31/03/2012
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DIARIO di ROSE DEWITT BUKATER
10 APRILE 1912, TITANIC.
Ore 15 e qualche minuto.
sono appena salita a bordo della nave “più veloce e più grande che l’uomo abbia mai costruito”, come continua a ripetermi Cal. Per me non è niente di speciale, anzi. E’ come una prigione, che mi porta in America a seguire ciecamente ai dettami di una società che non mi appartiene.
Vorrei urlare, dire a tutti che quel posto non fa per me, e dire che sono tutti degli ipocriti, che gli importa solo apparire e non essere. a me non ineteressa apparire come la fanciulla più bella e più ricca della nave. io voglio essere libera di scegliere per me, di vivere la giornata come voglio, senza dover rispettare tutti la varie "convenzioni sociali". Diamine, voglio scegliermi da sola cosa mangiare, se fumare bere birra! ma ovviamente non c’è nessuno disposto ad accogliere questo mio sfogo. A partire da Cal, che mi esibisce come se fossi un trofeo, seguito da mia madre, la cui unica preoccupazione è che sposi Cal perché ricco, così da riportare i Dewitt Bukater all’antico splendore del passato. Non si rende conto che non è quello di cui ho bisogno. Chissenefrega se è così maledettamente ricco da esaudire qualsiasi mio capriccio, da regalarmi gli abiti più belli da sfoggiare ai vari balli o ricevimenti, da prenotare la suite più sfarzosa di questa stupida nave. Io voglio un uomo che mi sappia capire al primo sguardo, che non pretenda da me quello che la società vuole che io sia, che viva la vita giorno per giorno, con me. Pretendo troppo? Forse.
Adesso scrivo nella cabina scelta accuratamente da Cal e mia madre. Anche se è bellissima, non ho voluto dare soddisfazione a mia madre e al mio promesso sposo, così l’ho criticata per i colori e le dimensioni. Per renderla più confortevole (e farla sembrare di meno a una cella) ho appeso i miei quadri preferiti, che ho preso all’asta alla mia ultima visita in Francia. Ovviamente Cal non ha apprezzato, così io ne ho tirati fuori altri tre, anche se non li apprezzo particolarmente.
Ora vado a fare una passeggiata con Cal e mia madre sul ponte, mentre stasera ci aspetta la cena inaugurale con la migliore aristocrazia presente sulla nave. Che Dio mi aiuti.
R.D.B.