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Autore: Hidden Demon    06/04/2012    4 recensioni
[Dalla shot]
"Il tempo era passato imperturbabile, ma il dolore, come un bambino capriccioso, si era ostinato a risiedere nel suo cuore, facendola svegliare ogni singola mattina con una fitta lanciante al cuore e tutti i giorni rischiava di rimane senza fiato quando quella sofferenza lasciava il posto ai dei singhiozzi sommessi."
Gabriel e Claudia, di nuovo insieme, per una beffa del destino.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ironia del Destino


- Vaffanculo! – Sbraitò Claudia contro la sua macchina bloccata, di nuovo, nel bel mezzo del nulla – Sempre quando ho appuntamenti di lavoro, non ti smentisci mai, eh?- Continuava quasi come se l’autovettura potesse risponderle davvero. Guardò il cofano alzato con aria di sfida, iniziando a trafficare tra quella mappa di tubi e connessioni, che di solito le erano così famigliari, ma in quel momento le sembrava di aver perso la memoria e tutte le sue conoscenze di meccanica con essa, forse per colpa del caldo.
Poi un rumore attirò la sua attenzione: un motore scoppiettante, un motore scoppiettante di quella che giudicava essere una moto. Si sporse quel tanto che bastò per mostrargli il limpido grigiore tremolante, tipico delle strade in Estate, interrotto solamente da una figura, il quale profilo, oramai, conosceva fin troppo bene.
Era sicura che il suo cuore si fosse fermato per un momento, mentre le lacrime decisero di modellare il suo volto, come se fosse argilla.
Il tempo era passato imperturbabile, ma il dolore, come un bambino capriccioso, si era ostinato a risiedere nel suo cuore, facendola svegliare ogni singola mattina con una fitta lanciante al cuore e tutti i giorni rischiava di rimane senza fiato quando quella sofferenza lasciava il posto ai dei singhiozzi sommessi.
Gli occhi offuscati dalle lacrime riuscirono a distinguere Gabriel, che stava tornando indietro, probabilmente, non avendola riconosciuta; proprio come nel giorno in cui si incontrarono per la prima volta:
-Bè, se mai dovessi esistere mi stai prendendo proprio per il culo!- Imprecò contro il cielo, mentre Gabriel le si avvicinava, non rendendosi ancora conto di chi fosse, a causa o per merito degli occhiali scuri che portava.
-Le serve una mano?- Chiese con il suo tono gentile, ancora lontano.
Quella voce fu l’ennesima coltellata al cuore per Claudia. Il suo occhiceruleo prete, era rientrato di prepotenza nella sua vita, tramite una beffa del destino. Solo per una forza di volontà al di sopra del normale e per un orgoglio forzato, riuscì a tenersi in piedi e a non crollare sulle sue stesse gambe, piangendo tutte le lacrime che aveva richiuso nei meandri della sua anima.
- N-no..Grazie, ce la faccio da sola- disse con voce rotta.
Solo in quel momento, Gabriel riuscì finalmente a ricondurre la figura conosciuta, che aveva individuato attraverso le lenti, a qualcuno di reale: in quell’istante smise anche di pensare, rimase immobile come una statua alle spalle del suo amore, che aveva egoisticamente e vigliaccamente rifiutato, con la scusa di ‘non poter più scegliere solo per se stesso’. La sua mano tremò, quando fece per togliersi gli occhiali:
-Claudia..-
-No Gabriel, non dire niente! –Disse lei voltandosi e mostrando la debolezza delle sue lacrime – Te ne prego, rispetta fino in fondo la tua scelta: risali sulla tua moto e vattene, per favore-
Nella mente del sacerdote non passò neanche per un secondo l’idea di poter accontentare le sue preghiere:
-Perché dovrei?- Chiese dolcemente – Il rispetto per la mia scelta è crollato nel momento stesso in cui la prendevo.-
-Gabriel!- Lo richiamò lei, singhiozzando  -Sei l’autore dello squarcio più profondo, che il mio cuore abbia mai provato, non farmi questo..- La sua forza di volontà, il suo orgoglio cedettero e a loro seguirono le sue gambe, lasciandola accasciata a terra, contorta dagli spasmi del pianto.
La testa rossa non poteva più sopportare di vedere ciò che di più prezioso aveva ricevuto dal suo dio, si sgretolasse sotto il suo sguardo e allora fece congiungere i loro corpi in un abbraccio, al quale lei non si sottrasse, anzi aveva fin troppo agognato quella stretta sicura, quelle mani ad accarezzargli la schiena.
-Ti prego smettila di piangere, è una tortura vederti così!- Disse alzandole dolcemente il viso.
Quando ebbe asciugato le ultime lacrime della Psicologa, sussurrò alle sue labbra l’amore che dirompente gli aveva distrutto l’anima, con un bacio.
Un bacio aspro, ma pieno di passione, d’amore. Una carezza tra bocche e lingue che si erano desiderate incessantemente. Il sacerdote, incurante della sua carica ecclesiastica, portò le mani sul viso di Claudia, per avvicinarla ancora di più a se, mentre la psicologa, aveva già avvolto il collo di Gabriel con le sue braccia, per sentirlo ancora più suo.
Non si resero conto di quanto tempo passarono su quell’asfalto ad accarezzarsi, baciarsi, esplorarsi e a pretendere con quanta più voracità il corpo dell’altro.
Come se al di fuori di loro non esistesse più niente: nessun Direttorio, nessun sacerdozio, nessuna Congregazione, nessun destino, nessuna Profezia. Solo loro, insensibili al resto del mondo.


NB: Ahola! E' la prima volta che scrivo in questo fandom, non so bene cosa aspettarmi, ma ho comunque deciso di provarci. Sappiate che sono pronta ad accogliere qualsiasi critica, di cui farò gran tesoro, per migliorarmi. Mi scuso per la velocità con cui ho fatto accadere gli eventi, ma è una Shot venuta di getto e scritta altrettanto velocemente. Vi saluto, grazie per avermi letto e magari lasciate una recensione no? 
   
 
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