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Autore: Storm_    27/03/2012    3 recensioni
Misaki e Usami, divisi da un impegno di lavoro e da un insopportabile silenzio.
Le introduzioni son piuttosto inutili.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Una telefonata che illumina una cupa notte

Misaki si chiese come stesse facendo ad andare avanti.
Usami, che era impegnato in un tour promozionale per il suo ultimo libro in varie città del Giappone, gli mancava moltissimo.
 La settimana che Misaki aveva passato senza di lui sembrava essere durata un' eternità inquantificabile.
Lo sconforto scese come un macigno nello stomaco di Misaki, improvvisamente consapevole che Akihiko sarebbe tornato solo due settimane dopo. 
-Altre due settimane senza di lui. Come faccio? Tutta colpa di Aikawa-san, che mi ha proibito di venire.. e non si è neanche degnata di darmi almeno un numero di telefono.. Sentire la voce di Usagi-san non mi farebbe certo male.. riflettè Misaki frustrato.
La distanza era resa ancora più dolorosa dal fatto che Misaki sapeva quanto Akihiko odiasse quel genere di eventi mondani.
Entrambi stavano soffrendo. Era terribile, secondo Misaki due persone che si amano non dovrebbero mai venire separate.
Il ragazzo aveva passato gli ultimi sette giorni aggrappato ai ricordi dei momenti passati con Usami. Gli bastava affondare il viso in uno dei cuscini del salotto, così impregnati del profumo di Akihiko, per sentirlo più vicino. Anche quando li inzuppava di lacrime e vi strusciava contro il viso per ore, il profumo era sempre dolce ed intenso, lo inebriava fino a fargli dimenticare qualsiasi cosa.
Nelle ultime sere il suo passatempo preferito era leggere i vecchi racconti Boys Love di Usami, quelli che parlavano di loro due. Misaki ricordava la rabbia e l' imbarazzo che aveva provato quando li aveva letti per la prima volta, ma ora era grato a quelle storie di esistere.
Leggere le parole calde e piene di desiderio di quell' uomo che da fuori sembrava fatto di marmo lo rassicurava, gli faceva capire che Akihiko era reale, e non solo un bellissimo sogno dal quale ora si era risvegliato.
Quella sera, come molte prima di allora, Misaki era sdraiato a pancia in su sul divano e fissava ostinato il calendario sgualcito che teneva in mano. Alla fine di ogni giornata segnava una crocetta sul giorno che era passato, facendo il conto alla rovescia per quando Akihiko sarebbe tornato. Sfiorò con la punta del dito il 25 novembre. Desiderava che quel giorno arrivasse come non aveva mai desiderato nient' altro.
Pensò a tutti i chilometri che in quel momento lo separavano da Usami.
Lo sapeva benissimo, ma gli mancò il coraggio di formulare la cifra per intero nella sua mente. Anche se lui e Akihiko fossero stati distanti solo cinquanta metri, sarebbero stati cinquanta metri di troppo. 
-Meglio dormire, ora. si disse. Quando dormiva, il tempo passava più in fretta e, soprattutto, rivedeva nei sogni il bellissimo viso di Usami.
Dio, cos' avrebbe dato per rivedere anche solo per un attimo quei fantastici occhi dal colore indefinibile, dentro i quali affogava ogni volta. Amava rimanere cullato da quello sguardo ghiacciato.
Misaki si accorse di non avere la minima voglia di alzarsi per andare a letto. Così afferrò un plaid a quadri tutto consumato che giaceva su una poltrona lì di fianco e si coprì meglio che poteva. Non che avesse freddo, ma quello era il plaid preferito di Usami, con il quale si avvolgeva sempre la sera prima di coricarsi e così era intriso del suo profumo. 
Misaki si accoccolò in un angolino del divano e impose a se stesso di smetterla di pensare ad Usami almeno per un attimo e addormentarsi. Ci stava quasi riuscendo, quando lo squillo del telefono lo riscosse bruscamente dalla trance in cui era scivolato.
-Chi è l' idiota che rompe a quest' ora della notte? si chiese seccato, mentre di malavoglia alzava la cornetta e, ancor più malvolentieri, rispondeva con un -Pronto? molto strascicato, quasi volesse far intendere al suo interlocutore che l' aveva svegliato.
La voce che gracchiò attraverso l' apparecchio ci mise un secondo a svegliarlo del tutto. Il suono era orribilmente deformato, ma Misaki avrebbe riconosciuto la voce di Akihiko anche in mezzo alla tempesta più violenta. 
-Ciao piccolo.. Ti ho svegliato? Misaki era ancora troppo sorpreso per rispondere, così restò muto, a bearsi del riverbero della voce di Usami nelle sue orecchie; che nel frattempo stava continuando a parlargli.
-Mi dispiace di averti svegliato, Misaki, ma non ce la facevo più. Sono scappato dall' ennesimo cocktail a base di ignoranza e risatine frivole e ho cercato una cabina telefonica.. menomale che avevo ancora qualche moneta. Mi manchi, sai? 
-A-anche tu.. tanto. riuscì ad articolare Misaki nonostante la bocca secca e le farfalle nello stomaco, reazione standard che aveva il suo corpo alla presenza, anche remota, di Akihiko.
Chissà perchè, con lui Misaki soppesava sempre le parole da usare, alla ricerca di quelle perfette per esprimere i suoi sentimenti senza eccedere o sminuirli.
-Cosa fai in questo momento? gli chiese Usami, come se per lui non fosse strano sentirlo dopo una settimana intera di silenzio stampa.
-Ehm.. stavo cercando di addormentarmi, ma non ci riesco. Penso troppo a te. forse per colpa della stanchezza, Misaki era molto più sincero con Usami e neanche si sorprese di quella dimostrazione d' amore gratuita, che per lui era molto insolita.
Sentendo che Akihiko non reagiva, Misaki gli chiese con tono pratico: -Tu invece, oltre che fuggire dai tuoi doveri?
Una risatina sommessa precedette la risposta: -Guardo il cielo stellato. Sai, è fortunato lui, che possiede i tuoi occhi. 
Misaki avvampò come un peperone, e fu davvero felice che Usami non potesse vederlo; anche se temeva che il battito del suo cuore, che ora era aumentato ancora di più, potesse sentirlo pure lui attraverso il cavo telefonico.
Fortunatamente non dovette rispondere, perchè in quel momento Akihiko, con tono molto seccato, disse: -Oddio.. Aikawa-san mi ha trovato e sta venendo verso di me.. Ma non può farsi una vita, quella donna, invece di rovinare la mia? Comunque stai tranquillo piccolo, questa non è certo l' ultima volta che ti chiamo. E poi tra solo due settimane potremo riabbracciarci. Sai già che ti amo.. Buonanotte e sogni d'oro. gli augurò infine, prima di attaccare.
"Ovvio che farò sogni d'oro.. ho parlato con te!" pensò Misaki. Era senz' altro il modo migliore per concludere una giornata.
Si rannicchiò contro un bracciolo del divano, con un sorriso ebete ancora stampato sul viso.
  
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