Recensioni per
E' in certi sguardi che s'intravede l'infinito
di OperationFailed

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
22/07/14, ore 00:29

E' la fic più insolita che finora ho letto con i personaggi Sh e J. La trasformazione che hai messo in atto per il detective, così d'istinto, mi ha veramente angosciato, tant'è che, prima di rileggere la storia, ho lasciato trascorrere qualche mese. Non riuscivo a dimenticarla ma non era facile per me accantonare la tristezza infinita che me ne derivava. Infatti, vedere allontanare Sh da J , era già un fatto doloroso ma assistere al suo addio senza ritorno, anche per la sua nuova dimensione (cigno), è stato veramente devastante. Per Watson non c’è sicuramente speranza. Ma, alla luce della Season 3, con Mary e un figlio in arrivo, per il sentimento indubbio che unisce i due coinquilini, non c’è proprio futuro a meno che non succeda qualcosa di traumatico. Dunque sei stata profetica ( l’hai scritta nel 2012, giusto?!) e provvidenziale nel far sì che Sh se ne vada lasciando il suo testamento di memorie solo a J. E assumendo, in una spettacolare metamorfosi, una forma che lo rappresenti simbolicamente ed esteticamente in modo perfetto: la sua bellezza è, in certe sue espressioni, irraggiungibile ed eterea nella sua eleganza e, quasi incorporea, sessualità. Proprio come un cigno, così altero e solitario. “…Le piume nere sembrano lacrime inconsolabili…”: viene così cristallizzata anche la grande sofferenza che devasta Sh. Troppa perchè lui possa riuscire, nella sua singolare umanità, ad andare avanti come semplice persona. E, permettimi, povero John! Tutti noi, o quasi, nel fandom lo immaginiamo più forte di Sh nel dolore e nell’attesa. Ma è proprio così?! Storia da non dimenticare.

Recensore Veterano
12/01/14, ore 15:03

La leggo oggi per la prima volta e sono rapita. E' dolorosa ma soave. Nella sua dimensione quasi onirica, ti àncora alla terra con le sue descrizioni particolareggiate, ma che probabilmente danno ancora più intensità a un evento impossibile che ti colpisce forte, come forte è l'amore - il legame eterno - che si percepisce tra Sherlock e John, che qui si allenta ma che non si spezzerà mai.
Sì, è una post reichenbach bella e buona, e ti lascia stordito allo stesso modo.
Bellissima, davvero. Spettacolare.
Un abbraccio
Claudia

Recensore Veterano
03/03/12, ore 19:59

salve, bellissima, dolcissima, trascuratissima moglie. sono davvero estremamente dispiaciuta. cioè, non leggo praticamente mai le cose scritte da te. o meglio, non leggo praticamente mai le cose scritte da nessuno, ma questo è un altro discorso e non mi va di giocare allo scaricabarile, perchè la colpa è della sottoscritta. mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
comunque. 
le rare volte che leggo qualcosa di tuo, ti giuro che vorrei avere davanti un libro di qualche zillione di pagine, sul serio. tu devi scrivere. per il bene dell'umanità. scrivi un sacco. se mai il dragon shenron dovesse esistere, cercherei le sfere e gli chiederei di trasformarti nell'equivalente letterario di David Bowie. se ti sta bene, è ovvio. ventiquattro libri credo che potrebbero andare bene, tanto per iniziare.
e poi, NON SAPEVO CHE TI PIACESSE PALAHNIUK! **
ma comunque. non sono qui per parlare di quanto bellissima sia mia moglie.
mi piace tanto lo Sherlock della BBC, davvero. mi ricorda anche vagamente Dr House LOL. nella mia modesta opinione, penso che è così che dovrebbe essere. per quanto sia bello quello di Robert Downey Jr, che adoro tantissimo, mi sembra un po' troppo... non so, non hollywoodiano, ma troppo poco britannico. questo mi piace di più, ecco.
e ovviamente le cose che scrivi tu mi lasciano sempre speechless and redundant. il modo in cui accosti gli aggettivi è estremamente... non so, piacevole? se è questa la parola che inseguo. comunque. un mero sito di fanfiction è riduttivo per te, giuro e stra giuro.
ci sentiamo presto, bellissima consorte! :)
xxx
SLAPPYplatypus

Recensore Veterano
25/02/12, ore 23:56

Tu scrivi cose difficili.
Tu scrivi cose bianche.
Il bianco è un colore difficile. Da concepire, da riprodurre, da guardare. E' puro e disarmante.
Difficile, perché è facile da capire. Troppo abituati a machiavellici giri di parole, a significati nascosti, il bianco spiazza e acceca per essere solo bianco.

Sembra impossibile che Sherlock che si ritrasforma in cigno sia semplicemente così, eppure lo è.

Questa immagine mi ha fatto male, tanto da interrompere più volte la lettura.
Sherlock, l'acqua, l'infinito, John. E lui che posa sulle sue spalle il suo cappotto che in fondo è simbolo di tutto quello che hanno passato insieme. E' il finale di FUR.
E' drammaticamente quel finale che fa male e l'associazione delle due cose è di un dolore disarmante, ma bello.
Non voglio dire che tu abbia copiato o simili, ma solo che la lirica delle tue parole e la potenza della tua visione ha evocato in me il ricordo di questo film che tocca molte corde e non tutte buone, ma tutte belle.
E' la potenza del bianco.
E' la potenza della tua scrittura.
E' Reichenbach, solo più pulito.
E fa male quasi allo stesso modo.

Nuovo recensore
08/02/12, ore 00:24

Aw. 
Non sto granché bene, quindi sarà una recensione breve e senza senso (e quando mai) però, insomma, mi è piaciuta molto - il pezzo dove Sherlock mette il cappotto sulle spalle di John mi ha un po' spezzato il cuore. ;_; La presenza del cigno mi ha dato un paio di supposizioni sulla missione di Sherlock, ma sono vaneggi di una Nari malata che probabilmente domani le avrà dimenticate *ride* Comunque dacci il prequel. Punto.

Recensore Veterano
06/02/12, ore 23:14

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Direi che è giunto il momento di dire la mia, nonostante il mio parere sia tranquillamente ignorabile.
Partiamo dall'inizio, tanto per tentare di dare una logica a tutto ciò.
Parto e Fran, e tu come me dovresti sapere che queste cose non si fanno. Prime righe, prima pugnalata, e già il cuore inizia a far fagotto.
Quest’uomo ha l’infinito negli occhi. e già qui, io lo sai che l'ho visto, una volta, l'infinito negli occhi di qualcuno? È che ce lo volevo vedere io, sai com'è, ed in effetti c'era. Chissà se l'ha notato anche qualcun altro, mi domando. Ma ad ogni modo, ho visto quell'infinito, e tant'è perché già iniziamo male.
Tutta la scena, il paesaggio dipinto come un quadro, è già quello che mi ha fatto spalancare la bocca e pensare ecco, questa è Anna, questa è proprio lei.
E’ il paio più brutto e scomodo che ha, ma era il primo a portata di mano e non ha avuto il tempo di cercare i vestiti giusti per un addio. Come ci si veste, per un addio? Di coraggio, forse. Di tristezza. Posso capire John, è difficile trovare qualcosa da mettere in certi momenti.
Tutte le descrizioni di Sherlock che si spoglia sono qualcosa di sovrannaturale, ed è quello ciò che mi porta ogni volta a pensare che ci sia qualcosa in te che va oltre quello che noi vediamo, che va oltre quello che esiste su questa terra ed oltre quello che riusciamo anche solo ad immaginare.
E poi faccio un salto - perché sennò davvero qui ci passo la nottata - ed arrivo al solito tentativo di John di recuperare un minimo di contegno, quel suo aspetto militare che anche a Sherlock piace, quella sua capacità di rimanere composto e con la schiena dritta anche quando il mondo gli sta crollando addosso.
E rimane così fin quando Sherlock va via, e non può più vederlo, e lo insegue, perché, diamine!, l'acqua è quella, Sherlock deve essere ancora da qualche parte lì sotto, ed invece no. Semplicemente? No.
Poi il cigno è qualcosa di speciale che non mi permetto nemmeno di commentare.
Viene liberato, ringrazia, forse, probabile. C'è troppo, dietro, e non oso domandare.
Ad ogni modo, tutto ciò mi ha veramente preso il cuore, stasera, che ha fatto i bagagli ed è andato ad affogare con Sherlock - non ha fatto molto male, però, tranquilla, l'ho già tolto tempo fa, dal petto. Ora gira libero, sapessi che ansia starlo a controllare.
Segnalo per le scelte perché purtroppo non si può segnalare direttamente l'autore, magari chiedendo di fargli un mega banner all'entrata di EFP, e ti saluto, con un inchino. Non vedo l'ora di conoscerti.
Ah, mi hai fatto venir voglia di scrivere su Novecento.
Ed entrambe sappiamo che cosa vuol dire.
(Recensione modificata il 06/02/2012 - 11:15 pm)

Recensore Junior
06/02/12, ore 20:45

Mi è piaciuta. Visionaria, metaforica, scorrevole, estraniante. Aggiungo curata, cosa che non accade spesso (sia graficamente che come scelta delle parole). Solo una piccola critica: le note a fondo pagina sono sempre una sconfitta dell'autore che ti deve spiegare qualcosa che nel testo non era chiaro. Deve sempre essere volutamente chiaro o volutamente oscuro, ambiguo quello che racconti. Sarebbe sempre meglio evitare le note e lasciare al lettore la libertà di interpretare al di là delle tue intenzioni (beh più o meno, se ti dico che è un racconto dai chiari intenti animalisti c'è qualcosa che non va. In me. Come lettore). E' un 'errore' (tra parentesi perché alla fine soggettivo) di tanti scrittori, soprattutto all'inizio, quello di voler spiegare troppo. Nel tuo caso secondo me non ce n'era assolutamente bisogno. 
(Recensione modificata il 06/02/2012 - 08:48 pm)

Recensore Veterano
06/02/12, ore 20:31

Sono le fic come questa - cioè praticamente tutte le tue e anche molte altre -, vissute, ragionate, in cui nulla è lasciato al caso e persino i minimi dettagli sono limati alla perfezione, che fanno davvero venire voglia di appendere tutto al chiodo per questo bene superiore.
E questa recensione non ha senso, ma non sono capace di scriverle e nel mio cervello di senso ne ha fin troppo. Comunque, traducendo, è un complimenti in lettere cubitali.

Recensore Junior
06/02/12, ore 18:44

Forse mi sbaglio, ma oltre alla citazione, noto richiami nel tuo stile che rimandano a Baricco. Ora, io non impazzisco per la sua scrittura, ma trovo affascinante la tua mediazione.
Le parole che usi per descrivere la figura di Sherlock, sono splendide e perfette. Sembra che abbiano una doppia valenza: ne fanno un ritratto fisico indubbiamente, ma a tratti anche emotivo.
Dai un immagine davvero poetica di Sherlock, e incredibilmente -considerando il personaggio- il risultato non è per niente forzato o esageratamente liricizzato.
John è struggente, lì con il capotto di Sherlock mentre lo guarda scivolare nell'acqua gelida. E anche qui rendo merito alle tua scrittura che mette in luce contrasti e immagini spettacolari (Turner, penso proprio a Turner, io).
L'idea della storia in sé mi ha davvero stupita e credo di averla apprezzata così per via della tua abilità stilistica.
L'interpretazione della famosa frase di Holmes ne "Il segno dei quattro" è curiosa, vero, ma trovo che l'originalità sia una rara qualità. Quindi, complimenti. Mi hai permesso di leggere una fan fiction *diversa* in questo fandom -mi permetto di dirlo- un pò monotono, scritta in modo davvero esemplare.

Recensore Junior
06/02/12, ore 17:34

C'è qualcosa, in questa storia, che mi ha morso il cuore ed ha continuato a masticarlo lentamente fino alla fine. Premetto che adoro la figura del cigno, la sua grazia,la sua eleganza, i suoi mille significati e, soprattutto, il suo essere rappresentate dell'Unico femminile e maschile... a questo proposito ti consiglio di guardare il balletto "Swan Lake" di Matthew Bourne in cui il cigno non è la fragile fanciulla, è un uomo (che un po' somiglia a questo tuo Sherlock) alter-ego del principe che è attratto da lui. Fatta questa piccola digressione procederei con la recensione. Trovo che la trama sia psicologicamente complessa - cosa che ho adorato- inoltre è permeata di malinconia e galleggia in una dimensione onirica magistralmente descritta. La figura di Sherlock è IC per alcuni versi ed OOC per altri ma, all'interno di questa storia, è perfetta, impalpabile ma reale, fredda ma accogliente, sensibile ma allo stesso tempo egoista nel suo voler assicurarsi di rimanere nella mente e nel cuore di John con quel primo e ultimo bacio che apre una ferita inguaribile. Ho apprezzato anche il fatto che non tutto ciò che succede viene spiegato, lasciando spazio a domande e dubbi nel lettore che si trova, inevitabilmente, incatenato alle parole desideroso di saperne di più. Ti faccio i miei complimenti, davvero, e spero di poter vedere presto un prequel. Non tanto per la curiosità di sapere come mai Sherlock sia un essere sovrannaturale nella tua mente (chissà che altro ci sarà lì dentro **) ma per perdermi di nuovo in queste scene da dipinto che riesci a descrivere.
Brava, un abbraccio