Questo è un colpo basso.
Abbinare la dedica a QUESTA storia. Veramente, è ilpiùbelregalomairicevuto. Sarà che tipo io e te siamo tipo, tipo, tipo la stessa fottuta persona, ma è ESATTAMENTE come l'immaginavo; nè più nè meno, esattamente così. L'orgoglio di Achille che non sfiorisce mai totalmente - accezione che già Omero gli aveva attribuito - tranne forse quando a conoscenza della morte di Patroclo. Patroclo che, perfettamente rappresentato, si - in qualche modo - sacrifica. L'ho adorata.
L'unica cosuccia di cui non sono certa - perché con te non posso non essere sincera - è "L'unica frase che mai avrebbe potuto dire, per la sua condizione sociale, per le regole della società greca che condannavano i suoi sogni per il futuro."
Cioè, mi spiego, non sono del tutto certa che la società greca non lo ammettesse, anzi credo ci fosse un certo "libertinismo" in questione, però comunque non è nulla di che, più che altro una riflessione mia...
Lo stile è perfettamente realistico, le battute - per quanto mi riguarda - le avrebbe potute scrivere Omero in persona. Che dire, ora mi sarà meno gravoso tradurre quelle immense versioni piene di accenti e segni grafici!
La parte che ho preferito - e che ho trovato fottutamente geniale - è stata quella in cui Achille veste Patroclo per la battaglia; è un gesto pregno di significato, non molto lontano da quello che Andromaca farebbe nei confronti di Ettore (ed ecco qui delinearsi le due coppie dell'opera, eheh). Amore, in toto: L'HO ADORATA.
Totalmente, indipendentemente da quella dedica dolciosamentemagnifica che sta all'inizio. Brava, brava, brava, perfetta.
Tua,
Eva. Anzi, Silvia. (Recensione modificata il 22/02/2012 - 02:09 pm) (Recensione modificata il 22/02/2012 - 02:10 pm) |