Premessa: mi capita raramente di dover recensire e avere aperta, in secondo piano, la scheda della fanfiction.
Questo per farti capire quanto complessa io abbia trovato questa flashfic.
Andrò con calma, perché devo proprio farlo per non perdere il filo logico che ho costruito una volta giunta al termine della lettura.
Probabilmente, per non perdermi nel mare delle parole che avrei da dire, suddividerò questa recensione per impressioni.
La prima che ho avuto è stata: stordimento.
Seriamente, mi hai stordita. Sì, proprio come se avessi ricevuto una mazzata sulla nuca e perso momentaneamente le facoltà mentali. Ma tu l'hai fatto indirettamente; in realtà, chi mi ha stordita davvero è stato scoprire chi era il destinatario dell'io narrante. Convinta, terribilmente, convinta che si trattasse di un Sirius immediatamente dopo la fuga ad Azkaban.
E quale sorpresa nello scorpire che in realtà eravamo a molto tempo prima e che ad essere cambiato così tanto era proprio Remus.
Il dolce, pacato, riflessivo Remus.
La seconda impressione è stata: consapevolezza e raccolta dei pezzi.
Ebbene, è poi quindi giunto il momento della riflessione, ed è giunto, in verità, con la seconda rilettura, se possibile ancora più attenta e meticolosa.
E non ho saputo dare torto a Remus: il cambiamento, per come l'ho inteso io, è stato voluto.
L'ho visto come una grossa macchinazione per allontanare Sirius nonché per proteggerlo. Ti prego, correggimi se sbaglio.
In quelle parole algide e distaccate, io ci ho trovato un pizzico di costrizione e finzione; proprio come se Remus si stesse costringendo a mentire - così bene! - per convincere, prima di Sirius, se stesso, per convincersi di star facendo la cosa giusta.
La terza impressione è stata: tristezza.
Tristezza perché è come se avessi balzato da Remus a Sirius. Un Sirius gioioso d'aver ritrovato un amico sincero - no, molto di più - un Sirius che vede morire la propria gioia, che la vede letteralmente congelarsi. Un Sirius, ho percepito, confuso e frustrato, impotente e rammaricato.
Un cambiamento che tenta di giustificare ("Tutti cambiano...") senza riuscirci davvero. Un cambiamento che forse ferisce più della gioia d'aver davanti Remus.
Una tristezza, nondimeno, che si trasmette da lui al lettore, come un virus, un batterio o una febbre. Una tristezza in cui, io lettore, mi sono ritrovata a scuotere la testa e quasi a voler piangere, te lo giuro.
Perché hai saputo dare un'immagine tanto cruda quanto vivida di Remus che l'ho considerato come un vecchio amico che è cambiato inesorabilmente. Proprio come se non fosse solo nella mia testa, proprio come se Remus e Sirius fossero qui, nella cucina di casa mia, a scambiarsi quelle poche, gelide battute.
Infine, la quarta ed ultima impressione è stata: rassegnazione.
Un Sirius che non si sforza più di capire, un Sirius che lascia correre la spiegazione che non vuole venire all'intuizione, un Sirius che lascia andare via Remus, regalandogli un ultimo, definitivo addio. Un bacio, appunto. Un bacio che sa tanto di assoluto, di ultimo e solo.
Lo stile si modella attorno ai personaggi, seguendo il profilo delle parole gelide di Lupin e quelle doloranti e ferite del Black, uno stile dinamico ma forte, determinato, uno stile che diventa un percorso mattonato che il lettore segue senza mai cadere o vacillare, se non quando si incontra/scontra con le emozioni del personaggio.
La grammatica è un guscio perfetto che racchiude il tutto, impeccabile. Mi permetto solo di farti notare una minuscola dimenticanza: un punto interrogativo a conclusione della frase "Perchè lui non dovrebbe". È la classica domanda che, pur essendo retorica, necessita di un segno interrogativo.
E non considerare quest'ultima nota come una pecca o un errore, non lo è assolutamente. Diciamo che è solo una notazione molto spassionata, che è totalmente relativa allo svolgimento eccellente della flashfic.
Io mi congedo, complimentandomi per la tua bravura. La prima Wolfstar? Ragazza mia, non potresti esserne più orgogliosa, credimi!
A presto!
Con rinnovata ammirazione,
Roxar.
|