Ehilà~
Sei riuscita a farmi scrivere una recensione! È una cosa di cui non sono capaci tutti, quindi sentiti una persona molto potente e malvagia u_u
Perché, sì, data la mia pigrizia proverbiale, riuscire a farmi cliccare su "Inserisci una recensione" e poi addirittura scrivere qualcosa di sensato non è decisamente una cosa da poco.
[Nota: questa non è affatto una garanzia della qualità effettiva della recensione, è semplicemente un tuo merito.]
Ho aperto la storia mentre ero a scuola senza saper che fare (eh? Ascoltare la prof, dici? Ma va', è troppo mainstream), quindi in un atteggiamento da perfetta casual reader, ma mi ha colpita fin dalle prime righe. Perché ricordo distintamente di aver pensato, con una traccia di commozione: "Oh, finalmente qualcuno che sa scrivere". Una volta appurato questo, che è un merito ma al contempo il minimo indispensabile, mi sono lasciata completamente catturare dall'ambientazione. Per quanto gli elementi che dai per ora sul mondo di Nikki siano pochi, sono comunque abbastanza per immergere il lettore in un sottile sense of wonder, mettendolo in mezzo a stanze che cambiano, maniglie parlanti e uomini di seicento anni che si nutrono di emozioni. C'è bisogno di dire che tutto ciò mi piace? No che non c'è n'è bisogno, ma lo dico lo stesso~
Sugli avvenimenti non posso ancora commentare, dopo tutto è solo il prologo e non succede nulla di particolarmente rilevante, ma le premesse per una buona storia direi che al momento ci sono tutte!
Per finire, ho notato un paio di stonature, che immagino siano puri errori di distrazione (o magari no, ma comunque te le segnalo, perché se non rompo abbastanza le scatole non sono contenta x°)
- La pelle solitamente bianca del Maestro era sporca di chiazze scure –non violacee, proprio nere. - Questa frase non mi piace per due motivi. "Solitamente bianca" lo trovo un appesantimento: bene o male la pelle di tutti in condizioni normali è bianca (lo so che suona come una considerazione altamente razzista, ma nell'immaginario comune quando non è specificato altrimenti ci si immagina personaggi bianchi xD), quindi non penso ci sia bisogno di ribadirlo, a meno che questo "bianca" non debba dare a intendere che il Maestro è solitamente pallido/dalla pelle molto molto chiara. Anche in questo caso la troverei un'informazione abbastanza inutile, ma se proprio dev'esserci sostituirei quel "bianca" con qualcosa di più specifico, che faccia cadere l'attenzione sul dettaglio. Il secondo motivo è quello "sporca": non è che lo trovi sbagliato o altro, ma personalmente se mi parli di qualcosa di sporco penso a degli agenti esterni che lo hanno alterato, mentre qui si tratta, da quel poco che ho potuto intendere, di un degenerarsi della pelle stessa. Quindi non so, la frase mi suonerebbe più pulita (ah ah, che bei giochi di parole mi escono! :D) sostituendo lo "sporca" con qualcosa più sulle righe di "chiazzata di scuro". E lo so che così si manda a donnine il resto della frase, ma sicuramente c'è un modo diverso e molto più grazioso di quello che ho proposto io per risolvere la cosa.
- «Quindi, per una volta tanto, ho una missione seria da darti.» - Per quanto ne so, o è "una volta tanto" o è "per una volta". "Per una volta tanto" mi suona proprio male x°
- Il Maestro prese un respiro più fondo degli altri. - Questa è una mia curiosità, più che altro. Si può dire "un respiro fondo" anziché "profondo"? Perché non è che mi suoni male o altro (anzi, mi piace un sacco come espressione), ma non l'avevo mai sentito dire.
- Ogni volta che andava sulla Terra si sentiva sempre pesantissimo. - Ripetizione di significato con "ogni volta... sempre". Magari è solo una mia fissazione, ma leggo spesso frasi di questo tipo e mi danno un po' i brividi. Penso si possa tranquillamente tagliare uno dei due.
- Scostando un ramo si accorse che questi formavano una cortina e l'interno era in penombra. - Qui passi da un nome singolare ("ramo") a un pronome plurale ("questi"). Non è niente di grave, ma personalmente la trovo un po' una stonatura e ci vedrei molto meglio: "Scostando uno dei rami, si accorse che questi...", così che nome e pronome siano concordi.
- «Io sono Nikki. O meglio, il mio nome sarebbe Nikolai, ma tutti mi chiamano Nikki.» - L'ho già detto che adoro il soprannome "Nikki"? Ha un suono incredibilmente spupazzoso~ Ehm, ma veniamo a noi. Sempre in territorio "mi sa tanto che è una preferenza personale" (ma in fondo ci vaghiamo dall'inizio della recensione, quindi che importanza ha ormai?), mi sono sempre suonate tanto, tanto, tanto, tanto - ma proprio davvero molto [cit.] - male le presentazioni sulle righe di "Mi chiamo così, ma puoi chiamarmi cosà". Più che altro, hanno un che di irreale. Forse Nikki, che comunque vive in un altro ambiente, può anche non essere ben sicuro di come presentarsi e quindi preferisce dirlo così (sto ipotizzando, probabilmente continuando a leggere mi farò un'idea più chiara e saprò dirti se sono ancora di quest'idea), ma se invece si tratta di un ragazzo assolutamente normale e - suppongo - della nostra generazione, come Jess, è strano sentirlo presentarsi in un modo del genere. Voglio dire, i ragazzi che conosco io o ti dicono il nome o il soprannome °-°" ...ed è già tanto se ti dicono quello.
- Jess si chinò a terra e pescò un’altra margherita da terra, che strano. - Ripetizione di "terra...terra".
E basta, giuro, ho finito si scassare carote con la mia puntiglioseria del cavolo, me ne fuggo a giocare a Final Fantasy fare qualcosa di più produttivo e meno irritante per la pelle (?). |