Recensioni per
Cuimhnì na Eirinn (Ricordi d'Irlanda)
di Marguerite Tyreen
Come detto ho voluto immergermi in un'altra tua storia e questa volta dalle lande assolate del Messico alla verde Erin dal passato insanguinato e il presente forse ancora di più. Questo prologo mi è sembrato di primo acchito molto efficace: dice abbastanza, ma non troppo, pianta il seme, diciamo, che può attecchire con facilità nell'immaginazione del lettore. I personaggi principali sono tre, ho capito (triangolo amoroso? lo scoprirò presto!) e già uno mi piace molto dopo solo poche righe della sua lettera: questo Liam diviso tra l'amore e la rivoluzione, che alla fine sceglie quest'ultima. Mi hanno sempre affascinato quei personaggi che immolano la propria vita per un'ideale, quei soggetti dal sentor tragico e magari anche un po' sfigato, alla greca, per capirci (ho sempre patteggiato per Ettore, inevitabilmente, tutti gli Ettori della letteratura che vanno a soccombere verso un destino certo e però lo fanno lo stesso) non so se il tuo Liam rispetta questo prototipo, ma ti dico che questa breve introduzione sprona a continuare, anche perchè Aisling (a proposito che nome particolare, ha un qualche significato? Di solito gli irlandesi ce l'hanno) parla di anni e le storie risalenti a lunghi periodi nel tempo con tutto il loro carico di emozioni, ricordi, avvenimenti sedimentati nelle coscienze dei personaggi, mi affascinano oltre modo (non è un caso che mi legga sempre mallopponi, io) |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |