Eccomi, scusa se ci ho messo un po'.
Allora, premetto una cosa. Io ADORO i thriller/le storie di avventura a sfondo archeologico. Naturalmente adoro quelle ben fatte. Questa è ben fatta, proprio tanto.
Mi hai spiegato bene i passaggi logici riguardanti quadrati magici, simboli, calcoli, senza perdere il ritmo della narrazione. Ottimo a questo scopo l'uso del presente, che ha armonizzato bene i pensieri di Andrés (ottimo escamotage sotto cui camuffare le spiegazioni archeo-matematiche per il lettore!), i suoi ricordi e l'azione. In più, mi hai fatto vedere l'interno della Sagrada Familia in maniera piuttosto nitida.
E poi, la finezza del "gioco di parole", cioè la doppia interpretazione della frase "El que solo es, y El que es nada", mi ha steso. Le tue elucubrazioni tornavano tutte perfettamente, e questo mi esalta in una storia, soprattutto una di questo tipo.
Che altro? Sì, i dettagli. Pochi ma precisi, si capisce che è una scelta stilistica. Il rumore delle All Star sul pavimento mi ha colpito molto, è concreto, è vivido.
E poi mi hai lasciato la voglia di sapere di più su Andrés, in pochi tratti sei riuscita a far emergere una personalità intrigante. Accennavi a una serie su di lui? Ti prego, non puoi lasciarmelo così in sospeso! Se-rie! Se-rie! Se-rie!
Ps: Con Gaudì, poi, mi hai colpita e affondata! Parco Guell *.* Ci ho lasciato il cuore. (Recensione modificata il 08/09/2010 - 12:40 am) |