Tu non puoi postare una shot di così mirabile fattura, rallegrando così la mia giornata e strappandomi un genuino sorriso, e pretendere poi che io non ti ponga i miei più sentiti complimenti. E non osare ribattere a questa mia precedente affermazione, altrimenti conoscerai l’ira suprema di Milady.
Quantomeno, non puoi dire che questa creazione sia una schifezza, dato il poco tempo che vi hai impiegato per comporla. Non ti permettere mai più, sia ben chiaro! Se è entrata a far parte dei preferiti, un motivo più che valido vi è. E voglio dimostrarlo attraverso questa recensione, che altri non è che un profondo ringraziamento per questo pensiero da parte tua.
Forse questa affermazione ti spiazzerà, ma non posso fare altro che farti notare immediatamente i punti negativi di questa bellezza. So bene che hai il vizio malefico, mio caro Fratellino, di postare a tarde ore, però ti prego di prestare maggiore attenzione agli errori di battitura. Ve ne sono alcuni, come “Cugina” al posto di “Cucina”, e altri come la mancanza del secondo “-“ alla chiusura del dialogo (cosa che ho avuto modo di notare anche nelle altre shot… che vizio è?). Inoltre, ripeti in modo quasi asfissiante la parola “Ragazza”. E qui è consigliato l’uso del dizionario dei sinonimi *Amy lo lancia in testa al fratellino*
Se non vi fossero stati, forse ti avrei dato volentieri un bacio in fronte. Qui ora puoi pure roderti il fegato, costringendoti a prestare più attenzione in futuro. Come? Dici chi questo è un meschino ricatto? Forse, ma oggi mi sento in vena di sadismo. Chissà, forse la presenza di Sandra con la sua fidata frusta mi ha un pochino condizionata. Giusto un pochino.
Ovviamente non avertene a male per questi consigli. Vorrei semplicemente aiutarti a migliorare, come brava Sorella che sono. Sicché… penso tu abbia compreso il mio intento. *porge la mano, per aiutarlo a rialzarsi, facendogli l’occhiolino*
Con il cuore in tumulto, la Capopalestra entrò nella cucina, tutto era spento, nessuno stava ad aspettarla, nessun irritante odore di bruciato da una colazione venuta male ne quello stupendo odore di caffè che la ragazza aveva imparato ad adorare.
Chissà cosa avrà provato la povera San alla sola vista della sua stessa casa vuota, al percepire la mancanza e il vuoto incolmabile che la non presenza di Lance aveva generato sia nella sua abitazione sia nel suo cuore. Sarà rimasta alquanto amareggiata dal non trovarlo, felice e sorridente, ad accoglierla durante l’alba di un nuovo giorno… posso ben comprendere la sua delusione. Deve essere davvero un duro colpo svegliarsi alla mattina e vedere i propri sogni sgretolarsi in un breve e fuggente istante. Chissà se il suo precedente incubo era un orribile presagio riguardo quell’infausto avvenire.
Non poteva abbassarsi a chiamare l’unica persona che per tutta la vita aveva proclamato di odiare come nessun altro!. .…anche perché significava darla vinta a quel sentimento che lei si rifiutava con tutta se stessa di accettare.
Infatti, ella stessa ben conscia di quale sia la ragione di tale sua delusione e tristezza. E un sorriso sarcastico nasce sul mio volto, non appena leggo questa frase apparentemente innocente. E mi domando, tra me e me “Allora, San? Hai forse paura di spiccare un salto nel vuoto? Proprio tu, così forte e sicura di te?”.
Sono così umani i suoi indugi, così leciti e giusti. Quel sentimento le genera spavento, perché già consapevole di non poterlo controllare e dominare a suo piacimento come solitamente usa fare nella vita reale con cose vere e tangibili. L’amore è un’arma a doppio taglio, per questa giovane donna. Ferisce l’orgoglio, ma al contempo è la cosa più bella che le sia mai capitata. È immorale e proibito, ma così dolce e invitante.
E quindi Sandra rimase li, con il braccio proteso verso il cellulare, senza prenderlo realmente.
E questa immagine mi mozza il respiro, facendomi traballare tra il confine della commozione e quello della rabbia. Posso immaginarla, Sandra, mentre tende la mano per afferrare quel telefonino. E la sogno, al contempo, mentre protende la mano verso il suo amore peccaminoso e proibito. È un’immagine toccante, sai? Solo tu riesci a creare poesie con frasi così semplici, ma che inducono a pensare.
Lance, mentre cercava , inutilmente, di abituarsi sia al buio che alla suoneria spacca-timpani del suo telefonino, si chiese chi era il pazzo che osava, perché svegliare il più potente allenatore di Jonhto ad un'orario del genere non era ne più ne meno che un suicidio.... forse il Team Rocket che cercava di ucciderlo tramite insonnia?
E qui non riesco a trattenere una risata genuina, mentre mi immagino la sua espressione allo scoprire chi è “Il pazzo omicida” che ha osato infrangere il suo sonno ristoratore. Lo immagino costretto a ricredersi, una volta scoperto a chi appartiene la voce misteriosa.
E così è stato! A volte mi credo una veggente.
La, sul freddo pavimento in legno, riuscì finalmente nell’impresa di rispondere all’ignoto seccatore, un saluto fin troppo volgare sulla lingua
-Lance....
Sano comico-fluff… il mio pane. Sai che mi viene così spontaneo immaginare Lance, sdraiato a terra, con la bocca spalancata e in procinto di inveire contro il suo interlocutore? E subito dopo sussegue l’immagine della sua espressione di stupore mista a dolcezza, mentre ode la voce di chi sta dall’altro capo della rete. Il mio cuore non può fare altro che sussultare, a questo punto!
Sei un dannatissimo Mago, oh Fratellino che vuoi uccidermi a suon di Dragon.
-Sandra? Certo che sono io! Notte insonne? Ribatté Lance, dimenticando la lunga e curata catena di insulti che si era preparato appena qualche momento fa.
-Ma che dici! Volevo solo vedere se quest’aggeggio funzionava! Lance quasi si immaginò Sandra arrossire dall’altra parte della cornetta.
Beata sfrontatezza, benedetto orgoglio. Mai una volta che San si decida a pronunciare parole veritiere e non spudoratamente false e ricolme di onore, neh? Ma è proprio per questo che li amiamo, questi due qua. Perché loro sono così semplici e umani, così vittime del loro stesso carattere orgoglioso e sicuro di sé. E sono adorabili.
Il ragazzo quindi ignorò quel poco velato “volevo sentirti” ed inizio a discutere con la Capopalestra, i suoi piani di vendetta sfumati misteriosamente nel nulla.
Lance, steso sul pavimento con un vistoso bernoccolo in testa, decise che non aveva mai avuto un risveglio più dolce.
Possiamo perfettamente immaginarli: lei, seduta a terra, con la schiena poggiata contro il muro freddo, mentre si rigira una ciocca di capelli azzurri tra le dita… ed un sorriso ed una risata genuina che sfuggono dalle sue labbra; e lui, sdraiato a terra, godente della felicità della sua amante, ascoltatore delle sue parole…
Ed è così semplice capire perché mai abbia ignorato l’affermazione della dolce cuginetta! Se lui avesse osato ribadirlo, dopotutto, avrebbe ricevuto una sana sprangata sui denti. Il che non era affatto conveniente, perciò… ahhh, AMIAMOLI E BASTA.
Sandra non sapeva dire se quel suono che sentiva era il suo cuore che batteva oppure il segnale di chiamata terminata.
Dolce e ingenua confusione, ma contempo giusta e lecita. Ed eccola, seduta al tavolo, mentre fissa ancora quel cellulare che suona a vuoto… con una mano poggiata sul suo cuore, occhi chiusi, ascoltando il suo stesso battito. Le emozioni la travolgono, sovrastandola, cullandola come mai non era capitato prima di allora.
E sono le stesse cose che sto provando io, al leggere questa bella shot. Complimenti, Fratellino, perché mi stupisci sempre più!
Non sapeva perché lo aveva chiamato….forse perché si era stufata di stare ferma ad indossare una maschera e di stare passivamente in attesa ..… oppure un attimo di debolezza….
Eppure, quale che fosse il motivo, ora quella cucina vuota le sembrava cosi calda e accogliente.
E Sandra alza gli occhi al cielo, sorridendo soddisfatta. Osservò l’alba giungere su Ebanopoli, contemplando con cuor sereno l’avvento di un nuovo amore tanto bramato e finalmente giunto in tutta la sua sfolgorante bellezza.
Perché anche io, dopo un po’, divento poetica. Alla faccia delle mie, di maschere. Sei capace di far emergere la mia vera me stessa, grazie a queste mirabili composizioni un po’ confusionarie, però sempre belle e gradevoli da leggere.
Grazie, Bers, per averla scritta.
Basteranno queste parole per esprimere la mia gratitudine? No, ne sono ben conscia.
Però mi auguro che tutto questo poema risulti di tuo gradimento. Sei davvero migliorato, rispetto al nostro primo incontro.
Rinnovo i miei complimenti e i miei ringraziamenti.
Vedi di togliere gli errori, ora!
Au Revoir,
Amy |