(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Ho amato questa storia a livelli abbastanza elevati. Un po' perché ho avuto il piacere di leggere una storia sugli Avenged Sevenfold con i dovuti crismi, un po' perché la storia è quanto di più doloroso si possa immaginare di trovare.
Dall'adolescenza di Brian - all'anagrafe del Rock, Synyster Gates - l'autrice fa un excursus intenso e violento degli episodi più significativi della carriera della band.
Fanno da protagonisti, nei ricordi di Brian, il volto delle gemelle DiBenedetto, nella sostanziale differenza tra Valary - la ragazza del suo cantate - e Michelle, la "gemella cattiva". Brian rincorre Valary in segreto, fugge ai propri desideri ed è costretto a fare i conti con il rapporto con il proprio padre (di cui sembra essere la prosecuzione, così come Michelle è il proseguimento di Valary), con il rapporto con i bandmates, con le DiBenedetto stesse e i fantasmi del proprio passato.
Il filo conduttore della storia è un flusso di coscienza doloroso, vibrante e toccante, che lascia al lettore l'amarezza dolorosa di una perdita, la certezza assoluta di un eterno secondo posto nella vita.
In questa storia la descrizione della femminilità si triplica: Michelle risulta essere comunque la seconda scelta per antonomasia; Valary è il sogno irraggiungibile e inafferrabile, diafana persino nell'ossessione con cui si rincorre tra i pensieri del chitarrista; e poi c'è Marla, il disastro della sua adolescenza, il primo scontro con la morte in un tributo a Kurt Cobain crudo e violento.
Non si può non amare Brian, scivolato nel baratro dei suoi ricordi, in un limbo in cui nulla sembra smuoverlo.
Un'ottima storia che incarna perfettamente lo stile della band e la sua storia, scritta in maniera divina, in uno stile tra Palahniuck e la Santacroce di "Revolver". |