Mi rimetto a leggere Eidolon per benino. Non mi ricordo praticamente più nulla, ma ci sono affezionata in quanto prima fic che abbia letto di questo fandom, e so anche di andare a colpo sicuro xD
Innanzitutto non può che essere un disagio in quanto all'inizio della storia i morti ci invitano a leggere D: Ti mette in un mood tutto mistico, sia quel mistero delle catene e delle ali, sia questa premessa che i morti possano comunicare tra loro mentre osservano i viventi. Sembra quasi di prendere quella scena (o quelle scene, ora non mi ricordo) di Advent Children in cui i "fantasmi" di Zack e Aerith compaiono insieme, e trasformarla in un concetto che ha molto di poetico. E in generale vedo un po' di Advent Children da tutte le parti, ma solo il buono che aveva, nascosto da tanta desolante sciatteria, ma tirato fuori qui in maniera davvero apprezzabile.
Bello anche, comunque, che i defunti non siano automaticamente santificati per il solo fatto di essere morti eroicamente, ma rimangano, pur essendo ombre, ombre umane, che di conseguenza hanno anche i loro risentimenti, particolarmente per chi è ancora vivo.
Mi è piaciuto Sephiroth stanco di essere nulla, che rivolge le sue attenzioni morbose a Cloud in quanto, per lo meno, può essere ancora almeno un tormento, e almeno per lui; ed è anche consapevole di quanto questo sia un palliativo piuttosto squallido dell'immortalità. E' un'elaborazione del classico "I will never be a memory" che però non si limita al classico Sephiroth eterno fantasma infestante, ma si fa psicologicamente più complicata al momento in cui Sephiroth è tanto vittima dell'ossessione di Cloud quanto viceversa. E' bello comunque che sia lui che Cloud siano ancora fino a qui figure misteriosissime, e l'autrice non ha fretta di dare loro un'interpretazione "completa".
Mi è piaciuto Zack per lo stesso motivo per cui è piaciuto a te, suppongo. E volendo elaborare di più, la prima cosa che mi ha colpito è il linguaggio, che è un buon compromesso fra una narrazione che deve scorrere, e l'informale che spunta ogni tanto; il linguaggio che lo fa suonare triste e sarcastico.
La seconda cosa (ma ce ne sono tante!) è quel moto istintivo, che ammette sinceramente, di risentirsi perché Cloud è riuscito a colpire Sephiroth. Cloud che rappresenta proprio nel gioco la rivincita dell'underdog, che in teoria non doveva essere nessuno, una cavia non dissimile da altre e una recluta non dissimile da altre, e invece in questo punto si impadronisce di un destino più eroico, e Zack in tutta onestà non ci rimane bene. Mi piace che lo definisca "un lupo che ha finto di essere un cane": a Nibelheim Sephiroth improvvisamente si è rivelato qualcosa di opposto all'amico da cui non avevi nulla da temere, e Cloud si è rivelato quello che, volendo azzardare, si potrebbe definire un rivale, e a Zack cade il mondo addosso svariate volte.
Belle le riflessioni sul modo in cui ha dato la vita, perché morire per qualcuno è una cosa che c'è continuamente in qualunque contesto fantasy, ma di solito viene trattata come un altro trope, e non viene sempre sottolineato quanto in realtà sia GRAVE morire davvero per qualcuno, come invece succede qui.
Anche la parentesi su Zangan è ganza, perché è semplicemente carino e originale appioppargli il ruolo di ciarlatano, anche perché non ha mai avuto un aspetto serio xD
Una nota di pure love per i Turk rabbiosi che si contendono l'ultima tazza di caffè, btw. Altra nota per il soldato sepolto nella neve, perché era inquietante, il che ovviamente è bene. |