Take
my hand, take my
whole life too.
Quantico,
Virginia.
Behavioral Analysis Unit
“ Nemmeno sei secondi. “ In risposta, ricevetti un sonoro sbadiglio.
Quarantacinque minuti dopo mi trovavo nell’ascensore della nota accademia dell’FBI con le cuffie alle orecchie. Muovevo le dita sulla parete metallica della cabina a ritmo della batteria, mentre Caleb Followill cantava ‘Use Somebody’. La signorina di fianco a me, con una tonalità di fondotinta troppo chiara per la sua carnagione olivastra, mi dedicò un’occhiata sprezzante prima di uscire, e frenai l’istinto di mostrarle il dito medio in risposta nell’eventualità che fosse una mia collega, limitandomi ad alzare ulteriormente il volume dell’iPod. Prima che le porte si richiudessero, una mano scura si precipitò velocemente a bloccarle. Due ragazzi, totalmente diversi tra loro, entrarono gettandomi uno sguardo neutrale o forse un po incuriosito, prima di riprendere a parlare dandomi le spalle. Appoggiai la schiena alla parete fissando un punto indefinito del tetto scuro dell’ascensore. Elvis Presley iniziò a raccontarmi che secondo gli uomini saggi erano solo gli stupidi a fare le cose d’impulso e socchiudendo gli occhi mi lasciai trasportare dalla voce mitica dell’uomo. La cuffia sinistra mi venne violentemente strappata dall’orecchio, facendomi inevitabilmente sobbalzare.
L’uomo che aveva precedentemente bloccato le porte dell’ascensore mi rivolgeva un sorriso imbarazzato.
“ Scusami, ma avevi il volume troppo alto e non riuscivi a sentirmi. Siamo arrivati all’ultimo livello. “
“ Oh! “ replicai allarmata, portandomi una mano sulla fronte “ La sezione della BAU a che livello è ? Devo vedermi con l’Agente Speciale Supervisore Aaron Hotchner tra dieci minuti. “
I due mi fissarono senza filtri emotivi; sui loro volti si leggeva chiaramente curiosità e ‘sospetto’.
“ E’ all’ultimo piano’’ rispose timidamente il ragazzo di fianco.
Fischiai, posando l’iPod nella borsa e uscendo una cartella, scorgendo entrambi a fissarne l’intestazione.
“ Sei la nuova Profiler ? “ domandò, mentre uscivo dall’ascensore senza accorgermi di esser seguita da loro.
“ Si, perché ? “
I due si guardarono confusi e non riuscii a nascondere un sorriso divertito.
“ Charlotte Evans ? “ chiamò una voce alle mie spalle. Una ragazza dai lunghi capelli biondi, occhi cristallini e vestita in modo elegante mi guardava con circospezione.
“ Si “ risposi porgendole la cartella. La donna rivolse un sorriso ai due uomini prima di aprila e leggerne il contenuto. Alzò lo sguardo dal secondo foglio mentre le sue labbra si incurvavano lentamente in un sorriso.
Alzai gli occhi al cielo.
“ Hai finito JJ ? “ domandai, scocciata.
La sua risata gioiosa riempì la sala costringendo i presenti a voltarsi in nostra direzione, e videro l’agente commossa stringere tra le sue braccia la sconosciuta slanciata dalla folta chioma color scarlatta.
“ Oh mio Dio Charlie, non posso crederci! “
“ Jen, ci stanno guardando tutti, ti prego! “
“ Non m’importa, sono tre anni che non ti vedo. “ sussurrò, aumentando la stretta.
“ E loro non mi hanno mai vista, quindi non farmi imbarazzare il primo giorno. “ supplicai.
Con un sospiro, finalmente, si staccò permettendomi di respirare.
“ Derek. Spence. Vi presento Charlotte, mia migliore amica e compagna all’East Allegheny High School. “
“ Nonché fan di Elvis Presley. “ commentò timidamente il ragazzo che chiamò Spence, porgendomi la mano. Al contatto notai che era decisamente più fredda della mia, differentemente da Derek che aveva una stretta calda e ferrea.
“ Era una peste al liceo la nostra JJ ? “ chiese Derek sorridendo.
“ Tutt’altro. Quella che si cacciava nei guai ero io. “ risposi lasciandomi andare ad una risata allegra.
“ Ecco Hotch” informò JJ, richiamando l’attenzione dell’uomo, che serio in volto usciva da una sala con pareti trasparenti in vetro. Sentii l’agitazione ritornare a far battere il mio cuore ad una velocità estrema.
“ Non farti spaventare dalla sua perenne espressione composta, è brav’uomo. “ bisbigliò la ragazza al mio orecchio.
“ Piacere Agente Evans, la stavamo aspettando. “
“ Piacere mio Agente Hotchner. “ risposi, stringendo la mano dell’uomo.
“ Sfortunatamente non posso presentarla come merita al resto del gruppo, poichè siamo in partenza e nel team è stata inserita anche lei da JJ. “ informò. La guardai velocemente e allarmata, ma si limitò ad un sorriso dolce.
“ Abbiamo un caso Hotch ? “ domandò Derek con tono preoccupato.
“ Si Derek, seguitemi in Sala Riunioni, gli altri ci aspettano. “
Seguimmo il capo con passo svelto, dirigendoci verso la sala dalla quale era uscito pochi minuti prima. Derek tenne la porta facendomi passare, sorridendomi educatamente, gesto che ringraziai con un sorriso divertito che però non riuscì a mascherare il mio sguardo agitato.
- Note dell'autrice:
- La
prima storia che inaugura il mio account non poteva non essere su
Criminal Minds. Premetto che non so se la sezione della BAU si trova
all'ultimo piano della sede nè se ci sono livelli e robe
varie. Suppongo sia così e quindi così ho
scritto. Chi sarà questa Charlotte "Charlie" Evans ? Da
com'è chiaro succederà qualcosa con il tenero
Spence, ma non vi anticipo nulla. Il volto di Charlie, per quel che mi
riguarda è quello di Alexandra
Breckenridge, nota come la Moira giovane di American Horror Story ( in
basso vi posterò due sue foto ). Probabilmente
userò qualche caso di qualche episodio, ma sicuramente
proverò a inventarne qualcuno. Mi auguro di non essere OOC
con nessuno dei personaggi originali, ed eventualmente, vi prego,
fatemelo notare. Questo capitolo è ovviamente l'iniziazione
della storia, un po insipido forse, ma sono sole le note d'apertura di
una canzone. Suppongo che userò diversi narratori, in questo
caso il punto di vista è di Charlie. Vi chiedo, gentilmente,
di lasciarmi anche un breve e semplice giudizio e commento su questo
capitolo, positivo o negativo che sia. E' una richiesta personale. Non
so con quale ritmo aggiornerò, perchè essendo
impegnata con l'Uni il tempo a disposizione non è
moltissimo. Alla prossima beddi!
Charlie#1 Charlie#2