Accipicchia!
Lo so, lo so, non è un incip particolamente intelligente o adeguato, ma t'assicuro che è stata la primissima cosa che ho pensato, la prima emozione a caldo.
Però, andiamo con calma.
Prima di tutto, permettimi di dirti che ho apprezzato oltre ogni dire la tipologia: le doubledrabble sono assolutamente le mie preferite e, ahimé, anche un genere così poco sfruttato che, quando ne incrocio una, per altro trattante di James e Lily!, navigo in un mare di giuggiole.
Detto questo, la trama.
E qui mi potrei dilungare fino alle prime luci del mattino e spararti un'analisi delle mie, tante sono le cose che avrei da dire. Invece, mia cara, ne dirò solo un paio, le più importanti.
Originalità e "pirandellianità" (passami questo terminaccio che suona malissimo).
Originalità perché il tema della guerra è un tema molto poco trattato, molto, molto poco trattato col dovuto rispetto e con la dovuta delicatezza.
Capirai, dunque, che, avendo ritrovato queste due qualità, ho particolarmente apprezzato.
E converrai con me che, per quanto l'argomento possa essere abusato, ogni volta è originale perché ogni volta è reso in modo diverso, da persone diverse.
Perciò, quel che voglio dirti è che, okay, il tema della guerra probabilmente non è così nuovo, ma il tuo l'ho trovato estremamente originale, spiegato in maniera del tutto diversa. Eccellente, tra parentesi.
Pirandellianità.
Ahimè, temo di dovermi dilungare, qui.
Pirandello. Che grand'uomo e che grand'artista. Pirandello, lo stesso che per la prima volta, nella cultura italiana, introdusse il concetto di ironia-umorismo.
E, Cielo, è già la seconda volta che una storia mi colpisce al punto da portarmi ad un paragone tanto impegnativo. Ma è così.
Spiego immediatamente: nella prima drabble si percepisce l'ironia, quella che ti strappa un sorriso. Quella che, lì per lì, magari ti diverte pure. Abbiamo James che ritarda di dieci minuti, abbiamo Sirius che deve farne sempre qualcuna delle sue e abbiamo Lily e la sua relativa scenata.
Abbiamo poi l'ironia nell'ultimo gesto di James, la trasfigurazione.
Poi, però, arriva l'umorismo. La consapevolezza che quel che si è letto era solo superficialmente divertente, che in realtà, in fondo, non lo era per nulla.
E allora ci imbattiamo in una Lily distrutta, forse, dal suo stesso sollievo ma anche dall'apprensione. Ci imbattiamo in un James che, pentito, torna da lei. E forse tornerà sempre, da lei.
E, infine, s'avverte tutta l'amarezza del contesto e la si avverte proprio là, in quelle ultime parole, nell'ultima riga, che oltre a suggerire una scena di disarmante dolcezza, suggerisce il vero umorismo Pirandelliano.
In sintesi, questo lo reputo davvero un ottimo lavoro se mi ha rimandato ad un collegamento tanto importante e, perciò, i miei più sinceri complimenti e la mia più viva ammirazione.
Infine, mi ritrovo a dover parlare dello stile. Potrei stare qui a cercare decine e decine di aggettivi per descriverlo, ma ne userò solo uno: assordante.
Assordante, sì, il classico stile che è capace di coinvolgerti e scagliarti addosso una quantità non indifferente di emozioni e pensieri.
E questo fa di te una scrittrice assolutamente capace e dotata. Rinnovo pertanto i miei complimenti e la mia ammirazione!
E ora è davvero il caso di congedarmi, credo d'averti trattenuta (spero non tediata!) abbastanza. ^^
Con l'augurio di poterti leggere presto e ringraziandoti per questa piccola cosa preziosa (che va tra le preferite, senza remore),
a presto,
Sara.
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