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Autore: Morgana Midnightmare    06/04/2012    3 recensioni
Dice la saggia Morgy-chan: fai di tutto per divertire le tue amiche yaoiste, o piccolo gay dal retto in fiamme. Ma sappi che il tuo ragazzo potrebbe non apprezzare...
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Immagine è tutto! Sì, com'è vero che l'Apparenza inganna...

 

ATTENZIONE – WARNING: questa fanfiction non è adatta a chi pensa che il sesso non sia tutto all'interno di una relazione e che il demenziale non è un genere degno di esistere.

I personaggi sono sbucati dalla mente illuminata di Murakami Maki-sensei ma io mi sono intromessa nelle loro vite. Buona lettura ;)

 

 

Erano le ore ventidue meno dieci quando Yuki vide la porta del bagno socchiusa, e del vapore che usciva dalla stanza. L'aprì completamente, e trovò nella vasca da bagno Shuichi. Il ragazzo agitò un dito per invitarlo a unirsi a lui, facendogli l'occhiolino, e schioccando dei bacetti come quando si chiama un gatto.

Poco dopo, lo scrittore era nudo immerso nell'acqua calda, le braccia appoggiate al bordo della vasca, e Shuichi appeso al suo collo che si strusciava su di lui.

  • Aah, Yuki, da quanto tempo era che non facevamo il bagno insieme? - gongolò Shuichi.

  • Da ieri. - gli rispose Yuki, con un tono di rassegnazione.

Shuichi alzò la testa, serio e convinto, per guardare l'altro negli occhi – Il fatto è che Morgy-chan mi ha spiegato che il bagno non è solo per una questione di igiene dopo aver fatto sesso, ma anche un preliminare prima di passare all'azione! - tornò a sorridere con una risatina e si avvicinò di più al viso di Yuki – A proposito, Morgy-chan poco fa mi ha mandato un messaggio per dirmi che passerà la notte da Fujisaki per dargli fastidio!

  • Tsk... - sbuffò Yuki – E allora cosa stiamo a parlare? Cominciamo, no?

Yuki avvolse le braccia attorno alla vita di Shuichi, per farlo sedere sulle proprie gambe. Mentre l'uomo andava a baciargli il collo e la mascella, Shuichi fremette al contatto tra il pacco di Yuki e il proprio pacchetto. Sospirò e gemette di dolce piacere, accaldato, con il cuore a mille, sentendo le mani di Yuki posarsi sul suo bassoventre, prossimo a cominciare...

  • Ah... aspetta, Yuki...! - riuscì a dire il ragazzo, cercando di reprimere il desiderio – U-un attimo, mi sono ricordato di una cosa...! - serrò le palpebre, ad una carezza più audace del suo uomo – Aah!

Yuki, benché sorpreso, non interruppe la propria opera e sussurrò, sensuale, all'orecchio di un agitato Shuichi: - Ma che stai dicendo? Lo farai domattina...

Gli morse il lobo, e Shuichi cacciò un gemito più acuto. Yuki cominciò a masturbare lentamente Shuichi, mentre egli cercava di allontanarlo da sé e di sottrarsi dalle sue labbra.

  • Dico sul serio... - esalò Shuichi, ormai eccitato, ma deciso a non lasciarsi sopraffare – Lasciami... smettila!

La determinazione di Shuichi crebbe all'improvviso e gli diede la forza di staccarsi Yuki di dosso. Veloce, ma tremante a causa dell'eccitazione, scivolò fuori dalla vasca e si diresse al mobiletto che c'era lì in bagno.

Yuki, poverino, ci era rimasto malissimo, perché non era da Shuichi chiedere di fermare tutto. Casomai era lui a scacciarlo via, perché aveva da scrivere o non aveva voglia. Sbatté le palpebre (e mentre lo faceva era adorabile<3), fissando il più giovane spalancare le ante del mobile e frugarvi all'interno.

Dopo un attimo di smarrimento, Yuki scosse velocemente la testa e sbottò: - Che diavolo ti è preso?! Poi non venirmi a dire che ti dedico poche attenzioni eccetera eccetera!

  • Dove l'ho messo? - si chiese da solo Shuichi, ignorando Yuki. Dopodiché sorrise trionfale – Ah, ecco il telecomando!

  • Telecomando? - poté solo ripetere Yuki, che non ci capiva più niente.

Shuichi pigiò l'unico bottoncino che c'era sul piccolo telecomando che aveva trovato. Allora la luce del bagno venne sostituita da una soffusa, azzurra, e dal soffitto scese una piccola palla da discoteca. Contemporaneamente, partì la canzone di Barry White “Let the Music Play”.

Yuki, ricoperto dei riflessi bianchi emanati dalla palla, si guardò in giro, pietrificato. Nemmeno il rumore che fece Shuichi rientrando in vasca lo riscosse.

Shuichi aveva uno sguardo malizioso e un sorrisetto seducente. Con movimenti fluidi abbracciò stretto Yuki, per posargli un lungo e caloroso bacio sulle labbra. Non si accorse che Yuki era rimasto totalmente insensibile.

  • Allooora? - domandò, divertito dalla faccia di Yuki. Interpretava il suo stupore come un buon segno – Non è tutto molto più sexy? - ridacchiò, e con un mugolio andò a leccare una guancia di Yuki, le dita tra i suoi setosi capelli.

  • Mi fa paura. - fu la risposta fredda e distaccata di Yuki, immobile.

Shuichi si separò da lui, e lo guardò sbattendo le ciglia e con le labbra a cuore, per fargli pena.

  • Non dire così, mia pralina al cioccolato bianco... - borbottò, carezzandogli il petto con un ditino.

  • Eh?! - sul volto di Yuki si dipinse sconcerto.

  • Oh, scusa, sei tanto triste perché prima ho interrotto tutto? - continuò Shuichi. Premette il dito sulla punta del naso di Yuki, e gli andò così vicino che le loro fronti si toccarono. Sfoggiò un sorrisino maligno – Allora mi devi punire... sono stato un bambino cattivo...

  • Tu sei un bambino senza cervello, è questo il punto. - disse gelidamente Yuki, uno sguardo d'accusa.

 

Quel povero materasso cigolò, quando Yuki ci buttò sopra Shuichi, per poi sovrastarlo.

I due si abbracciarono stretti, facendo lottare le loro lingue una contro l'altra, tra schiocchi bagnati, i gemiti di Shuichi e qualche basso sospiro di Yuki.

Shuichi sentì il ginocchio di Yuki spingere sul suo inguine, e strillò deliziato. Yuki era passato a leccargli le clavicole, e Shuichi lo spinse verso di sé con forza. La sua voce si sollevava acuta ad ognuna delle focose effusioni dell'uomo.

Poco dopo, i baci di Yuki si fecero più gentili, finché non si separò del tutto da Shuichi per guardarlo. Era tutto rosso, con dei fili di bava ad uscirgli dalla bocca, gli occhi umidi, e respirava affannosamente, abbandonato sul lenzuolo sgualcito.

Shuichi fece un enorme sforzo per non rimanere imprigionato negli occhi di Yuki, quegli occhi che sembravano volerlo risucchiare; e cercò di assumere una faccia imbronciata.

  • Insomma... - cominciò, a voce bassa – Non ti è piaciuta la mia sorpresina? Guarda che ci ho messo tanto a prepararla...

  • E fai silenzio adesso. - lo rimproverò Yuki. Non perse tempo e le sue lunghe dita si strinsero sul fallo già duro di Shuichi.

Shuichi aprì la bocca per gemere il suo appagamento. Artigliò con le manine tremanti il lenzuolo, stendendo e piegando le gambe man mano che Yuki approfondiva la masturbazione.

  • No! - riuscì a esclamare ad un certo punto, gli occhi chiusi – Yuki...! Puoi... solo... aspettare... un...? Aspetta... aspetta!

  • No, adesso mi lasci fare il mio lavoro, che diamine! - sbraitò Yuki, arrabbiato. Ma Shuichi non vedeva che anche lui si stava eccitando?!

  • Nh...! - mugugnò Shuichi. Sembrava essersi arreso, ma poi con uno scatto di addominali si mise a sedere e, letteralmente, scacciò via le mani di Yuki da sé.

  • Uffa, cosa ti costa aspettare un secondo! Cavolo! - si lamentò Shuichi, e anche se ancora un po' intontito, corse fino alla cassettiera e aprì tutti i cassetti, intento a cercare qualcosa.

Questo per Yuki era davvero troppo! Con un tic all'occhio e la fronte che si aggrottava sempre di più, stava per mettersi alle spalle di Shuichi e infilarglielo dentro senza prima dilatare a sufficienza il suo buco, quando il ragazzo si voltò mostrando una cosa molto piccola...

  • Ecco! L'altro telecomando! - annunciò.

  • Un altro?!

Shuichi schiacciò il bottone, ed ecco che comparve sul soffitto una di quelle lampade rotonde che girano con tante luci colorate. E da qualche altoparlante invisibile si diffuse “My First My Last My Everything” di Barry White.

Yuki non voleva crederci. Se ne rimase lì in piedi, le braccia molle lungo i fianchi, frastornato.

Intanto a Shuichi era venuta l'acquolina in bocca nell'ammirare il corpo nudo di Yuki; le sue pupille si erano dilatate, e sentiva l'impazienza dell'uccellino fra le sue gambe.

  • Là, adesso è tutto pronto per una notte di fuoco! - si gettò su Yuki, facendolo ricadere sul letto. Abbracciandogli il collo, lo baciò con passione, ma Yuki era concentrato a fissare quell'orribile lampada piena di luci che vorticava sopra la sua testa.

Poi Shuichi guardò negli occhi Yuki con infinita tenerezza, così tanta che Yuki non gli pareva infastidito, bensì irresistibile.

  • Sono tutto tuo... toffoletta al limone... - alitò Shuichi sulle labbra di Yuki, in un sorriso, sfiorando ciocche dei suoi capelli.

Yuki levò in alto un sopracciglio.

  • No...

Shuichi, sbigottito, sgranò gli occhi.

  • E-eh?

  • tu sei tutto scemo... - terminò Yuki.

 

Il giorno dopo, Shuichi piangeva a dirotto, gridando a tutta forza, abbracciato alla vita di Hiro. Io, con il cuore infranto, gli facevo carezzine sui capelli.

  • Fammi indovinare... Yuki-san? - chiese a me Hiro.

Annuii, perché essendo io la scrittrice sapevo esattamente cos'era successo la sera prima. Per questo, quando mi ero diretta alla N-G con Suguru, ero tutta amareggiata.

A proposito di Suguru, proprio in quel momento sbatté un pacco di spartiti sulla tastiera, e tutti e tre sobbalzammo voltandoci verso di lui. Shuichi smise di frignare, e tirò su col naso.

  • Così non si può andare avanti! - si lamentò il giovane tastierista, con i pugni stretti dall'ira – Quand'è che cominciamo a lavorare?!

Allora mi gonfiai tutta, lo raggiunsi a passo di carica, e lo afferrai per il bavero.

  • Uffa Suguru, non rompere! - esplosi, minacciosa – Non puoi capire come si sta sentendo Shu finché non troverai un fidanzato!!

  • Perché deve essere necessariamente un maschio?! - berciò lui, ancora più nervoso di prima.

Hiro schioccò le labbra, e si rivolse a Shuichi, sorridendo tranquillo: - Invece di piangere, perché non mi racconti cos'è successo?

Lasciai Suguru nel suo brodo per tornare da Shuichi. Gli misi un braccio intorno alle spalle e lo coccolai un po'.

Facendo ogni tanto un singulto, Shuichi spiegò per filo e per segno a Hiro cos'era accaduto la sera prima, anche dei momenti più hot, cosa che fece versare sia a me che a lui un goccino di sangue dal naso.

  • E poi alla fine... - balbettò Shuichi, vicino a scoppiare di nuovo in lacrime – Si è vestito in tutta fretta e si è chiuso in studio, a chiave... ma lui... non si era mai chiuso lì dentro a chiave!! UEEEEEEEEEEEEEEH!!!

Si rifugiò nel mio abbraccio, e quasi mi fece cadere a terra. Anch'io mi commuovetti, dato che le sue manifestazioni d'amore erano state rifiutate.

  • Quel Yuki!! - gridai, stringendo Shuichi a me – Non lo sa che l'atmosfera conta un sacco in amore?! Sempre sul letto, sul divano o in vasca... e che strazio, cambia un po'!! Porca palla di Mozart, non è per niente romantico!!

  • Sì, è vero, però... - disse Hiro, con voce calma, quando noi due eravamo disperati – Quand'è che hai azionato la musica e tutto il resto?

Io continuai a singhiozzare, mentre Shuichi si girò verso di Hiro, una smorfia addolorata.

  • Dopo che Yuki aveva incominciato a toccarmi, facendomi capire che voleva farlo!

  • In pratica lo hai interrotto.

  • Ehm... - mormorò Shuichi – S-sì...?

  • Beh, allora è ovvio che sì è arrabbiato.

  • Eh? - farfugliai io, asciugandomi gli occhi col cappuccio della felpa di Shuichi – Un momento... adesso ho dato ragione a te perché mi hai fatto pena... ma cosa farei se fosse Yuki a venire a lamentarsi da me?

Mi misi a riflettere, e per un po' nello studio di registrazione ci fu quasi totale silenzio, quasi perché Suguru stava brontolando qualcosa per i fatti suoi.

Poi, una scintilla si accese nei miei occhi, e Shuichi si preoccupò. In un istante, gli fui addosso!

  • Brutto idiota deficiente, hai ferito il suo orgoglio di seme!!

  • Mi-mi dispiaceeee!!

  • Non è a me che devi dirlo, ma al tuo povero Yuki! Chissà se ha pianto sommessamente, tutto solo nel suo freddo studio mentre tu ronfavi alla grande!

  • Io non ho ronfato alla grande, ho passato una notte in bianco! E comunque... - Shuichi si fece più sicuro – Mi rifarò! Stasera organizzerò tutto in anticipo, e sarà così fantastico che Yuki avrà le forze per farlo almeno cinque volte!!

  • Cinque...?! - sussultò Hiro, sconcertato.

Shuichi e io ci stringemmo le mani, pervasi da una nuova vitalità.

  • E sia Shu-chan, dai il meglio di te! Anzi, se vuoi ti do una mano!

  • No no, grazie Morgy-chan, voglio pensarci io! Sarà una notte magica!

Poi Shuichi si volse verso la porta, intento a uscire.

  • Vado a chiedere a K un giorno di ferie! - annunciò, raggiante.

  • Non ti conviene: è arrivato il fucile fasato plasma calibro 40.0 che aveva ordinato... - avvertì Hiro, imbarazzato.

 

Quella sera, Yuki stava salendo le scale per arrivare al suo appartamento quando sentì il suo cellulare vibrare. C'era un messaggio da parte mia, il quale diceva che avevo intenzione di fare campeggio al parco e non sarei tornata a casa. Disinteressato, non mi rispose (quello stronzone... quant'è figo!!!<3), tirò fuori le chiavi dalla tasca della sua lunga giacca nera e aprì la porta di casa...

E quale stupore quando una marea di petali di rosa si riversò ai suoi piedi! Già, l'intera casa ne era disseminata, persino lui che era uno spilungone ci affondava fino al ginocchio! Senza contare che aleggiava una tenue luce rosata e la canzone “I Found Love”, che tra l'altro è sempre di Barry White.

  • Ma che cazzo...?! - sibilò Yuki tra i denti, e dentro di lui cominciava a montare la rabbia.

Con la velocità che gli era permessa da tutte quelle tonnellate di petali, si diresse verso la camera da letto, da cui proveniva la musica. Ciò che vide lo lasciò esterrefatto.

Shuichi era disteso su un fianco, sul letto dalle lenzuola rosa pastello, sul quale erano sparse rose dallo splendido colore, tra il rosso e il fucsia. Sul comodino una bottiglia di pregiato champagne e due bicchieri di cristallo. E lui... lui indossava un sexyssimo completino intimo rosso acceso, tutto di pizzo, che metteva in risalto la magrezza del suo petto, la delicatezza delle sue braccia e delle sue gambe.

Con la guancia sul materasso, Shuichi guardava Yuki con intensità, passione, e dolcezza, le lucide labbra della piccola bocca schiuse. Si mise, con estrema lentezza, seduto, le gambe piegate di lato. Neanche una modella avrebbe potuto essere più sensuale di lui.

Shuichi, che sorrideva amorevolmente, andò a gattoni fino al bordo del letto, sempre piano, per farsi desiderare. Guardava Yuki, solo Yuki, e la sua espressione incolore. Ma pensò che stesse solo trattenendo il desiderio.

Si mise in ginocchio, le graziose manine tra le cosce.

  • Mon cher... - sussurrò in un sospiro, per chiamare a sé il suo amato.

Yuki non disse né fece nulla. Shuichi dentro di lui esultò, perché, se non riusciva neppure a respirare, Yuki doveva avere un'erezione da record! Anche se con quei pantaloni scuri non si vedeva.

  • Tu... - disse Yuki piano, ma perentorio.

  • Sì? - incalzò Shuichi, sorridendo speranzoso.

  • Pulisci tutto e subito. 


La gente ci avrebbe definito due giovani e timidi fidanzatini. E invece eravamo una yaoista e il suo migliore amico gay, seduti su una panchina, con una lattina a testa in mano.

  • Cavolo, è passata una settimana. - dissi, fissando il vuoto davanti a me.

  • Già. - bisbigliò Shuichi, la testa bassa.

  • Una settimana senza fare sesso.

  • Già.

  • Hai provato a sedurre Yuki in tutti i modi esistenti.

  • Già.

  • E lui non ti desidera mai.

  • Già.

Bevvi un sorsino della mia Coca Light. La bevo solo perché mi piace il design della lattina.

  • E ti dice sempre che ha del lavoro da sbrigare. - seguitai a parlare.

  • Già.

Shuichi assaggiò una goccia della sua Coca Zero. La beve solo perché gli piace il design della lattina.

  • Ma io credo che sia una scusa.

  • Che cosa?! - risposi all'ultima frase di Shuichi, acquistando un immediato vigore.

Lui rimase un altro po' in silenzio, mentre io lo fissavo con occhi sbarrati al massimo.

  • Io credo che... lui si senta insoddisfatto di me. - terminò, e abbassò ancora di più lo sguardo.

Balbettai qualcosa, sbattendo le palpebre e agitando la testa, scioccatissima. Alla fine riuscii a prenderlo per il bavero e a girarlo verso di me.

  • Sei depresso Shuichi! Per questo dici queste baggianate! È normale, sei in crisi di astinenza da Yuki... - gli dissi, agitata, mentre lui non batteva ciglio – Ma devi ricordare che tu sei tutto per Yuki! Tu sei la sua famiglia! Non devi pensare che non ti voglia più con sé solo perché sono sette giorni che non ti scopa, e che cavolo! Fagli vedere che non sei un asino greco(?) e combatti! Resisti, abbi pazienza!

Gli occhi di Shuichi, due ametiste trasparenti, erano completamente spenti.

  • Solo... per un po'... - insistetti, con meno sicurezza e voce più bassa. Lo mollai.

Shuichi si sforzò per farmi un minuscolo sorriso.

  • Grazie, Morgy-chan. - mormorò. Ma in realtà non lo avevo aiutato affatto.

Se ne andò via, tutto mogio, lasciando la sua Coca Zero sulla panchina.

Sospirai, sapendo che tra poco si sarebbe tutto sistemato. La Gravità avrebbe fatto il suo corso.

 

Essendo demoralizzato, Shuichi non riuscì a cantare bene quel giorno, alla N-G. Giustamente, invece di mandarlo a casa, K gli fece riprovare mille e mille volte la canzone, finché non lo lasciò andare via alle undici e mezza.

Mi congedai da lui dicendogli che stavo andando ad un appuntamento con le mie sorelle yaoiste, e che avremmo dormito tutte da Suguru. Mi salutò senza troppe cerimonie, non solo per la depressione, ma anche perché era stanco morto. Basti pensare che in treno si addormentò, e non perse la sua fermata solo per un pelo.

Pensò che Yuki doveva essere già a casa da un pezzo, e che stava di certo scribacchiando in studio. Forse non sarebbe neppure riuscito a salutarlo. Quindi progettò di farsi una doccia velocissima e di andare a nanna... ma prima avrebbe provato a rifilare a Yuki un bacino della buonanotte. Sì, avrebbe fatto così!

Gli scappò un sorrisino. Dopotutto, stava tornando a casa. Dover passare la giornata così lontano da Lui rimaneva la cosa più insopportabile di tutte.

Una volta varcata la soglia, fece un “Sono a casa”, più per abitudine che per farsi davvero sentire da Yuki. Infatti, non aveva il solito volume alto e il tono allegro.

  • Cos'è, ti è successo qualcosa?

Shuichi sussultò rumorosamente. Dalla cucina... la voce di Yuki! Si precipitò laggiù, rischiando di ruzzolare per terra, e non si può descrivere il suo sbalordimento quando vide Yuki che si versava del whisky. In un bicchiere con tre cubetti di ghiaccio, come faceva sempre.

Yuki aveva un pochino la palpebra pesante, ma la sua postura era eretta e ispirava fierezza, come al suo solito.

E Shuichi, come ogni volta che lo vedeva, ebbe le palpitazioni.

Lo aveva scovato fuori dallo studio: miracolo!!

  • Yukiiii!! - cantilenò, correndo verso di lui con la bocca spalancata in un sorriso, gli occhi splendenti.

  • E adesso sei felice. Bah. - commentò Yuki, neutro, avvitando il tappo della bottiglia.

Shuichi lo abbracciò per la vita con tutta la forza che gli era rimasta, il sorriso nascosto nella camicia bianca di Yuki. Si strofinò su di lui mugolando di piacere.

  • Amore mio! - gongolò.

Yuki bevve un sorso del suo alcolico senza degnare Shuichi di uno sguardo. Ma aveva messo il braccio libero intorno alle spalle del più giovane, per fargli capire che il suo abbraccio era gradito.

Per un po' non successe più niente. Yuki bevve il suo bicchierino e Shuichi si beò del suo caldo petto. Ma, per loro, stare così vicini era quasi magico.

  • Yuki mi sei mancato. - ebbe il coraggio di sussurrare Shuichi ad un certo punto – Non immagini quanto...

  • Non ero andato da nessuna parte.

  • Lo so ma... è terribile quando, pur trovandoci nello stesso posto, siamo distanti anni luce.

  • Idiota. Non esagerare. - disse Yuki, calmo.

Shuichi ridacchiò, sollevando lo sguardo verso di lui – Ero in un momento poetico!

A sorpresa, Yuki fece la cosa che Shuichi si aspettava di meno in quel momento: posò il bicchiere su un banco della cucina, gli prese il viso tra le mani per attirarlo a sé, si chinò in avanti e unì le loro labbra.

Shuichi ebbe un secondo di stupore, ma capì che doveva approfittarne assolutamente: Yuki lo stava salutando per poi lasciarlo di nuovo, sommerso com'era di storie da scrivere. Passò le mani sull'ampia schiena di Yuki, in punta di piedi perché li separavano una ventina di centimetri, assecondando con la bocca i movimenti di quella di Yuki. Le sue labbra... sapevano di scotch. Shuichi aveva imparato a distinguere alcuni tipi di alcolici dal sapore che avevano le labbra di Yuki.

Quando il bacio finì, Shuichi, le guance arrossate, cercò nelle profondità delle iridi dorate di Yuki un segno d'amore. Ne aveva tanto bisogno...

E invece, Yuki lo sollevò da terra, dicendo: - Vieni qua.

Shuichi non poté far altro che incrociare le gambe dietro la schiena di Yuki, mentre questi lo trasportava come un bambino in camera da letto. Non era la prima volta che lo faceva, ma Shuichi andò comunque a fuoco, diventando purpureo. Con la bocca premuta sulla spalla di Yuki, e le braccia compresse tra il suo petto e quello dell'altro, borbottò un imbarazzato: - Cosa...?

  • Sh. - lo zittì Yuki, che sembrava non avere nessuna difficoltà a tenerlo in braccio.

E poi lo fece stendere supino sul letto.

Shuichi non ebbe tempo per riflettere su ciò che stava accadendo, perché Yuki si stese sopra di lui e si avventò sulle sue labbra, con grande trasporto. La sua lingua si mise immediatamente a cercare la sua innamorata nella bocca di Shuichi, per iniziare la loro samba selvaggia. La musica di sottofondo erano gli insistenti e tremendamente sexy mugolii di Shuichi, il fruscio dei vestiti dei due ragazzi, un verso roco proveniente dalla gola di Yuki simile ad un ringhio affamato.

Shuichi era praticamente immobilizzato da Yuki, ma in qualche maniera riuscì a sbottonare i primi bottoni della camicia di Yuki. Contemporaneamente la mani di Yuki si muovevano abilmente sul suo corpo, sollevando la sua felpa, piegandogli le gambe e carezzandogli le cosce, premendo forte.

  • Hyu... - Shuichi provò a chiamarlo, mentre Yuki faceva un lento e seducente giro di lingua dentro alla sua bocca.

Dopodiché Yuki si allontanò un pochino da lui, pregando che non volesse rovinare di nuovo tutto come una settimana prima.

  • E-ehm... - mugugnò Shuichi. Gli veniva difficile parlare con le mani di Yuki che non smettevano di palpargli le gambe – Yuki...

  • Sì? - incalzò gentilmente Yuki. Com'era misterioso il suo sguardo!

  • V... vu-vuoi fare l'amore con me?

La stanza era buia, l'unica luce proveniva da fuori la finestra... fu a causa di quella penombra che Shuichi vide Yuki sorridere?

Yuki sbuffò una risata, appoggiò la fronte al petto di Shuichi, e quest'ultimo gli abbracciò la testa, inspirando il delicato profumo dei capelli biondi di Yuki.

  • È una settimana che non lo infilo da qualche parte. - rispose a mezza voce Yuki – Si sente solo, lo sai?

Shuichi fece un largo sorriso eccitato, immergendo le dita nella chioma di Yuki. Gli sfuggì un risolino, al quale Yuki rispose aprendogli la zip della felpa. Infilò la mano dentro alla maglietta che Shuichi portava sotto, e prese a dargli leggeri succhiotti appena sotto al collo.

  • Ma... - mormorò Shuichi – Sicuro che sia tutto a posto? Col lavoro...

Ma intanto stringeva le gambe ai lati della vita di Yuki, per non farlo scappare via.

Yuki passò le labbra protese sul collo di Shuichi, che buttò la testa all'indietro per dimostrargli quanto gli piaceva. Sospirò appena. Yuki poi premette le labbra sulla guancia di Shuichi, lasciandovi un lungo bacio tenerissimo. Si mosse appena per guardarlo di nuovo negli occhi.

  • Ho finito.

  • Tutto il libro?

  • Ah-ha. È una settimana che ci lavoro senza sosta.

Shuichi sbarrò gli occhi, pensando che doveva aver faticato parecchio.

  • La verità è che... - proseguì Yuki, con uno sguardo distante che lo faceva sembrare pensieroso – Non ci avevo messo molto impegno, all'inizio. Poi tu ti sei messo a fare il tecnico delle luci e così...

  • Volevo solo creare un po' di atmosfera! Così, per divertirci! - si giustificò Shuichi, preoccupato che Yuki potesse avercela ancora con lui.

  • E stai un po' calmo... - Yuki mise una mano sulla guancia di Shuichi, facendogli assumere due occhioni sognanti. L'uomo aveva un sorriso sghembo – Sai, ti dovrei ringraziare visto che mi hai dato l'occasione di continuare il libro...

La bocca di Shuichi si stese in un sorriso gigantesco.

  • Yuki! - sussurrò, tutto orgoglioso.

  • Ma visto che sei stato un idiota non lo farò.

  • Umpf, sempre il solito!

  • Non voglio perdere tempo: con le ultime energie che mi sono rimaste riuscirò a farlo una volta soltanto...

  • Davvero? Peccato... - Shuichi fece un musetto deluso.

  • Però ho una piccola richiesta...

Lento e sensuale, come solo lui può essere, Yuki si abbassò fino a sfiorare l'orecchio sinistro di Shuichi con le labbra. Shuichi rabbrividì tutto, e si protese verso di lui più che poteva.

  • Ti ricordi... - sibilò Yuki, e con il dorso delle dita carezzava pian pianino la guancia destra di Shuichi – Quel completino, tutto di pizzo rosso, che ti sei messo qualche giorno fa?

I battiti del cuore di Shuichi si fecero tonanti.

  • Eri tanto carino, lo sai? Ti dispiacerebbe mettertelo per me, Shu-chan?

Ahia! Shuichi impazziva quando Yuki lo chiamava col suo soprannome! Se poi Yuki gli faceva quel sorriso pieno di bramosia, il suo cuore si scioglieva come un blocco di cioccolato sul fornello.

  • Ma certo amore! - sorrise Shuichi, e quando fece per alzarsi, Yuki si tolse da sopra di lui per permettergli di correre via. Infatti, Shuichi aveva nascosto la scatola con il completino sotto al divano in salotto, assieme a tante altre cosine graziose che tanto piacevano al suo tesoruccio.

Poco dopo, Shuichi andò con passo lento e incerto sotto lo stipite della porta della camera. Il rossore della sua pelle era ancora più intenso di quello del completo. Con un sorriso intriso di imbarazzo, Shuichi si torturava le dita dall'agitazione.

  • Me-me l'ha regalato Morgy-chan... - balbettò, distogliendo gli occhi da quelli di Yuki – Ma non avevo mai avuto il coraggio di metterlo...

  • Se ti vergogni sei più carino.

Yuki era splendido, steso sul fianco, appoggiato al gomito, con una gamba piegata. Si era tolto la camicia e il biancore della sua pelle appariva più che mai nel buio. I suoi occhi erano carichi di desiderio, così come il suo sorriso malandrino. Sembrava un gatto che si lecca i baffi guardando il suo indifeso topolino.

Yuki tese un braccio verso Shuichi.

  • Vieni qui, mostarda.

Il sorriso di Shuichi si allargò. Corse verso di lui, cinguettando in modalità “Voce da Donnetta”: - Arrivo, marmellata!

 

 

 

 

 

 

*In un tempo imprecisato ma successivo...*

Morgana Midnightmare: - Sigh... sigh... siamo qui riuniti... sniff... per piangere l'eliminazione della scena centrale di questa fanfiction, dovuta al fatto che EFP non permette il bondage... X''''( !

Shuichi Shindou: - Era... una scena avvincente. Angst. Non per stomaci delicati. Eppure il suo raiting si era mantenuto nella soglia dell'arancione. Ha servito... :'( … ha servito la sua autrice con onore!

M: - BWAAAAAH X'''O! Basta con la discriminazione del bondage! Basta con la censura di masochismo, sadomasochismo, sottomissione, dominio e violenza domestica!!

S: - Aaaaah X'''( !! Yuki, ti prego, partecipa con noi a questo triste evento!!

Eiri Yuki: - …....... Voi due. In casa di cura. Adesso.

Kumagoro (WTF????): - Recensite :D!! 


  
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