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Autore: tyurru_chan    26/03/2012    2 recensioni
[Drakengard 2]
Piccola raccolta di episodi di vita di Nowe dedicati ai momenti più importanti della sua vita accanto alle persone che più ha amato.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Poteva sentirla.

La forte brezza mattutina che lo sfiorava facendolo rabbrividire impercettibilmente, svegliandolo così dal suo sonno.

Legna che lo osservava con la coda dell’occhio se ne accorse. Infatti scese di quota ove la temperatura era meno rigida.

Lentamente il bimbo seduto sul dorso del drago si stropicciò gli occhi sbadigliando sonoramente.

Benché fosse privo di qualsiasi indumento il calore dell’imponente drago su cui si trovava lo faceva sentire al caldo.

Il piccolo ancora un po’ assonnato si sporse per osservare il panorama sottostante.

Proprio in quel momento stavano sorvolando una zona rocciosa, piena di montagne e alberi centenari.

Tuttavia il forte vento che gli scompigliava le ciocche di capelli castano nocciola gli impediva di vedere come si deve la zona sottostante.

C’era qualcosa che non andava lo sentiva… Legna stava volando troppo veloce.

Era un cattivo segno.

Avrebbe voluto chiedere al suo genitore cosa stesse accadendo ma… prima che potesse farlo vide delle frecce infuocate provenienti dal basso puntare verso la loro direzione.

Il drago con un sonoro colpo d’ala le schivò abilmente spazientito.

“Stupidi esseri umani…” sbuffò il dragone seccato.

Ora poteva intravederli.

Erano tanti puntini che si muovevano tra le zone rocciose sottostanti.

Li osservava perplesso. Non riusciva a comprendere cosa fossero.

Qualcosa li stava inseguendo.

Ma non ne comprendeva il motivo.

“Nowe…”

Il bimbo drago si voltò immediatamente nell’udire il suo nome.

“Reggiti forte al mio dorso e tieni gli occhi chiusi. Non aprirli finché non te lo dirò io.”

Il piccolo annuì con un cenno della testa e obbedì.

Appena chiuse gli occhi tutto divenne buio… non riusciva a vedere nulla. Però poteva ancora sentire.

Legna stava scendendo velocemente in picchiata verso il basso.

Avvertì poi un’incredibile calore sprigionarsi dal dragone.

Fuoco. Poi delle grida. E infine il forte vento che lo stordiva tanto che era forte.

Poi ci fu un tonfo. Il ragazzino sobbalzò finendo per lasciare la presa e cadere sul fianco.

Istintivamente aprì gli occhi di scatto.

Non erano più in aria. In quel momento si ritrovava seduto a terra tra rocce e erba folta col fianco dolorante per la caduta.

Le rocce che prima aveva visto dall’alto erano immense e tutte bruciacchiate. Inoltre c’era un’insopportabile odore di cenere e zolfo nell’aria.

Nowe arricciò il naso infastidito cercando a fatica di alzarsi ma senza successo.

Legna, anch’egli disteso a terra per la caduta, sbuffò sonoramente irritato emettendo delle nuvole di fumo dalle narici.

“Che tu sia dannato stolto umano come hai osato colpirmi?” imprecò il dragone in direzione dei nemici.

Immediatamente i soldati arretrarono terrorizzati tenendosi a più lontana possibile distanza dal quel mostro gigantesco.

Fatta eccezione di uno che rimase impassibile innanzi alla furia del drago.

“Non era mia intenzione. Chiedo umilmente perdono ma… per proteggere i miei valenti soldati ho dovuto farlo.” Rispose pacatamente con voce bassa e profonda.

Non riusciva a vedere chi fosse l’essere che stava parlando con Legna.

La coda del drago era posta proprio davanti a lui impedendogli così di vedere cosa stesse succedendo.

“Taci spudorato! i tuoi uomini mi hanno attaccato!” continuò Legna scrutando i soldati che arretravano sempre più per la paura alla sua vista.

“Questi uomini sono sotto la mia responsabilità. Se vi hanno causato danno sconterò io la pena per loro”

“Ma generale cosa dite!?” inveì uno dei soldati della truppa.

Legna lo scrutava con aria intimidatoria.

Quell’uomo appariva totalmente differente dalla insignificante marmaglia di soldati che si portava dietro.

Aveva un’aria fiera e orgogliosa e non era minimamente spaventato dalla sua presenza.

Inoltre era persino riuscito a ferirlo al collo con un solo colpo di spada facendogli perdere l’equilibrio così da schiantarsi al suolo. Un’impresa non da pochi.

“Hai davvero molto coraggio per parlarmi così da vicino senza timore. Devi essere molto coraggioso o molto stupido. Chi sei?”

“Il mio Nome è Oror. Sono il generale dei cavalieri del sigillo. E a nome dei miei soldati vi porgo le mie sincere scuse. Vi avevamo scambiato per uno dei mezzi nemici.”

“Davvero vi sacrifichereste per quella marmaglia di soldati insignificante? Che umano stupido!” inveì nuovamente seccato alzandosi dal terreno e mostrandosi così in tutta la sua imponenza.

Proprio in quel momento la sua coda si sollevò cosicché Nowe potesse finalmente vedere con i suoi occhi cosa stesse accadendo.

Legna non si era reso conto che il bambino non era più aggrappato al suo dorso… era troppo preso dalla sua discussione con quell’umano.

E fu così che il bambino lo vide.

Un uomo anziano, dal portamento fiero e dai folti capelli bianchi e la barba fluente sul mento.

Indossava una lucente armatura con un lungo mantello sulla schiena e due enormi spade al suo fianco riposte nella fodera.

Il piccolo lo contemplava perplesso.

Proprio in quel momento l’uomo si voltò nella sua direzione incrociando il suo sguardo.

“Un bambino?” esclamò stupito l’uomo.

Legna a quella frase immediatamente andò nel panico guardandosi attorno.

Il bimbo drago non era più sul suo dorso, ma disteso a terra vicino alla sua coda a pochi passi da quel maledetto umano.

Lentamente il generale fece per voltarsi in direzione del piccolo ma proprio in quel momento un forte ruggito del drago le fece desistere dal muoversi dalla sua postazione.

“Questo bambino è il mio cucciolo prova solo ad avvicinarlo e ti annienterò prima ancora che tu possa accorgertene! !!”

“Il tuo cucciolo…?” sussurrò ancora più stupito l’uomo.

Era sempre più sorpreso. Aveva sempre creduto che i draghi nutrissero un profondo disdegno verso gli esseri umani… e ora si trovava davanti un dragone che aveva con sé un bambino.

“Non immischiarti in cose che non ti riguardano umano!” lo minacciò il dragone.

Ma il generale lo ignorò.

Continuava ad osservare rapito quel bambino così piccolo e esile innanzi a sé.

Nowe dal canto suo lo scrutava sempre più curioso, fissandolo negli occhi quasi in cerca di una risposta.

Era solo un umano. Un essere inferiore. Niente di che. Eppure non riusciva a distogliere gli occhi da lui.

Gli metteva un incredibile soggezione. Inoltre era la prima volta che poteva osservare così da vicino uno di quegli umani di cui Legna spesso gli raccontava. Anche se questo… era totalmente diverso da come se li era immaginati.

“Un bambino cresciuto da un drago… questa davvero è una storia incredibile” ridacchiò l’uomo divertito.

“…”

Legna continuava a scrutarlo con fare minaccioso.

Non avrebbe mai permesso che degli sporchi esseri umani toccassero la sua creatura.

Quel bambino un giorno sarebbe diventato l’arma che avrebbe portato l’ordine nel mondo sconfiggendo gli Dei e sterminando quei bifolchi esseri umani.

“Qual è il suo nome?”

“Non è affar tuo!”

Oror lo scrutò con disappunto.

“Posso portarlo via con me?” chiese tranquillamente finendo per far infuriare sempre più il dragone che non riusciva a credere a quale scempietà avesse udito.

“Cosa!? Perché mai!??”

Oror non rispose, continuò ad scrutare i profondi e limpidi occhi azzurri del bambino davanti a lui.

Non ne comprendeva il motivo ma… sentiva quasi come se ci fosse un’insolita sintonia con quel piccolo ancora così ingenuo e inconsapevole del mondo.

“Piccolo… vuoi dirmi il tuo nome?” Chiese con tono affettuoso rivolto verso il bambino.

Legna infuriato per quella confidenza fuori luogo avvolse Nowe nella sua coda per tenerlo lontano da lui.

Ma il generale non si lasciò intimidire.

“Se resterà qui… crescerà come un drago senza ali. Una creatura inutile. Lasciate che lo porti con me. Lo farò diventare un cavaliere.”

Legna lo osservò incredulo.

Quanta presunzione.

L’uomo lo scrutò serio negli occhi senza distogliere lo sguardo.

“Sono suo padre come puoi chiedermi di affidarlo a te? Giammai.”

“Non voglio portarvelo via. Ovviamente potrete stare al suo fianco quanto vorrete al grande tempio… ”

Legna con aria accigliata restò in silenzio qualche momento.

Benché gli apparisse assurdo stava davvero iniziando a valutare quella proposta come qualcosa di interessante e fattibile.

Perché dopotutto doveva ammettere che c’era del vero nelle parole di quell’uomo.

Quegli stupidi l’avrebbero addestrato a diventare molto più forte. Per lui era un vantaggio.

Con un respiro seccato decise di accettare l’offerta, benché l’idea non gli andasse molto a genio.

Dovette quindi per una volta scendere a patti con quegli esseri immondi che tanto detestava.

Ma per una volta potevano essergli utili.

“E va bene umano. Ma ti avverto… un solo movimento sbagliato e ti divorerò a brandelli senza esitazione”

Il guerriero sorrise vittorioso e accennò un segno di assenso con la testa.

“Il suo nome è Nowe.”Affermò Legna sbuffando sonoramente e allontanandosi controvoglia dal suo “cucciolo” lasciandolo così in balia del generale.

“Nowe…” scandì lentamente il generale ascoltando il suono prodotto dalla pronuncia di quel nome  alquanto bizzarro.

Il bambino drago non avevo capito nulla di quello che stava succedendo.

Perché Legna se ne stava andando?

Perché quell’uomo si stava avvicinando a lui sempre di più?

Non ne comprendeva il motivo, ma una terribile ansia iniziò a pervaderlo.

Il generale si avvicinò cautamente inginocchiandosi davanti a lui allungando lentamente una mano verso la sua direzione.

Pessima idea.

Il bambino senza pensarci due volte gli morse forte la mano facendolo arretrare leggermente per il dolore.

Legna a quella scena sghignazzò compiaciuto.

“Non avere paura, non voglio farti del male.” riprovò Oror togliendosi il mantello dalle spalle.

Nowe cercò di alzarsi e con uno scatto scappare da quell’uomo.

Ma fu troppo lento.

Improvvisamente si sentì avvolgere dalla stoffa del mantello di lui che l’aveva afferrato saldamente togliendogli ogni possibile via di fuga.

Cercò di liberarsi scalciando e ringhiando ma fu tutto inutile.

L’uomo dopo averlo avvolto nel suo mantello per coprirlo era riuscito a sollevarlo e a prenderlo in braccio senza troppi problemi.

Sia le braccia che il corpo del generale erano troppo possenti e forti per lui, non riusciva in alcun modo a scappare.

“Calmati ora…. va tutto bene.” Gli sussurò con tono dolce il generale poggiandogli una mano sulla testa e scompigliandogli in modo affettuoso i capelli castani arruffati.

Altra pessima idea.

Il bambino lo morse nuovamente sulla mano lasciandogli scappare l’ennesimo gemito di dolore.

“Sei proprio un piccolo drago davvero ribelle. Ma sono sicuro che andremo d’accordo noi due” affermò divertito salendo a cavallo e ordinando ai suoi uomini di tornare al tempio.

Una situazione alquanto insolita per i cavalieri del sigillo quel giorno senza dubbio.

I soldati erano ancora agitati e in preda al terrore.

La causa era dovuta al dragone Legna che li seguiva sorvolando il cielo scrutandoli dall’alto, pronto ad attaccare al primo passo falso da parte loro.

Una situazione davvero inquietante oltre che insolita.

Il generale Oror invece, che si trovava a cavalcare davanti a tutti, non ci faceva minimamente caso.

Era totalmente preso nell’osservare il bimbo avvolto nel suo mantello che si era addormentato teneramente tra le sue braccia dopo svariati tentativi di morsi e calci.

Mugugnava nel sonno esausto tenendo ancora testardamente stretta in bocca la mano di quello che, da quel giorno, sarebbe diventato il suo padre umano.

  
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