Allora, a metà storia sono andata, con le lacrime agli occhi, a chiedere un fazzoletto a mio fratello e lui, per fortuna, non mi ha fatto domande o mi avrebbe presa per scema.
Dunque, come hai fatto a scriverla? Seriamente, come? E, poi, vuoi scrivere uno spin off di questo? Ma...? Sono curiosa di questa tua idea.
Detto ciò, struggente, dolorosa, vera, mi è piaciuta molto, perché io non piango spesso per le storie, e diamo tutta la colpa agli ormoni e al mio pessimo umore, perché sono riuscita a leggerla.
Ci sono state delle frasi che mi hanno uccisa, letteralmente, mi hanno fatto perdere un battito, prima fra tutte questa: Poi, probabilmente perse i sensi, nello stesso istante in cui Ohno moriva.
Primo colpo al cuore.
Quando Nino realizza che Ohno è morto. Quando continua a ripeterlo, io continuavo a sentire le lacrime cadere, porca miseria. E' stato difficile, difficile anche perchè ragazzi volevano farsi forza, per lui, per essere il suo sostegno, sapendo quanto per lui fosse difficile.
Voglio quotarti un'altra cosa che mi ha infuso una dolcezza infinita: « Andiamo a lavarci. » ripeté piano « Così domani sarai pulito per andare a salutare Riida. »
Struggente l'abbraccio con la mandre di Ohno, davvero ç__ç
Ma per i restanti componenti degli Arashi era più angosciante rendersi conto che il dolore per Nino era più grande di quello che lui poteva sopportare.
ç____ç
Anche dopo così tanto tempo, in Nino era rimasta la voglia di urlare tutto il suo dolore.
Ma più cercava di esternarlo, più un groppo alla gola prendeva il sopravvento, quasi soffocandolo.
“ Le lacrime sostituiscono talvolta un grido. ”
Ecco cosa gli dicevano.
Ma non era vero. Un pianto non risolve nulla. Né prima, né ora, né in futuro.
Quindi rimaneva in attesa di un urlo, anche se non ci riusciva.
Quindi gli restava solo un pianto.
Anche questa parte mi ha colpito tanto, veramente tantissimo, per il suo essere reale, il suo essere tristemente reale.
E, infine, questo che mi ha fatto rabbrividire e sospirare, insieme all'ultima lacrima: L'unica cosa che non era scomparsa con il tempo era la sensazione che prima di addormentarsi, qualcuno lo stringesse in un abbraccio.
E quella sensazione lo aiutava ad andare avanti.
Sapeva che era lo spirito di Satoshi.
Sapeva che era accanto a lui. Sapeva che lo avrebbe protetto.
Sapeva che non lo aveva dimenticato.
Io... |