto in una maniera così..vera. E' stupendo. Si vede quanto significhino per te. E' un vero capolavoro. Hai praticamente detto tutto quello che penso anche io e anzi, mi hai aperto anche nuove porte su come vedere The Dark Side Of The Moon.
Syd era un fardello, per gli altri, un fantasma, come dici tu. E, consciamente o meno, questo si è notato nei numerosi brani e testi dedicati a lui o meno. Volevano veramente bene a Syd.
Non so che altro dire. Magnifica, sul serio. Complimenti.
Jules
(Recensione modificata il 18/06/2011 - 05:17 pm)

Recensore Veterano
01/11/10, ore 11:16
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Buchi neri non è una storia per tutti. A essere onesti, piuttosto, direi che è una storia per pochissimi, poiché muove da una concezione aristocratica del fandom: dall'idea, ormai minoritaria, la fanfiction sia prima di tutto il tributo di un fan. In questo caso - che l'autrice mi perdoni - della fanatica.
Buchi neri è senz'altro la ricostruzione romanzata e romanzesca della rovinosa caduta di un cappellaio matto, ma è soprattutto l'atto di dolore di un uomo che cerca un'assoluzione impossibile e tardiva per un crimine di ambizione e vanità.
La storia dei Pink Floyd viene ricostruita da un Gilmour ormai più che sessantenne con la lucidità che manca al trip psichedelico in cui si consuma la parabola indimenticabile e violenta di Barrett, ma è soprattutto la sua interiorità di uomo che viene messa a nudo.
Come in Narciso e Boccadoro l'apollineo del testimone sopravvive al dionisiaco dell'artista, così in questa pagina raffinata, zeppa di citazioni e di allusioni coltissime, il sopravvissuto racconta il genio di chi si è bruciato troppo presto, eppure, indimenticabile, arpeggia ancora le note di una rivoluzione musicale.
Solo (ma anche no) per intenditori.

Recensore Veterano
27/08/10, ore 18:52
Cap. 1:

Syd Barrett meglio di Robert “Percy” Plant? Ora stiamo veramente esagerando :D
Ecco come buttare subito in vacca una recensione che volevo fosse un pochino seria u.u

Da questa storia si capisce che ami alla follia i Pink Floyd, perché solo una persona che li ama con tutta se stessa può dar vita ad un capolavoro del genere.
Sì, capolavoro, hai capito bene.
E non sto scherzando.

Premettendo che a me piacciono molto anche gli album dove Lui è assente, non posso però dire che, effettivamente, si sente la sua mancanza.
Manca quell’alone di fascino, di mistero, di folle genialità che solo Syd sapeva dare.
Restava solo quell’alone di nostalgia, quell’incapacità di voltare pagina, di liberarsi da colui che aveva dato vita a tutto quanto, di non pensare più alla fine schifosa che stava facendo.
Perché sì, Syd continuava ad essere il pifferaio magico, il diamante che tutti stavano cercando di far passare per zircone pur di lavarsi la coscienza.
La casa discografica preferiva convincersi di questa sua mediocrità, quando invece, pur essendo sommerso dai problemi, rimaneva sempre la splendida gemma perfetta che era sempre stato.
E così anche i Pink Floyd cominciano a pensare che, in fondo, forse Syd è solamente una pietra grezza sopravvalutata, ma i fatti danno ragione a Lui.
E fanno male, oh se fanno male.

…e io so che non sarebbe successo se anche lui non avesse dovuto affrontare i mostri della sua mente come Syd, se non si fosse ritrovato nella scomoda posizione di dover eguagliare e persino superare il genio che gli aveva indicato la strada, ma senza riuscirci. Perché Syd componeva da solo, Roger aveva bisogno di noi tre per ottenere gli stessi risultati: Syd era già Beethoven, mentre noi un povero Salieri ancora alle prese con il fantasma di Mozart.
Questo pezzo mi ha lasciato senza fiato: è un paragone azzeccatissimo, meraviglioso.

Ed è così che loro cercano di non pensare a Lui, come se fosse una bazzecola farlo, come se Lui non contasse nulla.
“Per questo abbiamo finito per attaccarci ad uno stupido nome invece che ai pezzi che lo componevano, era molto più semplice in quel modo: avrebbe fatto meno male.
Ho adorato il pezzo in cui descrivevi il loro essere Made in Britain, quella loro incapacità di esternare le loro sofferenze, anche perché loro non vogliono star male, e la frase di sopra ne è la testimonianza.

E il momento più bello è forse quello in cui Roger riconosce il Cappellaio Matto e, finalmente, piange.

Ma l’unico metodo per superare quell’ulteriore ferita è quella di tramutarsi in Mr. Pink, colui che ha dato inizio ai giochi dei Pink Floyd e colui che c’ha pure messo la parola FINE, senza avvisare gli altri.

E tra liti, diritti d’autore, reunion improbabili e sete di successo, l’unica cosa che resta del Diamante Pazzo, alla fine, cos è?
Una tomba, piena davvero e, tutto quello che a noi è rimasto, è un tè scuro in cui intingere il fiele dei ricordi.

Fila dritta nei miei preferiti.
Erano secoli che non leggevo qualcosa di così intenso.
Hai saputo farmi vibrare il cuore, per questo ti ringrazio infinitamente.

Dazed;

(Recensione modificata il 27/08/2010 - 06:54 pm)