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Autore: devilcancry    02/04/2012    3 recensioni
..." Figlio mio per quanto punirai quella famiglia? Per quanto cercherai vendetta su una donna morta da tempo? Per quanto ancora - aggiunse alzando la voce - torturerai una donna innocente, una fanciulla senza colpa, immettendole dentro una magia che sull'aboveground può solo che ucciderla?"...
...Ma Sarah lo aveva odiato e quando lui era tornato per salvarla lei aveva indicato la culla con una piccola infante " Ho già la mia vita ed il mio amore Re di Goblin! rifiutai allora e rifiuto oggi il tuo disgustoso invito! NON ti amo e mai mai lo faro! " " Ma mia preziosa... morirai se resti qui! " " Vattene Jareth! NON HAI ALCUN POTERE SU DI ME!!! "...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si girava e rigirava, le lenzuola fradice di sudore, il petto che si alzava e si abbassava convulso. Del morbo lunare non si guariva, si peggiorava, si diventava pallide ombre e si finiva là, dove terra profumata faceva da tetto e dove giorno e notte si fondevano, si finiva là, all'ombra dei cipressi, coi passeri che cantavano dispettosi e coi piedi dei viventi in lento e ossequioso passaggio fra lapide e lapide.

 

Spalancò gli occhi e cercò con la mano la luce sul comodino. Come la accese l'infermiera si affacciò alla porta. " Tutto bene?"  "Si, volevo solo un pò d'acqua" rispose la giovane con voce rauca per lo sforzo. L'infermiera annui e sorrise con un'aria di compatimento, povera ragazza, pensavano tutti, così giovane e così malata, così pronta per necroforo e la bara.

 

Con stizza strinse i pugni e guardò la luna... come avrebbe voluto volare lassù... lassù in alto, come facevano le civette ed i barbagianni intorno al parco dell'ospedale di notte. Barbagianni... chissà come mai erano animali che la avevano sempre affascinata... Anche a sua madre Sarah erano sempre piaciuti, anche se le diceva sempre che, a volte, le ricordavano tanto una persona un pò strana che aveva incontrato da ragazza. Voleva vivere, non voleva fare come sua madre, non voleva morire di quel male che sembrava ereditario... Voleva alzarsi e correre e saltare e ballare come tutte le ragazza di vent'anni come lei!

 

Molto distante da lì...

 

"Ma mio Re non si può! Deve fare qualcosa! Morirà!"

 

Re di Goblin fiero e sprezzante come suo solito fissò lo sgorbio ai suoi piedi inginocchiato che implorava per la vita di una sciocca mortale.

 

" Io posso Trogolo! Io sono il Re!"

 

"Un re assassino " la voce tagliente come una lama di rasoio lo fece voltare di scatto, i ferini occhi bicromi di lui fissarono l'anziana figura.

 

Una fae alta e maestosa, dai lunghi capelli color del grano e occhi scarlatti era apparsa nella sala delle udienze, innanzi al trono di pietra di re Jareth. Il Re fissò a lungo lo sguardo accusatorio quasi a voler sfidare la donna.

 

" Figlio mio per quanto punirai quella famiglia? Per quanto cercherai vendetta su una donna morta da tempo? Per quanto ancora - aggiunse alzando la voce - torturerai una donna innocente, una fanciulla senza colpa, immettendole dentro una magia che sull'aboveground può solo che ucciderla?"

 

Jareth abbassò il capo, poi lo rialzò di scatto inclinando il capo di lato con fare arrogante e sibilando fra i denti rispose " Per quanto mi aggraderà ancora veder soffrire la campionessa e la sua discendenza madre!" poi con un'agile balzo guadagnò il cornicione e si trasformò in elegante barbagianni, volgendo gli occhi da rapace all'orizzonte e lasciando il palazzo con lenti e ritmati battiti d'ali.

 

Winnon sospirò e poggiò una mano sul capo di Hoggle con dolcezza, poi mormorò a se stessa più che al nano " Povero figlio mio, povero e pazzo figlio mio..." scosse la bionda criniera e poi aggiunse " Ho Hoggle, come posso fare? Quella poverina morirà come la madre se non facciamo qualcosa..."

 

Hoggle si tormentava le tozze mani e giocava nervosamente con un braccialetto di plastica " Mia signora che posso dirle? Da quando la piccola Sarah crebbe e divenne donna, rifiutando l'amore del Re, lui è come impazzito, dentro è come se fosse vuoto, sorride ma... ma è come se avesse sotto dei vermi che lo fanno sorridere, è come se fosse morto..." buttò fuori la frase tutto d'un fiato temendo le ire dell'anziana madre.

 

" Hoggle, mio povero Hoggle, quanta ragione nelle tue tremanti parole...penseremo a qualcosa si, penseremo..." .

 

Un candido barbagianni sorvolava il Memorial Hospital o meglio, sorvolava il parco dell'ospedale come in cerca di qualcosa. Qualcosa che non tardò a vedere. Reparto malati terminali, una lucina accesa e una finestra aperta nella calura estiva. Si chiese come diavolo aveva fatto a farsi intenerire dalla madre... poi capì che, nonostante tutto, lo avrebbe fatto lo stesso, prima o poi...

 

Un visino pallido ed emaciato, due sconsolati occhi azzurri ( Come il suo dannato padre - pensò -  ) e una massa selvaggia d'onde color cioccolato ricadevano sulle esilissime spalle, le mani ridotte a uno scheletro quasi, appoggiate sul davanzale... Con i cerulei occhi fissava la luna dolcemente, come se sapesse già cosa la avrebbe attesa. Elizabeth sapeva, sapeva che non sarebbe guarita. Poteva cercare la ribellione dentro se ma sapeva, sapeva che presto sarebbe stata con la mamma.

 

Intonò una canzone, una canzone dolce e triste, dove Lui dichiara a Lei che tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto per Lei... Il cuore di Jareth ebbe un sussulto...

Everything I’ve done, I’ve done for you
I move the stars for no one
You’ve run so long
You’ve run so far
Your eyes can be so cruel
Just as I can be so cruel
Though I do believe in you
Yes I do
Live without the sunlight
Love without your heartbeat
I, I can’t live within you



... la aveva composta per Sarah e solo per Lei... e Lei la aveva insegnata alla figlia... una figlia pallida  e malata... malata come lei,malate di un male di cui lui ne era causa e cura...
 

  
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