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Autore: Setsuka    31/03/2012    8 recensioni
[ KyoSaya, Episodio 9 ]
Avrebbe voluto versare un milione di lacrime, se non fosse che vi stava già affogando.
Inospitale, freddo, oscuro, senza fondo; non aveva dubbi Sayaka, quell'abisso era la disperazione che lei stessa aveva creato, nella stupida ed ossessionata ricerca di una modesta felicità.
Inospitale, freddo, oscuro, non l'abisso ma il suo cuore. Era ormai lontano dalla luce di qualsiasi sentimento positivo, estraneo alla felicità.
Era stata davvero così stupida.
[...] Avrebbe voluto versare un milione di lacrime, se non fosse diventata tutt'uno col suo dolore. Cieca, perduta e sola nell'abisso della disperazione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kyoko Sakura, Sayaka Miki | Coppie: Kyoko/Sayaka
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Feels like home
Sono davvero emozionata, questa non solo è la mia prima fanfiction su Puella Magi Madoka Magica, è anche la mia prima ff di genere Shoujo-Ai.
E sono emozionata perché PMMM, è stato anime che ho amato solo come amai ( ed amo tutt'ora ovviamente ) FullMetal Alchemist, e chi mi conosce sa che questa serie la amo tanto da essere sacra per me e dopo sei anni dalla visione di quel capolavoro non ho più neanche sperato di trovare un anime altrettanto bello ed emozionante e invece... sorpresa! Madoka ha fatto anche questo miracolo, facendomi finalmente amare anche lo Shoujo-Ai/Yuri.
Non ho scritto nulla di speciale, nulla di originale, di movimentato è un lavoro senza pretese, però avevo dentro di me queste immagini ed emozioni dalla prima visione dell'episodio 9, dalla prima volta che ho sentito ...And I'm Home e volevo dare ad esse espressione con le parole e sono soddisfatta di ciò che ne è uscito fuori nella sua modesta natura e vorrei dedicarla a Zeo, nella speranza che possa gradirla anche solo un po'.  
Buona lettura, o almeno me lo auguro.
 




F e e l s    l i k e    h o m e 





Avrebbe voluto versare un milione di lacrime, se non fosse che vi stava già affogando.

Inospitale, freddo, oscuro, senza fondo; non aveva dubbi Sayaka, quell'abisso era la disperazione che lei stessa aveva creato, nella stupida ed ossessionata ricerca di una modesta felicità.
Inospitale, freddo, oscuro, non l'abisso ma il suo cuore. Era ormai lontano dalla luce di qualsiasi sentimento positivo, estraneo alla felicità. 
Era stata davvero così stupida.
Stupida.
Stupida.
Stupida.
Non sarebbe stato mai abbastanza ripeterselo.
Stupida nel chiedere un miracolo che sperava potesse estendersi anche a lei.
Stupida nel ferire la sua migliore amica che voleva solo aiutarla, starle vicino.
Stupida nel combattere per un mondo che non si sarebbe mai fermato con la sua vita.

Avrebbe voluto versare un milione di lacrime, se non fosse diventata tutt'uno col suo dolore. Cieca, perduta e sola nell'abisso della disperazione.

E la sua visione del mondo era cambiata, pregna di rabbia, desiderosa di non aver più nulla a che fare con l'umanità, delusa da essa e da se stessa soprattutto.
Era una ragazza come tante, di buona famiglia, con amici affettuosi, giornate spensierate, qualche carenza in matematica, quel problema di cuore chiamato Kyosuke Kamijou, ma nulla che doveva farle desiderare di essere qualcun altro, di essere speciale, se non quello spiccato senso di giustizia che la voleva a tentare di costruire una sua personale utopia, una realtà in cui lei poteva difendere a spada tratta i più deboli e in cui Kyosuke poteva di nuovo tornare a suonare il suo amato violino e che -magari- potesse trovare posto per lei nel suo cuore, ricambiare il suo sconfinato amore, amore maturato in modo ossessivo, malsano e che le aveva dato solo i fiori della follia.

Tale e quale alla piccola Alice nel Paese delle Meraviglie, aveva scoperto la mostruosità che c'era dietro ogni meraviglia, aveva perso la strada in sentieri di follia ma a quel punto, stremata anche nel chiedere aiuto, aveva preferito arrendersi.

Essere l'essenza prima in quell'abisso di disperazione le stava bene dopotutto, perché sapeva di esserselo meritato.

Mami nel disperato desiderio di continuare a vivere non aveva potuto chiedere nulla e solo inutilmente aveva prolungato i suoi giorni, fiendoli con una morte orribile, mentre Kyoko nel desiderare la felicità di suo padre, di tutta la sua famiglia, l'aveva persa.
Lo sguardo freddo e sprezzante che Akemi Homura le aveva rivolto sarebbe stato il suo se avesse avuto uno specchio davanti: il suo desiderio non era stato dettato da alcuna disperazione, si sarebbe dovuta vergognare.

Nonostante tutto, non riusciva proprio a pentirsi di aver donato a Kyosuke la felicità che meritava; era una stupida, non aveva imparato nulla e pertanto per quanto tutto ciò la terrorizzasse meritava di essere prigioniera delle sue contrastanti emozioni, sirenide che non poteva né fuggire, né gridare, nell'oblio armato e corazzato contro tutto e tutti, soprattutto se stessa.

"Sayaka!".

Sussultò, ma quella doveva essere un'illusione. Madoka non poteva essere lì, non sapeva neanche lei dov'era.
Quella voce era un'altra delle sue punizioni che era giusto sopportasse, per cui era giusto vi soffrisse: aveva fatto tanto fatto male a Madoka, l'aveva fatta preoccupare, piangere, le aveva urlato contro, lanciato accuse, calpestando ignobilmente l'amicizia di una vita, ferito una creaturina fragile e buona come lei.
Faceva bene a sentirsi uno schifo.
Faceva bene quel dolore, perché giusto.

E più del dolore meritava la solitudine.

Faceva paura, la faceva tremare quella consapevolezza, ma dopotutto che si aspettava? 
Era un mostro ora, inutile che lo nascondesse anche a se stessa: era una strega ora, senza nessuna speranza e possibilità di ritorno, il mostro di egoismo -quale si sentiva- aveva preso forma , vita, ed era pazzo e crudele come il destino che si era scelta. 


"Non preoccuparti, Sayaka. È triste la solitudine, lo so… quindi non preoccuparti, starò io al tuo fianco, Sayaka".

'Kyoko?'.

Un dolore lancinante la folgorò, fu come se tutta la sofferenza in cui galleggiava l'avesse trafitta da parte a parte, e poi... più nulla.



Come per miracolo si ritrovò in acque cristalline, leggera, senza il peso di alcuna sofferenza, come fosse stato tutto un terribile incubo, ormai lontano.

Si guardò intorno, cercando di capire, attonita e stordita, fino a che non sussultò nel sentire una mano afferrare la sua; guardò davanti a se: rosso.
Poi un sorriso e uno sguardo gentile.
Kyoko era lì e aveva lo sguardo che da sempre Sayaka aveva cercato negli occhi di Kyosuke.
La colse di sorpresa quando intrecciò le dita della mano libera con le sue, facendo ricordare a Sayaka quanto era bello il calore umano e il conforto che dava.

'Kyoko...'.

'Non potevo lasciarti sola, non volevo', pensò, poggiando la fronte contro quella di Sayaka, assicurandosi che sentisse chiaramente il suo pensiero.

Sayaka, stavolta, avrebbe voluto versare tutte le sue lacrime in gratitudine, in gioia... emozioni che aveva recluso dal suo cuore per un tempo che le era sembrato troppo lungo, ma che -a quanto pare- la persona più inaspettata le aveva ricordato, Kyoko, che l'abbracciò, come mai aveva fatto con un altro essere vivente.

Sayaka fu confusa ma felice: era bello quel calore.
Realizzò di essere libera da ogni peso, dovere e dolore, in pace, finalmente serena.
 
Sayaka, in quell'abbraccio, si sentì come se fosse a casa.









Qualsiasi impressione, pensiero, critica, commento avete da fare, mi piacerebbe tanto conoscerlo.
Non ho altro da dire se non che sono a lavoro ad altre fanfiction su Puella Magi e che questa quindi sarà la mia prima fanfiction del fandom, ma non l'ultima. Amo questa serie e amo il KyoSaya e di certo un grande amore non si limita solo a un lavoro come questo.
Grazie ancora a coloro che hanno letto questa ff e un grazie ancor più grande a chi recensirà. A presto.
 
   
 
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