Recensioni per
Violenza
di semplicementeme
ciao ho letto la tua storia e mi è "piaciuta" per cosi dire..mi sono immedesimata nella narratrice..hai ragione a dire che chi non sa, fa meglio a non scrivere...io personalmente non lo faccio e preferirei non farlo mai non perché è un argomento da evitare o tenere nascosto ma perché spero sempre che nessuna fonna subisca mai una violenza. |
Ciao. Ho letto questa storia, ma prima di esprimere quel che mi ha lasciato, ritengo di dover spiegare che, leggendo storie di vario genere, ciò che detesto più dei luoghi comuni è chi si erge a paladino della giustizia che, così, smaschera le autrici superficiali e sciocche, ma lo fa attraverso l’uso di stereotipi propri, che egli ritiene siano leggi universali e, pertanto, non sindacabili. |
Ciao,
ti volevo solo dire che mi sono rivisto in quello che hai scritto. La presunzione, la vergogna, l'impossibilità di comunicare; quella sensazione di chi, pur avendo tutte le buone intenzioni, semplicemente non riesce a dare una mano a quella che è una vittima, non riesce ad aiutare, non riesce a far breccia. Quel momento in cui, come nel tuo racconto, ci si rende conto di essere stati solo degli arroganti per aver pensato, anche solo per un momento, di poterne essere capaci. Ho visto che in un modo o nell'altro hai scatenato un sacco di polemiche, forse per via delle note a fine storia. Sarà per l'attacco ad altri scritti? Non lo so, sinceramente, non mi interessa. Non capisco però come si possa criticare duramente la tua posizione. La storia poteva magari essere scritta meglio, si, ma come biasimarti? è un tema che ha un tremendo bisogno di essere affrontato, e essere affrontato nella maniera giusta. In questo periodo in televisione hanno iniziato ad usare un termine - femminicidio - per indicare tutti quegli omicidi, spesso finale di mesi di persecuzione e violenza, di cui le donne in Italia sono vittima. Da una parte è bene che se ne parli ... dall'altra, mi sembra come se dando un nome a questa categoria di eventi, ne stiamo in un certo senso legittimando l'esistenza. Non diremo più "L'ex marito la seguiva ormai da più di sette mesi, la pedinava, le telefonava nel mezzo della notte riempendola di minacce, rendendole la vita un inferno", diremo "il marito la stalkerava", non diremo più "è stata violentata, picchiata ripetutamente e uccisa" ma "è stata vittima di femminicidio". Così non si combatte la violenza, le si dà il permesso di esistere. Un po' come quando qualcuno dice che quella donna provocava, un po' come quando qualcuno dice è un po' aggressivo, ma in fondo la ama. Questi discorsi non devono esistere. E la tua storia ricorda che a volte dobbiamo scendere dalle nostre posizioni e ammettere che no, non ci abbiamo capito un cazzo, e forse quelle vittime non saremo in grado di aiutarle mai. Forse è semplicistico, forse è eccessivo, forse non è vero. Ma forse basta, come punto di partenza. Come schiaffo morale. Quanto meno, come spunto di riflessione. Scusami se ho un po' divagato, spero non ti dispiaccia la recensione. |
Ciao, sono Tigre Rossa, una nuova autrice. |
...forse sono io che non ho ben capito il messaggio che volevi trasmettere... |
Ho scoperto questa storia per caso e, benché la premessa mi avesse attirato mi sono dovuta ben presto ricredere. |
La tua idea era bella però hai sbagliato il modo e i termini in cui l'hai posta. Parli in modo presuntuoso solo perchè studi queste cose e credi di poterne capire di più di chi scrive storie sul genere, anche se, per fortuna, non ha mai provato nulla di tutto ciò. |
E' un racconto troppo freddo,descrivi quello che hai provato tu e non le sensazioni di chi ha vissuto un esperienza traumatica,hai messo termini tecnici ma non emozioni.Un autore deve essere in grado di esprimere il dramma di un fatto crudele non utilizzando le solite frasi che si sentono in televisione.Tu hai peccato anche di presunzione dicendo-studio psicologia mentre gli altri scrivono fanfiction su un tema che non conoscono-forse e dico forse,alcune fanfiction sono vere,perchè noi donne trattate male non riusciamo a dire quello che ci è capitato e lo camuffiamo in una storia o magari persone che hanno visto madri o sorelle maltrattate e vogliono raccontare ciò che hanno vissuto,quindi parlarne a voce è molto difficile mentre scrivendo non hai dinanzi a te chi ti guarda e che pensi ti possa giudicare.Per quanto riguarda la frase-Una donna picchiata non potrà mai innamorarsi del proprio carnefice-non è così anzi sono donne così fragili e innamorate che pensano che sono loro la causa delle botte e si colpevolizzano ogni volta che ricevono una schiaffo e dando così ragione al compagno violento.Dire a gli altri cosa e non cosa fare lo trovo sbagliato perchè noi non possiamo decidere per gli altri. |
Mh. Se fosse solo per la prima parte, questa storia potrebbe anche piacermi, perché è scritta bene, fluente, e credo possa descrivere bene la sensazione che si ha di inutilità e la consapevolezza di non poter assolutamente capire certi dolori. Ma la parte in corsivo... mi ha tolto tutto il gusto della lettura. |
Ciao ho appena letto la tua storia e prima di tutto ti dico che per me è difficile commentare, non ho subito nulla, ma sono divisa riguardo il tuo scritto perchè ho letto certe storie che mi hanno fatta rabbrividire e concordo con il tuo intento, ma come storia in sè non mi ha trasmesso emozioni, il tutto mi sebra riduttivo raccontato così, c'è la psicologia sì, ma questa la si conosce e non comprende, perchè sì c'è differenza tra capire e comprendere a mio avviso, conoscere ciò che una violenza scatena non significa comprenderla e suppongo sia questo il messaggio della tua storia e lo appoggio, te lo ripeto l'intento è lodevole, ma forse è il risultato pratico a lasciarmi qualche dubbio. |
Ciao semplicementeme :):) |
Come sempre sono in ritardo. Ma sempre arrivo. A me la storia piace, soprattutto perché spinge alla riflessione. Come ho detto altrove, mi sembra azzeccata e intelligente l’impostazione. Il paradosso. E lo usi in modo abile e profondo per comunicare il messaggio. E questo non consiste nello stimolare l’ubbidienza della donna, tutt’altro. Neanche tratti in modo banale l’argomento. |
Una storia davvero molto intensa. Si sente benissimo che nasce da un'esperienza realmente vissuta da chi scrive, che ha provato sul serio l'orrore di fronte ad un essere vivente brutalizzato, umiliato, picchiato.. E nel contempo, oltre l'orrore, la consapevolezza dell'impossibilità di spiegare atti del genere, così come l'impossibilità di capire davvero che cosa può sentire, veramente, la vittima di tutto questo orrore. Io, che da sempre mi schiero contro la violenza su ogni vivente, uomini, donne, bambini, animali, non posso che approvare chi decide di farci riflettere su questo mettendo nero su bianco il proprio stato d'animo di fronte all'estrema violenza di cui l'essere umano può essere capace. |
Ciao Carmen, mi sembrava giusto lasciarti un commentino dopo quanto accaduto! |
Senza parole. |