Eccomi. FINALMENTE. Dopo un'attesa oltraggiosa, riesco a recensire.
Dio sa quante volte ci ho provato. Ma sono cose che richiedono tempo, e una certa lucidità d'animo, una combinazione decisamente troppo rara, di questi tempi.
Con questo scritto, dopo il finale quieto e complice di Suoni, mi fai scivolare di nuovo in un ambiente tutto tuo, più intimo, più tetro, meno biografico [per quanto abbia senso l'attività della scrittura scissa dai moti della vita privata].
Se potessi intitolare ogni capitolo, direi: il Qualunque, la Negazione, il Riso, il Grido, lo Scherzo.
Ed è un climax dei tuoi che apre e descrive il disagio delle maschere, della superficialità della vita e degli artigli avvelenati di cinismo e disgusto che portiamo conficcati in cuore. Questo pezzo mi sa di questo. E alla fine del climax, non a caso, no, non credo, lo Scherzo, che io ho visto come un cattivo scherzo, una pessima burla dal gusto sadico, e contemporaneamente il grande scherzo della recita, perché, come spesso pare, con te, si è su un palco. Lo scherzo della morte, della bugia, del girotondo macabro dei ruoli, è tutta una danza che mi hai fatto bere a piccoli sorsi, molto pensati, molto calibrati, per quel che ho potuto vedere.
Conosco il tuo tema del dolore, del nichilismo e di una prigionia truccata da spettacolo, ma riesci sempre a riproporli con sobria nudità. Il rintocco di parole che si ripetono contribuisce a dipingere il senso surreale e schiacciante, come un mantra insano, calato a pennello.
La solitudine, la rabbia e l'oscurità si alternano senza lasciare spazi bianchi, senza lacune, e resta un inebriante e agro senso d'impotenza e follia, di macchinose lucidità che si disperano.
Il tuo stile, insomma, non mi delude mai. Le tue storie sono acuminate e buone da masticare al buio. Le parole e le atmosfere s'intrecciano in un piccolo testo che rimane.
A te i miei -ritardatari, ma- sincerissimi complimenti ;)
M_E_M |