Ciao!
Premetto che questa è la prima storia che leggo su Altair, dato che non ho mai giocato ad Assassin's Creed I (se così lo posso chiamare) e ho finito La Crociata Segreta solo due giorni fa. Per quanto riguarda Revelations... Be', ho visto giocare mio fratello, ma ammetto che quando entrava in scena Altair lasciavo perdere perché mi annoiava un poco. Diciamoci la verità, io preferisco Ezio.
Tuttavia, dopo aver concluso il libro e dopo aver letto la tua storia, sono arrivata ad una conclusione: quello che hai scritto è davvero un piccolo capolavoro.
Se fosse stato scritto così bene anche il libro (cosa, ahimé, non fatta... Troppo legato al gioco, troppo schematico e frettoloso, a mio parere...) sarebbe stata una storia molto più avvincente.
Ho apprezzato tantissimo tutta l'introspezione di Tazim, le note con cui hai definito Altair, le pennellate di colore con le quali hai dipinto Darim.
Hai saputo tessere una trama basata sui raporti interpersonali, rendere le emozioni così vivide, così vere...
L'affetto che Altair e Tazim riversano l'uno sull'altro, come se fossero davvero padre e figlio è stato davvero ben caratterizzato. Il momento di massimo pathos l'ho avvertito quando Altair vorrebbe mandar via Tazim ma lui lo prega affinché possa rimanere con lui ancora un po'.
E la risposta di Altair?
«Mi chiedo che cosa io abbia fatto per meritarti, figlio»
Quasi da brivido.
Sì, il rapporto che si instaura tra i due, la sopita invidia di Tazim verso Darim, la personalità complessa di quest'ultimo, il dialogo tra i due sui giardini pensili... Qualcosa di assolutamente perfetto. Esattamente come sarebbe dovuto essere.
Così come sono certa che la personalità intrecciata di Altair avrebbe fatto e detto qualunque cosa tu gli hai fatto fare o dire.
Rimproveri e lodi. Sorrisi e smorfie di rabbia e stizza.
Un eccellente lavoro.
Ben integrato il tutto con la vera storia. Mi è davvero piaciuto come hai saputo integrare, incastrare alla perfezione ogni singolo particolare ripreso dalla versione ufficiale ed inserirlo in questo tuo elaborato.
Tutti i nomi in lingua, piccoli particolari che richiamano il romanzo e che fanno rimpiangere il fatto che sia stato così sbrigativamente scritto. Ma, come ho detto prima, evidentemente si è voluti fare un qualcosa che fosse quanto di più simile al videogioco. Peccato, perché, come hai dimostrato, Assassin's Credd può offfire tanti spunti per parlare della natura umana.
L'unica pecca che ho riscontrato è stata la completa assenza di Maria. Insomma, Altair nel libro la nomina spesso e sappiamo che la sua scomparsa è stata per lui uno dei motivi principali di depressione. In fondo, l'Assasino, prima di schiacciare Abbas si interroga su cosa gli avrebbe detto l'adorata moglie, se fosse stata ancora viva... Comunque, devo ammettere che questa è proprio una sottigliezza, dato che la trama c'è e le descrizioni anche. Per non parlare della resa dei personaggi sulla quale non mi ripeterò.
Come posso concludere? Che sono davvero felice di aver letto questa shot, che almeno per me, ha risollevato un po' il mio giudizio su Altair.
Dal punto di vista stilistico/sintattico trovo che lo stile sia preciso e puntuale, la grammatica ben usata. Ogni tanto c'è solo una lettera minuscola in principio di frase, ma sono davvero errori irrisori. Te lo faccio notare perché sono una gran pignola, non per altro. Non sono queste sciocchezze a dar meno valore alla storia.
Bene, mi pare di aver sproloquiato abbastanza.
Ti saluto e ti rinnovo i complimenti.
*Halley* |