Recensioni per
La signorina Stalker e i fantasmi
di Harriet

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/03/11, ore 19:52

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Due visioni di una donna che insegna ad affrontare luci ed ombre del proprio animo e a farne tesoro per vivere davvero.

L'espediente iniziale della biografia permette di avere un primo scorcio di questa figura femminile forte, controcorrente, capace di abbattere le convenzioni sociali dominanti e di affermare sé stessa e ciò per cui lotta: il rapporto tra le donne e la cultura, strumento fondamentale per una donna perché conosca se stessa. La seconda parte fa da contraltare perfetto, più colloquiale e reale della prima posata biografia, e completa la figura di questa donna che lotta perché altre donne, come le sue alunne, imparino a fare lo stesso. Catherine Moran esce vittoriosa da questa sfida, con i suoi insegnamenti che si tramandano alle giovani donne che lei in qualche modo aiuta a crescere.
La signorina Stalker poi assume le sembianze di quelle ombre che pesano sull'esistenza degli individui e la influenzano, solitamente in positivo: perché è da queste che si impara a lottare, trovando la forza per affrontarle.
Nel complesso una storia da leggere assolutamente per imparare a guardarsi a fondo, non soltanto donne, ma anche uomini; perché è scavando dentro sé stessi e affrontandone luci ed ombre che ci si può conoscere e farsi conoscere.

Recensore Master
22/03/11, ore 15:03

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
La storia affronta un tema molto delicato: quello dell'istruzione delle donne in un periodo in cui venivano considerate nient'altro che un suppellettile da inserire in casa.
L'introduzione alla biografia della Moran -il personaggio inventato dall'autrice- avviene attraverso le righe di un articolo di giornale, che, attraverso epistole, traccia la vita di questa donna.
Catherine è uno spirito forte, che si impegna, che si pone domande riguardo al mondo che la circonda; viaggia e quando ha la possibilità di tornare nel passato lo fa buttandosi in esso con rinnovata forza; è un esempio magnifico, che l'autrice ha saputo proporre con una bravura sia grammaticale che stilistica -cosa da non sottovalutare.
Le frasi forti espresse dalla protagonista riflettono il suo essere, il suo spirito combattivo:
"A che giova una donna che sa gestire perfettamente una casa o educare un figlio secondo i canoni dei suoi progenitori, ma non ha una sua creatività interiore, un pensiero o un'intuizione da donare a quel figlio? "
Al contrario della prima parte -più tirata e controllata, tipica di un giornale- la seconda è più tranquilla, rilassata e familiare, presentando la figura della protagonista con tinte più umane e intime e, soprattutto, presentando una figura "madre", che sembra necessaria alla storia.
Come credo si sia capito, reputo questa storia meritevole per essere inserita tra le scelte della sezione per la bravura dell'autrice, per la sua capacità espressiva e per il messaggio che vuole lanciare attraverso il suo scritto: l'importanza della donna e della cultura.

Recensore Veterano
19/03/11, ore 15:22

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Apologia di Catherine Moran, l’insegnante anticonformista
che insegnò l’importanza delle ombre


La figura retorica che regge questo racconto è la metafora. I fantasmi di cui si parla non sono la mistificazione degli incubi del passato, bensì il riflesso di qualcosa di concreto che alberga in ogni anima.
Le citazioni di Catherine Moran rappresentano la parte riflessiva della fanfiction. Il senso della vita non sta semplicemente nel trascorrere l’esistenza consumando energie; al contrario, è cercare di familiarizzare con quella parte dell’essere che rimane nascosta, inespressa e incompresa (le ombre) e che talvolta fa paura.
Per vivere appieno, donne e uomini, allo stesso modo, devono riscattare queste loro ombre – storiche e individuali – senza fingere che non ci siano e senza illuminarle/scacciarle tutte.
Da questa ideologia si basa l’insegnamento di Catherine, troppo avanti per il gusto conservatore e gretto del liceo femminile Saint Margaret di quegli anni. Perché la cultura che lei vuole trasmettere alle studentesse apre la mente e insegna il senso critico. Catherine crede in queste giovani donne, che purtroppo sembrano destinate a diventare solo perfette casalinghe. Insegna loro a inseguire i propri sogni, senza vergogna.
La prima parte è volutamente compassata e freddina, perché la reticenza dell’articolo è una censura che Nathalie Reid, ex allieva della Moran, si è autoimposta. Da quelle righe emerge una professoressa femminista che, con tanta grinta, combatte il puritanesimo del luogo insegnando Letteratura e dedicandosi al teatro. Ma è molto di più, e solo a vent’anni dalla sua morte, un’altra allieva, Emily Evans, posta sul proprio blog la vera identità di colei che fu Catherine Moran.
Il Giappone e una misteriosa signorina Stalker furono i plasmatori della visione del mondo che aveva la professoressa. Grazie a un lavoro investigativo, Nathalie ed Emily riescono a risalire anche alla vera identità della misteriosa signorina Stalker. Quest’ultima e la Moran erano talmente sulla stessa lunghezza d’onda da apparire, per alcuni versi, la medesima persona. Infatti le due allieve si sentono così affezionate alla signorina Stalker, da dimenticarsi che non l’hanno mai conosciuta.

Brillante la strategia narrativa utilizzata per raccontare la biografia della protagonista. L’iniziale assaggio che si dà, non è che la timida scorza di una personalità esuberante e coraggiosa, ricostruita con perizia dai ricordi delle allieve. Sicuramente l’elaborazione del genere è stata portata a termine con originalità e competenza. Gli obblighi sono stati rispettati in toto, peccato che la descrizione fisica sia stata sacrificata a pochissime righe. Debole pertanto il collegamento con l’icon ricevuta.
Il periodare è ben articolato e la narrazione scorre molto bene.

La fanfiction rimane encomiabile. Riesce a mandare un messaggio senza scadere nei luoghi comuni di un film come The Mona Lisa Smile, con il quale ha delle linee comuni.