Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: evilangel    24/03/2012    4 recensioni
Guardò le orme che aveva lasciato sulla sabbia, mentre la voglia di abbandonare tutto quanto e tornarsene a casa si faceva sempre maggiore.
Ci pensò un altro po’ ai momenti che avevano passato su quella spiaggia, alle risate che aveva fatto Jousuke quando gli si era confessato.
L’aveva guardato per un attimo, poi era scoppiato a ridere, come fosse uno scherzo. 
______________________________ _ _ _
BuonaseraH :'3!
Appena finito di scrivere una piccola TsunaTachi -forseancheunpòdepressiva- .3.
Perchè io mantengo sempre le promesse ùwù
E spero che esistano un pò di persone che supportano la coppia .___."
Bene, non so come si avenuta fuori questa cosa, ma si sviluppa (?) nel periodo in cui Tsunami è nell'Inazuma Japan.
Amore a senso unico per il nostro piccolo Tachimukai~
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Darren/Yuuki, Harley/Jousuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

. I miss You .

[Se tu non mi ami, non importa, sono in grado di amare per tutti e due.]
[Ernest Hemingway]

 
 
La malinconia e la mancanza sono quelle che ci spingono sempre a ricordare, a cercare di trovare un sorriso in quelli che sono solo ricordi.
Aspettare che quel peso silenzioso sul cuore se ne vada, anche se non ci accorgiamo nemmeno della sua esistenza.
E ogni giorno cercare di non rincorrere quella persona così distante, ma che un attimo prima di partire ci aveva detto che sarebbe rimasta con noi sempre.
Si era così tanto abituato a nutrirsi di quei soli ricordi, che ora anche solo un suo piccolo frammento gli bastava, che ogni essenza in suo ricordo era sufficiente a farlo sorridere, rassegnato al fatto che dopo due mesi avrebbe solo dovuto aspettare ancora un altro po’, per finalmente poterlo rivedere.
Ma nell’attesa, era riuscito a trovare un po’ di conforto in quella spiaggia così bianca, quell’aria marina che tanto caratterizzavano la sua casa.
Si sentiva uno stupido per aver intrapreso quel viaggio solo per poterlo immaginare, ricordare quanti momenti avevano passato insieme, perché con il passare del tempo la sua immagine lentamente si era sbiadita, come con una vecchia foto tenuta tra le pagine di un libro per troppo tempo.

Scese con un balzo dal traghetto, sfiorando appena la sabbia bianca. Inspirò forte l’aria che sapeva di sale, e subito sorrise. Un sorriso grande, un po’ triste. Uno di quelli che ti vengono quando guardi in faccia la persona che ti ha appena rifiutato, ma pensi che sia meglio ridere che piangere, e allora cerchi di alzare appena gli angoli delle labbra, ma ti viene fuori solo una smorfia strana.
Si slacciò la felpa blu e se l’allacciò alla vita, perché sapeva che non sarebbe riuscito ad indossarla  ancora per molto, dato il caldo soffocante che premeva sull’isola.
Non aveva portato nulla con sé, solo il biglietto di ritorno per quella sera. Gli sarebbe bastato solo un giorno, poi sarebbe tornato alla Folkshore, alla vita di sempre.
Tutto lì sembrava così familiare, così carico di tutti quei ricordi tra cui poteva scorgere gli allenamenti passati, i pasti con la squadra, le ore che aveva passato ad osservarlo mentre faceva surf, tentando di cavalcare un’onda difficile.
Si nascondeva dietro alle tende di una finestra, e da lì aveva passato un sacco di tempo, a rendersi conto di quello che stava lentamente crescendo, inconsapevole.

Si fermò un attimo sul molo, osservando il profilo della spiaggia che dava sul mare, con quelle leggere onde che s’increspavano in leggeri strati di schiuma bianca. Altre erano più alte, sovrastando piccoli scogli, travolgendo alcuni bambini che giocavano sulla spiaggia.
Prendevano altezza al largo della riva, poi, lentamente, scomparivano riunendosi al mare man mano che si avvicinavano. E quelle lontane, quelle alte, lui sarebbe stato capace di cavalcarle per davvero.
Con quell’animo forte, era sicuro che sarebbe riuscito a cavalcare anche quell’onda che gli aveva sempre dato problemi, capace di migliorare ogni giorno, non arrendendosi.
Si sedette un attimo sulla spiaggia, sotto quel sole fastidiosamente brillante.
Erano così diversi. Lui: timido, piccolo, sempre incline all’arrossimento, qualsiasi cosa gli venga detta, timoroso di quello che avrebbe potuto dire la gente se avesse scoperto quello che pensava veramente di quel capellone rosa.
Quello così estroverso, sorridente, talentuoso, aperto a nuove esperienze… e alto.
E ogni tanto gli pareva che ci fosse un divario enorme tra di loro, ma perché d’altronde era così.
Ma non sapeva se a quel punto valesse ancora la regola del “Gli opposti si attraggono”, anche solo per il fatto che gli opposti dovrebbero essere maschio e femmina.
Raccapricciante.
 
Chissà che cosa stava facendo in quel momento, o se almeno ci avesse pensato nei due mesi in cui non lo aveva visto.
Magari aveva cambiato idea in proposito, ma aveva sempre avuto aspettative troppo alte, un’immaginazione troppo fervida, e una mente troppo ingenua.
Come una ragazzina…
Nascose il viso nella felpa, anche se nessuno lo vedeva, essendosi reso conto in quel momento di quanto fosse stupido tutto quello che faceva, di quanto sembrassero imbarazzanti i suoi discorsi e i suoi modi per combattere quella che era solo nostalgia.

Cosa fanno le persone normali quando manca loro una persona? La chiamano al telefono, gli mandano un messaggio, o una lettera.
Ecco, non aveva avuto nemmeno il coraggio di fare quello. Di prendere in mano una maledetta penna e scrivergli qualcosa, nella paura di sembrare un disperato. Perché tutto ora poteva essere visto da una prospettiva diversa dopo che gli aveva detto quello che pensava davvero.
Ma forse era meglio che se ne fosse stato zitto. Forse era meglio che fossero solo amici, per non risultare goffi, a disagio, per non perdere quelli che Tachimukai considerava i loro momenti speciali, anche se dopotutto non erano nulla di che.
Qualche tiro di pallone, qualche lezione privata di surf -finita malissimo-, qualche risata mangiando la cena all’aperto.  
Dopotutto, anche gli amici fanno tutto questo. Ma per un attimo, irreale e disperato, si era illuso del fatto di non essere nel torto, del fatto che anche lui ricambiasse gli stessi sorrisi che gli lanciava di tanto in tanto. Forse si era già accorto da un po’ del fatto che non fossero dei semplici sorrisi, ma l’idea era sembrata così tanto inverosimile da essere subito cestinata, e messa da parte.

Un onda gli schizzò a qualche centimetro del viso, e a quel punto si alzò, essendosi accorto che la marea si stava alzando.
Rimase un altro po’ in piedi, mentre l’acqua gli bagnava i piedi, intanto che s’infilava le mani in tasca. Iniziò a camminare un po’ lungo il sottile filo di schiuma bianca che delimitava l’acqua, cercando di seguirne il moto a zig zag, invano.
Si spostava sempre, quello. In avanti e indietro, avanti e indietro, mobilitato dal moto delle onde. Guardò le orme che aveva lasciato sulla sabbia, mentre la voglia di abbandonare tutto quanto e tornarsene a casa si faceva sempre maggiore.
Ci pensò un altro po’ ai momenti che avevano passato su quella spiaggia, alle risate che aveva fatto Jousuke quando gli si era confessato.
L’aveva guardato per un attimo, poi era scoppiato a ridere, come fosse uno scherzo.
Prese ad osservare un po’ un onda che si stava creando in lontananza, mentre un alito di vento particolarmente forte gli scostava i ciuffi fastidiosi dal viso.
Ci era rimasto male quella volta, ma poi aveva capito…
 

…che solo aspettando avrebbe ottenuto la risposta che voleva.
 

Aspettando il suo ritorno~



~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ Image and video hosting by TinyPic ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

BuonaseraH ‘3’
*Mangia muffin*
Vedo che c’è qualcuno che è riuscito ad arrivare fino a qui senza buttare giù il computer dalla finestra °^°
…O avete saltato tutta la fic per venire a leggere qui èwè?
Babbè, grazie per aver letto questa robezzuola depressiva (?) e cortina, ma dovevo scriverla  *^*
Perché io le mie promesse le mantengo ùwù
E spero che apprezziate la TsunaTachi come coppia perché è assolutamente una delle mie preferiteH ;^;
e mi piacerebbe leggere su di loro ogni tanto, sisi
Confido sul fatto che vi sia piaciuta -secertocomeno- e me ne sguscio via a buttare la carta del muffin :3
 
Un Salutone ♥,
Debby.

P.s. Lasciate perdere la mia propensione per i titoli in inglese ;A;

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: evilangel