Quante cose hai passato, Okita?
Quante cose hai visto?
Quanto male hai fatto,
Quanto male hai subito, Okita?
Pensiero vagante
nella brezza della mattina.
Adesso giaci qui
con le tue ceneri,
a bearti della morte,
a crogiolarti nello spirito
di un vero guerriero. Samurai
Gran parola,
samurai
Degna di pochi
Degna dei coraggiosi
dei leali,
dei giusti d’ animo.
Il dolore
Il tuo dolore,
non ti ha fermato.
Neanche quando tossivi
Neanche quando sputavi sangue Neanche quando morivi.
Ma cosa te ne sei fatto dei sacrifici
Del digrignare di denti
Della fatica, della gloria?
“Un guerriero è tale
se i posteri se ne ricorderanno”,
sarebbe stata la risposta.
E adesso,
in questa valle di lacrime
in questo squallido posto
qui sul luogo della tua morte
noi ti ricordiamo
noi poniamo questo epitaffio.
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NOTE DELL' AUTRICE
Sono sempre molto ristretta nelle note, ma abbiate comunque la pazienza di sopportare quel poco che scrivo.
LOL :D
Questa volta sprecherò il mio angoletto per spiegare la metrica del testo.
Come avete notato, la punteggiatura è abbastanza irregolare, le poche virgole e i punti servono a prendere il respiro, mentre la totale assenza (enjembement) è un fatto voluto, in quanto in questo modo il verso appare dal ritmo lento e singhiozzato e DOVREBBE (dico così perché non si sa mai) suggerire il dolore delle persone che circondano la lapide di Souji; che è la scena che ho voluto descrivere.
Detto questo, io mi ritiro.
Spero che la poesia sia stata gradevole.
Marta