NOTE:
Questo, più che una fanfiction, è un tributo. E’ sempre piuttosto difficile,
per me, scrivere di personaggi nuovi. Lo è particolarmente nel caso di Tate,
che mi è piaciuto moltissimo e che, secondo me, ha sfumature interessanti. Ci
ho provato, insomma, e non sono arrivata da nessuna parte. Non odiatemi troppo.
“Cosa ti piace di lei?”
Violet scivola in un paio di jeans scuri, le sue gambe si muovono nervose per
farli aderire bene, i suoi occhi si socchiudono. Si osserva un momento allo
specchio, poi li toglie in fretta.
“Mi piacciono le sue mani.”
Violet prova una gonna, la allaccia, la tira un istante più in alto che può per
vedere che effetto fa. La detesta.
“Certo. Le mani.”
La gonna vola sul letto, tornano i jeans. Violet lancia a se stessa uno sguardo
di stizza, perché si odia, odia quel corpo, vorrebbe vederlo straziato, sembra
un maiale, sarà mai soddisfatta? Afferra la borsa, esce. Tate coglie il gesto
che fa nel riavviarsi i capelli, si lecca le labbra.
“Lo so, che le stavi guardando il culo.” dice Moira, e Tate finalmente si volta.
“Tu sei malata.”
Moira ride, muove le mani nell’aria e alza le spalle. La sua pelle è piena di
rughe. “Io, sono malata. Continua a ripeterlo a te stesso, Tate.”
“Se ti mostrassi a me come ti mostri al dottore, sarei felice di guardare il
tuo culo.”
“Ti piacerebbe.”
Moira si allontana, mentre Tate fa spallucce. Non sarebbe male, in effetti.
Ma le mani, solo Violet ha quelle mani. E lui le vuole.
“Cosa ti piace di lei?”
Nora ha gli occhi gonfi. Li ha sempre. Tate si perde ad osservarli. E’ come se
fosse viva, una donna come le altre, una donna che piange. E’ come se le
lacrime fossero vere.
“Il culo.” risponde, poi sorride.
Lei si passa una mano sul viso. “Non dovresti dire queste cose.” E’ stanca,
così stanca.
“Cosa ti piace di me?”
L’ha detto sussurrando, se ne vergogna. Vuole sentirsi rassicurata. Può sentire
il suo calore, si chiede perché. Si chiede perché abbia ancora voglia di
prenderla, di baciarla, anche se il suo corpo è solo una bugia. Ma lei non può
capire. Non può parlare di queste cose. Non sa cosa dovrebbe rispondere.
“Tutto. Mi piace tutto di te.”
“Sì, ma…” Violet si volta verso di lui, scioglie l’abbraccio. E lui vorrebbe
urlare, ne vuole ancora, ma lei non lo sa. La guarda, confuso.
“…ma cosa, in particolare?”
“Tutto.”
“Tutto non vuol dire nulla, Tate.”
Dice così il suo nome quando è arrabbiata. In effetti non sa cosa gli piace in
particolare. In effetti non sa cosa ci fa lì, con lei nuda sotto le coperte. In
effetti si sente confuso, molto confuso.
Gli viene da piangere.
“E di me, cosa ti piace?”
“Non hai risposto.”
“Rispondi prima tu.”
Violet allunga una mano, lentamente. Gli sfiora le labbra.
“Mi piace quando ridi.”
E’ così facile, per lei.
Lo specchio riflette la sua immagine, se lo vuole. Se lo lascia fare. Se non
blocca la sua presenza. Gli piace osservarsi, non l’ha mai fatto molto prima.
Chiedersi cosa veda lei. Fare finta che gli occhi siano i suoi.
Fa finta di ridere per vedere cosa le piaccia in quello. Non vede nulla di
bello. Lo fa ancora, più convinto.
“Mi piace il tuo nome.”
“Ma il mio nome non c’entra con me. Non l’ho deciso io.”
“Secondo me il nome è molto importante.”
“Se non sai trovare una cosa che ti piaccia…”
“La so trovare.”
“Bene. Dai.”
Le sue mani.
Il modo in cui le muove. Come respira. Gli occhi. Quando è sorpresa, il modo in
cui apre appena la bocca. Come guarda il sangue mentre si taglia. Il fatto che
si tagli, è sexy.
Le sue mani.
“Mi piace quando mi tocchi.” Lei inizia a dire qualcosa, lui la blocca. “Non in
quel senso. Sempre.”
Violet sorride.
Lei non lo ama. E’ ancora una bambina. E quando sarà una
donna Tate avrà comunque l’aspetto di un ragazzo. Quando i suoi occhi si
saranno fatti più duri e spenti, lui sarà lo stesso di prima.
“Ti credi l’eroe tragico di un racconto.” dice Moira sottovoce, mentre Violet
prova la terza maglietta. “Il cattivo di turno che si converte per amore. Sei
ridicolo.”
“Potrei.”
“Non sai nemmeno cosa vuol dire, amare qualcuno.”
“Tu lo sai?”
Moira si morde le labbra, svanisce in silenzio. E’ solo.
Se la guarderà abbastanza la conoscerà davvero, potrà spiegare cosa ama di lei.