Come direbbe Holly "Colpita e affondata".
Questa storia è intensa, vera, forte ed emozionante. Ci racconti di un uomo, ci racconti del mondo e della realtà di tutti i giorni, e lo fai con spietata crudeltà. Non usi fronzoli - a che pro prendersi in giro, se poi sappiamo benissimo che quello che ci circonda è solo un palco abbandonato? -, non ti servi di metafore per parlare di ciò che tutti conosciamo. Lo fai e basta, e lo fai in un modo che mi ricorda il vecchio Enrico Brizzi delle origini, con il suo "Jack Frusciante è uscito dal gruppo".
Lo fai con una mimesi totale tra narratore e personaggio, lo fai con una cognizione di causa che rispecchia una maturità che appartiene a un'altra generazione e non alla tua. Utilizzi l'occhio attento ai dettagli del narratore seriale, di chi coglie le storie nelle vite degli altri e sa raccontarle.
Dolcissimo l'incontro immaginario con la moglie: hai saputo rendere giustizia a un cliché che rischiava di scivolare nell'autocommiserazione più pura.
Una bellissima storia, che finisce tra le mie preferite perché se lo merita (^^) |