Recensioni per
L'umore non vale
di Fed

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
03/02/14, ore 22:55
Cap. 1:

Stupenda. Rientra nelle serie "cose che avrei voluto scrivere io, porco cazzo."

Recensore Junior
03/09/12, ore 14:05
Cap. 1:

Una figata, senza le ipocrisie del caso (in QUESTO caso, di chi recensisce e di chi scrive). Il ritmo l'ho adorato, le rime, le parole contundenti che puzzano di ozono, che sanno di sangue e di frutta marcia. E la simbologia, la doppiezza delle analogie, la buffoneria, la serietà che scorre fluente perché non si prende sul serio. Un bel pezzo di storia. Davvero.

Recensore Veterano
12/07/12, ore 21:55
Cap. 1:

Salve.
Mi piace molto il modo in cui scrivi ed anche se questa tua creazione è sotto il genere "Nonsence", in qualche modo lo ha. Sei riuscito perfettamente a farmi calare dentro ogni parola della storia, facendomi visualizzare ogni singola scena.
Complimenti!

Recensore Junior
07/04/12, ore 16:19
Cap. 1:

Eccomi. FINALMENTE. Dopo un'attesa oltraggiosa, riesco a recensire.
Dio sa quante volte ci ho provato. Ma sono cose che richiedono tempo, e una certa lucidità d'animo, una combinazione decisamente troppo rara, di questi tempi.
Con questo scritto, dopo il finale quieto e complice di Suoni, mi fai scivolare di nuovo in un ambiente tutto tuo, più intimo, più tetro, meno biografico [per quanto abbia senso l'attività della scrittura scissa dai moti della vita privata].
Se potessi intitolare ogni capitolo, direi: il Qualunque, la Negazione, il Riso, il Grido, lo Scherzo.
Ed è un climax dei tuoi che apre e descrive il disagio delle maschere, della superficialità della vita e degli artigli avvelenati di cinismo e disgusto che portiamo conficcati in cuore. Questo pezzo mi sa di questo. E alla fine del climax, non a caso, no, non credo, lo Scherzo, che io ho visto come un cattivo scherzo, una pessima burla dal gusto sadico, e contemporaneamente il grande scherzo della recita, perché, come spesso pare, con te, si è su un palco. Lo scherzo della morte, della bugia, del girotondo macabro dei ruoli, è tutta una danza che mi hai fatto bere a piccoli sorsi, molto pensati, molto calibrati, per quel che ho potuto vedere.
Conosco il tuo tema del dolore, del nichilismo e di una prigionia truccata da spettacolo, ma riesci sempre a riproporli con sobria nudità. Il rintocco di parole che si ripetono contribuisce a dipingere il senso surreale e schiacciante, come un mantra insano, calato a pennello.
La solitudine, la rabbia e l'oscurità si alternano senza lasciare spazi bianchi, senza lacune, e resta un inebriante e agro senso d'impotenza e follia, di macchinose lucidità che si disperano.
Il tuo stile, insomma, non mi delude mai. Le tue storie sono acuminate e buone da masticare al buio. Le parole e le atmosfere s'intrecciano in un piccolo testo che rimane.
A te i miei -ritardatari, ma- sincerissimi complimenti ;)

M_E_M

Recensore Junior
01/02/12, ore 11:40
Cap. 1:

Cinque atti ammalati, veloci, ritmati di paura e follia.
E' questo quello che ho letto.
Uno spettacolo tetro, privo d'umore (come dici nel titolo) e l'ho inteso sia come liquido e linfa vitale, sia come stato d'animo.
Qui non c'è spazio per sentimenti riflettuti, ma solo per una girandola fatta di capriole fra i rovi. Che male.
Mi è piaciuta l'anima di lui legata alle caviglie e le vocali nere di lei.
Mi è piaciuto l'universo autistico dei due, nonostante il pubblico, e nonostante gli assenti, che vengono notati poi! Meraviglia al balsamo di nulla.
Questa mano tesa goffamente da lui, amputata con un'ascia affilata da lei... Ma chi è il codardo fra i due? Ci lasci in sospeso, fra i due è una spirale di sangue, violenza e sentimenti graffiati. Protagonisti che non comunicano, pur forse volendo. Incanto.
[Prima di andare avanti... Ho notato forse la mancanza di una a all'inizio: attento però__chiudere gli occhi; poi forse sguagliato, che la Vecchia e Saggia Crusca ammette... Non so, mi spieghi cosa intendevi? Piccoli appunti per l'autrice che amo, sia chiaro].
Lui è conscio della sua banalità, qualunquismo al sapore di ossequi malandati. Lei gracchia, fa rumore, e spaventa. Non so perché ma la scena l'ho immaginata, ho visto questo teatro rigonfio e con il sipario rosso e polveroso. Le sedie giallastre, il pubblico informe all'inizio poi divenire palpabile nel mentre, e qualinquista, più di tutti, alla fine, è proprio il pubblico.
E' come se avessi voluto mettere ordine apparente a un grido che lacera. Davvero, latra questo tuo componimento.
E stai lì col tuo cappello a penzoloni, a ridacchiare, perché ormai l'hai tirato fuori e non vuoi pensarci più.
Il finale è magnifico. MAGNIFICO. Perché prende a schiaffi. Dai l'andamento di nenia alla storia, tirando però schiaffetti molesti qua e là, nel mentre.
Sei grande.
Vado a rileggerlo di nuovo, e perdona la focosità insensata delle mie parole.
Ti abbraccio, mentre qui c'è la neve.
Ehi, ti abbraccio davvero.

Kuroi