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Autore: _Calypso_    05/04/2012    2 recensioni
Eveline guarda il mare. Vorrebbe che le desse una risposta. Vorrebbe che le dicesse di affidarsi alle sue braccia e partire per l’America; cambia la costa, ma il mare non cambia mai. C’è la speranza, c’è il futuro. Sarebbe diverso. Sarebbe forse migliore?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Eveline

Fandom: Originale
Personaggi: M/F
Genere: Angst, lieve nonsense
Avvertimenti: emo
Tipologia: Flashfic
Rating: G/Verde
Contoparole: 365 ([info]fiumidiparole)
NdA: la storia è ispirata al racconto "Eveline" di James Joyce, contenuto nella raccolta "The Dubliners".

Eveline


Lei è già arrivata. È presto: di solito non si presenta mai se non con dieci minuti buoni di ritardo. Ha scelto di mettersi quel vestito con i fiorellini blu perché sa che le dona.

James è seduto a gambe incrociate sul molo, un libro aperto sulle ginocchia e una mano tra i capelli color rame.

«Non immaginavo che saresti venuta davvero. Credevo che alla fine saresti partita».

Eveline sembra assente per un attimo; pondera la risposta lentamente.

«Alla fine ho deciso di rimanere qui. Sai, mi mancherebbe troppo la mia famiglia.» La sua voce è calma e misurata; si potrebbe pensare che si sia preparata il discorso in anticipo, se non si trattasse di Eveline.

Si accovaccia accanto a James, dando un’occhiata alle pagine del libro con cui lui era impegnato prima.

«Hai finito quello che ti ho portato?»

«Sì».

«Ti è piaciuto?»

«Più o meno. Ho trovato il personaggio femminile troppo volubile. Ha deciso di partire soltanto nell’ultimo capitolo, sai».

«Le ultime dieci righe».

«Già».

Eveline guarda il mare. Vorrebbe che le desse una risposta. Vorrebbe che le dicesse di affidarsi alle sue braccia e partire per l’America; cambia la costa, ma il mare non cambia mai. C’è la speranza, c’è il futuro. Sarebbe diverso. Sarebbe forse migliore?

Si alza in piedi, di scatto.

«Devo andare» gli dice, ma è più che altro un sussurro a se stessa.

«Eveline, aspetta. Hai deciso? Cosa ne sarà di noi?»

Se Eveline rimanesse avrebbe dalla sua parte la sabbia cristallina che le scorre tra le dita, il profumo dei biscotti al burro di sua nonna, le carezze di James dietro le orecchie. Se Eveline non partisse potrebbe avere tutto questo e ancora di più, la crema morbida dei dolci del pasticcere in fondo alla via e le prime fragole che fa nascere la primavera. L’ultima rosa di maggio, appuntata sul suo vestito della domenica; il miagolio dei gatti randagi che si appostano sotto la finestra; le stelle cadenti che James finge di vedere soltanto per poter esprimere il desiderio di stare insieme per sempre.

«Domani c’è un’altra nave, James».

Il libro gli scivola dalle mani e cade a terra con un tonfo.

«E tu ci salirai sopra».

«Addio».

Il sole tramonta alle loro spalle, tuffandosi in quel mare che prenderà Eveline con sé una volta per tutte.
   
 
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