Sarai contenta spero. Sarai contenta, brutta st... mh. Cazzo, ma come fai fatto a sopportare la sofferenza mentre la scrivevi? Mi sono sentita persa in oceano di disperazione fin dalle prime righe, il cuore, cristo, il cuore mi faceva male come se mancasse, anche respirare era orribile e mi bruciavano gli occhi.
L'angoscia tremenda della vita di Tommy, povero esserino, una vita che lui percepisce ormai senza senso, mi ha contagiato tanto che quando è finita ho tirato un sospiro di sollievo e ho ringraziato il cielo di essere viva, che le persone che amo sono vive, e che stiamo bene tutti. È stupido, ma il dolore che ho sentito con questa fic è qualcosa di... qualcosa che fa pensare...
Te lo dissi tempo fa, non riesco in nessun modo a vedere uno dei due morto. A scrivere una cosa così mi sentirei come se stessi vomitando fuori l'anima un po' alla volta. E poi apro questa storia, e devo leggerla perché è tua e perché te lo devo, dopo tutte le lacrime che ti ho fatto versare, ora qualche lacrima l'ho versata anche io. Ma la voglia di chiudere la finestra e di far finta di non averla mai aperta era una tentazione tanto forte che mi sorprendo di non averlo fatto. Va contro me stessa.
Il sogno è stata la cosa più straziante, tanto terribile e ben descritto da farmi supplicare che finisse subito o magari non finisse mai, mi sono immedesimata in Tommy e chiesta fin dal principio come era riuscito ad arrivare fin lì, da dove avesse preso quella forza, perché io sarei stata già morta al suo posto. Stavo affogando nel pensiero della sua vita vuota ed insensata e del guscio inerme che era diventato il suo corpo, e pregavo con lui che fosse quella la realtà e che Adam morto fosse solo un sogno. Pregare cosa poi? Chi? Un Dio che non esiste ed in cui nessuno di noi crede?
Perfetta la descrizione della sua totale assenza di lucidità al risveglio, la realtà che giunge a scatti, buia e dolorosa come una malattia che ti divora da dentro, pezzo dopo pezzo, ed il dolore senza tregua, che nulla riesce a calmare. E la conclusione quasi liberatoria, che ti fa tirare un sospiro di sollievo, la consapevolezza che l'oblio, la fine di tutto, l'eterna notte senza sogni che è la morte, come direbbe Socrate, è un guadagno meraviglioso.
Hai detto "non ci metterò delle droghe", ma alla fine trovo gli ansiolitici un ottimo sostituto. Molto dolorosa la scelta di morire affogato nella vasca, io non avrei mai avuto la forza, è una morte così dolorosa e orribile. Però infondo, nella sua situazione, neanche ci ha badato poi tanto: "ormai era talmente assuefatto alla sofferenza, nell’anima come nel corpo, che non poteva esserci una vera differenza neppure tra la vita e la morte".
Che tristezza...
Sempre bravissima, nel bene e nel male.
Un bacio.
Tua, Juliet |