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Autore: MaggieMurdock    08/04/2012    6 recensioni
Questo rendeva la situazione attuale ancora più ridicola: era solo, nel silenzio più totale, e non riusciva a rilassarsi.
Una meraviglia, insomma.
Ad un certo punto, mentre ancora era svaccato sul divano e si lambiccava il cervello per trovare una soluzione, gli parve di sentire un piccolo rumore.
Secco, breve, solo un “tic”.
Seguito da un altro.
E un altro ancora.
Cristo, ho anche le allucinazioni uditive adesso?! Perfetto, sono sull'orlo della pazzia.
(Regalino di Pasqua per tutte voi che avete il buon cuore di leggere i miei deliri ♥)
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, questa è l'ennesima idiozia partorita dalla mia mente. LOL iniziamo bene.

Era nata come PWP, ma alla fine è..non lo so nemmeno io. Un miscuglio di fluff/comico/vagamente pervert.. boh O_o Abbiate pietà, sto postando alle 4 di notte e non ricordo manco come mi chiamo in questo momento!

Venerdì ha cominciato a girarmi in testa un certo pensiero, che si è tradotto in questo mostriciattolo.

Diciamo che è il mio modo per augurarvi Buona Pasqua, specialmente alle mie tessore (e voi sapete chi siete. Sìsì, sto parlando con voi!) che sono personcine tanto adorabili e alcune molto più sadiche della sottoscritta (ogni riferimento è puramente casuale, vero premiata ditta G_Delaunay & Leia Gylls? :p <3)

Spero che vi piaccia, buon cioccolato a tutti. XD * corre a nascondersi *

 

 

 

 

Era già passata ampiamente la mezzanotte e Jared continuava a rigirarsi tra le coperte.

Non riusciva a chiudere occhio, nonostante avesse deciso di andare a dormire presto perchè erano giorni che faceva tardi davanti al computer a lavorare.

Il montaggio dei documentari dei Mars gli aveva risucchiato tutte le energie, il suo lato maniacale non gli faceva prendere sotto gamba nessun dettaglio e armeggiava con i programmi di editing per ore intere dimenticandosi del mondo fuori.

E ora, a letto, gli sembrava di non avere pace.

Prima aveva pensato di essere troppo coperto, poi una volta scostato il copriletto, di avere freddo.

Era smanioso, irritabile, sbuffava e imprecava silenziosamente.

Dannata insonnia, che tu sia maledetta.

Di questo passo non dormirò neanche un minuto.

Fanculo.

Fanculo, fanculo e ancora fanculo.

Il giorno dopo sarebbe stata la domenica di pasqua, e gli sarebbe toccato un pranzo con sua madre, suo fratello e alcuni amici.

Poteva presentarsi con due occhiaie gigantesche e un colorito che avrebbe fatto invidia a Dracula?

Sentiva già le lamentele di sua madre su quanto fosse pallido e deperito e questo lo faceva alterare ancora di più.

Alla fine scostò le coperte con un gesto di stizza e si alzò, dirigendosi verso la cucina.

Aprì gli sportelli in cerca di qualcosa che lo potesse aiutare a prendere sonno, valutò che la camomilla e le tisane rilassanti non servissero a nulla, vista la gravità della situazione.

Esausto, si buttò sul divano, al culmine della sua disperazione.

Perchè cavolo non dormo se mi sento come se fossi stato investito da un autobus?

Shannon aveva deciso di andare da sua madre, cosa che anche lui era stato invitato a fare, ma che aveva volutamente evitato per poter riposare in pace senza nessuno tra i piedi.

Questo rendeva la situazione attuale ancora più ridicola: era solo, nel silenzio più totale, e non riusciva a rilassarsi.

Una meraviglia, insomma.

Ad un certo punto, mentre ancora era svaccato sul divano e si lambiccava il cervello per trovare una soluzione, gli parve di sentire un piccolo rumore.

Secco, breve, solo un “tic”.

Seguito da un altro.

E un altro ancora.

Cristo, ho anche le allucinazioni uditive adesso?! Perfetto, sono sull'orlo della pazzia.

L'ennesimo rumore, simile agli altri, lo fece sussultare.

Arrivò alla conclusione che non si trattava della sua immaginazione.

Tese l'orecchio nell'oscurità: di nuovo quel “tic”.

Proveniva dalla finestra del salotto, che dava sul cortile interno di casa sua.

Ma che diavolo?!

Cautamente si alzò, avvicinandosi, e proprio in quel momento qualcosa colpì il vetro cadendo poi sul pavimento del terrazzo.

Qualcosa di piccolo, che produsse lo stesso suono sordo che aveva sentito prima.

Aprì la finestra, abbassandosi a controllare da cosa fosse provocato.

Trovò cinque sassolini, un sesto per poco non lo colpì in testa, andando a precipitare contro le mattonelle. Doveva averli tirati qualcuno.

Ma chi è il deficiente completo che farebbe una cosa del genere?!

Si sporse dal parapetto visibilmente agitato, per scovare il responsabile, pensando a uno scherzo idiota dei figli adolescenti dei suoi vicini.

Adesso gliene canto quattro a sti ragazzini, così passerà loro la voglia di rompere le palle alla gente in piena notte!

E con intenzione bellicosa scrutò l'aria, in attesa di un passo falso dei piccoli delinquenti.

Con sua immensa sorpresa, vide un uomo invece.

Un tipo alto, avvolto nell'oscurità, del quale non riusciva a distinguere i lineamenti.

Un ladro?! Ma i ladri di certo non trovano un modo per annunciare la loro presenza, semmai il contrario..Porca puttana, non mi dire che..no, non è possibile.

Scosse la testa energicamente, scacciando quel pensiero assolutamente improbabile.

Finchè, dopo qualche istante, il ragazzo non si fece avanti, esponendosi alla luce fioca di un lampione.

Oh cazzo! - urlò, facendo un salto indietro, incredulo.

Sgranò gli occhi come se avesse visto un fantasma..ma non lo era affatto, anzi. Lo conosceva fin troppo bene.

Ma sei scemo!? Che diamine stai facendo?! - sbottò adirato.

L'altro si abbandonò ad una risatina, come se si stesse facendo beffe di lui.

Poi parlò – Dormivi? -

Ho una maledetta insonnia, per tua fortuna! -

- Shannon è in casa? -

No imbecille, sono da solo e tu mi stavi per fare venire un infarto! Che cazzo ti metti a tirarmi i sassolini sui vetri, ti sei bevuto il cervello per caso?! -

Beh volevo evitare di venire ucciso dal tuo caro fratellino, ho pensato che fosse un buon modo per attirare la tua attenzione. - ridacchiò.

Ah e quindi hai pensato di prendere di mira la finestra del salotto? Geniale, devo dire! -

Uh, non è il balcone di camera tua? - fece con voce perplessa.

No, cretino, è quello di fianco – rimproverò Jared indicando il lato destro della casa.

Ah, oddio mi sono sbagliato! Beh senti, hai intenzione di farmi salire o no?! Mi sto gelando il culo qui fuori! -

Ti meriteresti di stare lì a surgelarti, altrochè! Comunque, aspetta un secondo che vengo ad aprirti. - alzò gli occhi al cielo vedendo solo il nero della notte sopra la testa ed una miriade di stelle alle quali non fece caso, ancora irritato da tanta idiozia.

Scese le scale, spalancò la porta d'ingresso e si spostò per fare entrare Colin, con tutta l'intenzione di ucciderlo.

Notò qualcosa tra le sue mani, ma era ancora abbastanza imbestialito da non prendersi la briga di pensare a cosa potesse essere.

Non si accorse nemmeno dello sguardo eloquente di Colin verso il suo abbigliamento: un paio di pantaloncini neri e una maglietta larga e sgualcita dentro la quale praticamente era deliziosamente perso.

Quel maledetto irlandese gli aveva fatto perdere dieci anni di vita.

Accese la luce, pronto a continuare la ramanzina.

Cominciò ancora prima di voltarsi verso di lui – Brutto coglione! Tu mi farai morire un giorno di que.. - a morire furono le parole invece, quando mise a fuoco cosa avesse portato.

Era un uovo di pasqua, ricoperto di scintillante carta blu scuro.

E quello cosa sarebbe?! - disse indicandolo a bocca aperta.

Non lo vedi? - chiese Colin, ironico.

E' inutile che sfotti, ti sembra normale piombare qui nel cuore della notte con un uovo?! -

Non ho avuto tempo di portartelo prima..domani è pasqua..o stanotte o mai più! - replicò Colin stringendosi nelle spalle e con un'espressione innocente, come a dire: beh, che c'è di male?

Ma chi cazzo lo vuole, mica ho cinque anni! - fece acido Jared, gesticolando nell'aria.

Colin non perdeva quella faccia serafica e tranquilla, e lui avrebbe finito per strangolarlo. Sì, decisamente.

Oh beh, scusa se volevo farti un regalo – disse piatto – se non vuoi il cioccolato vorrà dire che lo mangerò tutto da solo. - e andò a sistemarsi sul divano, poggiando l'uovo sul tavolino di fronte.

Cominciò a scartarlo, con Jared sempre più basito che lo guardava con gli occhi di un serial killer.

Tutta quella faccenda era surreale. All'una di notte, quell'irlandese malato aveva intenzione di mettersi a mangiare cioccolato nel suo salotto.

Roba da ospedale psichiatrico.. meno male che doveva essere lui quello più strano tra i due!

Tu non stai bene, renditi conto! -

L'irlandese scoppiò in una risata – Senti chi parla, Mr sobrietà e rettitudine! -

Io una cosa del genere non me la sogno neanche, se lo vuoi sapere! -

Beh, come ti pare.. speravo di mangiarla con te.. ma se non ti va.. - fece Colin, con voce improvvisamente suadente.

A quel punto a Jared tremarono le ginocchia e perse di nuovo le parole. Si sentì incerto se essere ancora incazzato oppure saltargli addosso e vendicarsi nel modo che gli era più congeniale.

Dicono che il cioccolato sia afrodisiaco.. - continuò il suo ragazzo puntandogli addosso quei suoi micidiali occhi scuri e profondi – ero curioso di sapere se fosse vero.. - e si leccò un lato delle labbra lasciando sospesa la frase, per poi rivolgergli un sorrisino allusivo.

Jared rimase pietrificato un paio di secondi, sentendosi in trappola come un topolino davanti a un cobra.

Quell'espressione, quella fottuta espressione da seduttore incallito e vagamente perverso che gli stava facendo.. lo stava scopando con gli occhi, il bastardo!

Cercò di sostenere lo sguardo, nonostante fosse sul punto di esplodere. O di cadere a terra svenuto, magari, vista l'intensità di quelle due perle nere e scintillanti che sembravano osservare fameliche ogni singolo centimetro del suo corpo.

Tu sei rimbecillito – disse secco infine, recuperando un po' di buon senso e cercando di ignorare il formicolio che cominciava a diramarsi dal suo stomaco.

Non poteva certo dire di essere indifferente alla presenza di Colin sul suo divano che pareva intenzionato a esperimenti notturni decisamente poco ortodossi.

Tuttavia, era già nervoso di suo e trovava quell'improvvisata l'ennesimo attentato alla sua pazienza.

Colin non rispose niente, scrollò le spalle e lo ignorò tornando a prestare attenzione al suo uovo.

Finì di scartarlo e ruppe la parte superiore recuperando poi un paio di pezzetti di cioccolato.

Si mise comodo sul divano con tutta l'intenzione di gustarselo in santa pace, tutto ciò con Jared che continuava a stare in piedi appoggiato al muro con le spalle, senza più sapere cosa dire.

Scuoteva la testa rassegnato e si chiedeva solo fino a che punto avrebbe dovuto sopportare.

L'irlandese si portò lentamente alla bocca il cioccolato, socchiudendo gli occhi e poi mugolando di soddisfazione.

Come se stesse facendo sesso, pensò Jared sentendo risvegliarsi i suoi sensi.

Fece scivolare tra le labbra un secondo pezzetto e lasciò uscire un altro gridolino eccitato – mmmh, dio, non sai cosa ti stai perdendo! - sentenziò riaprendo gli occhi e lanciando uno sguardo obliquo all'americano che stava pregando di non tradirsi.

Vedere Colin mangiare in quel modo era decisamente destabilizzante, ma non intendeva dargli soddisfazione.

Sei sicuro di non volerne neanche un po'? E' fondente, l'ho preso apposta per te -

No! – rispose isterico – non lo voglio, cazzo -

L'irlandese prese altri due pezzetti e si alzò, muovendosi col passo felpato di un predatore.

Jared osservò il modo in cui la camicia a scacchi che aveva indosso gli fasciava il torace, i jeans blu scuro che calzavano a pennello sulle sue gambe muscolose..era terribilmente sexy e dall'aria pericolosa.

Era vicino, sempre più vicino e non smetteva di portarsi addosso quel maledetto sorriso.

Jared sperò di essere inghiottito dal muro o semplicemente di sparire, per evitare il subdolo attacco che l'altro stava per sferrare.

I muscoli tesi, il corpo immobile come una statua, il cervello che pareva non rispondergli più, di certo non erano d'aiuto.

Avanti, apri la bocca – sibilò Colin – devi assaggiarlo -

Jared per tutta risposta serrò le labbra, senza fiato.

Era talmente vicino da poter quasi sentire il suo respiro sulla pelle, la mano armata di cioccolato si alzava pericolosamente verso il suo viso – Su, non farti pregare, bambolina – sussurrò.

Ok , pensò, non mi resta che mangiarlo a questo punto. Magari poi la smette con questa farsa!

E va bene! - sbottò – dammi quello stramaledetto cioccolato, così la finisci di rompermi le palle -

Colin ignorò la mano tesa di Jared.

Voglio imboccarti io – spiegò con voce lasciva.

Leto deglutì, riportò tutte e due le braccia lungo i fianchi e schiuse la bocca, con finto fare scocciato.

In realtà era in atto un incendio dentro di lui. Se solo quell'irlandese malefico si fosse sbrigato a portare a termine quel suo giochino perverso, forse sarebbe rimasto in vita e abbastanza in sé da fargliela pagare.

Colin passò il piccolo pezzetto sulle sue labbra, facendogli sentire la consistenza. Lo muoveva lentamente, in modo che Jared potesse percepirne anche il profumo, delizioso e inebriante.

Gli provocò un tremolio appena accennato, al quale sorrise beffardo, per poi spingerlo nella sua bocca senza smettere di fissarlo come se Jared stesso fosse un appetitoso cioccolatino.

Mentre il sapore dolce si spandeva sulla sua lingua, Farrell rimase in attesa.

Jared abbassò gli occhi sul suo petto, terribilmente vicino a quello del compagno, masticava piano e cominciava a sentirsi veramente eccitato.

Ma ancora cercò di non darlo a vedere, né di dare il benchè minimo senso di vittoria a Colin, limitandosi a dire – Mh, sì, è buono. - con voce poco convinta.

Prova di nuovo – sussurrò per tutta risposta l'irlandese, porgendogli un altro pezzo.

Jared aprì la bocca e lo accolse, toccando lievemente con la lingua anche la punta delle dita di Colin.

Di nuovo dolce sul palato, di nuovo un sussulto allo sguardo compiaciuto del suo compagno, ma mentre stava per dire che sì, non era male ma dopotutto non era poi questo granchè, sentì le labbra di Colin serrarsi contro le proprie.

Rimase un secondo sorpreso, per poi ricambiare il bacio, ancora con la bocca piena.

L'aroma del fondente si mescolò a quello della lingua di Colin, che raggiunse la sua stuzzicandola e giocando dispettosa.

Il cioccolato si scioglieva nella bocca di entrambi, contemporaneamente.

In un impeto, Farrell strinse le mani sulle sue braccia, facendolo aderire completamente al muro, senza smettere di provocarlo con movimenti rapidi e malandrini della lingua.

E Jared ricambiò mettendoci uguale intensità, avvolgendogli la schiena e lasciando vagare le mani sulla stoffa morbida della camicia.

Dopotutto, poteva permettersi di deporre le armi per un po', di fronte a un bacio del genere.

Sentì Colin sorridere sulle sue labbra, probabilmente si stava beando di quella piccola vittoria, ma non se ne lamentò.

Continuò invece a baciarlo, mentre il dolce svaniva e lasciava spazio al sapore inconfondibile del suo ragazzo.

Che a dirla tutta, era molto più buono del cioccolato.

Si staccarono con il fiato corto e rimasero qualche secondo in silenzio, mangiandosi con gli occhi a vicenda.

Allora, che te ne pare, ne valeva la pena? - chiese Cole, con voce leggermente roca.

E bassa, così sensuale e ipnotica che Jared dovette ricordarsi di non essere morto, prima di rispondere.

Mh, sì, tutto sommato direi di sì – Quella frase non gli era uscita menefreghista quanto avrebbe voluto, sapeva di non essere più tanto convincente per via del sorrisino sghembo che gli venne spontaneo fare.

Stronzetto – disse Farrell in un sussurro – ammettilo, è il più buono che tu abbia mai assaggiato -

Affatto – seguitò Leto, imperterrito – ma con l'aggiunta del tuo sapore un po' è migliorato. -

L'irlandese sorrise a sua volta, abbassando gli occhi sui pantaloncini di Jared – Anche se non vuoi dirlo, il tuo corpo parla più che chiaramente per te,sai? -

Jared arrossì violentemente, abbassò gli occhi anche lui e vide il rigonfiamento del quale non si era minimamente accorto fino a quel momento, inebetito dallo sguardo del compagno, dai suoi gesti e sì, probabilmente anche da quel maledetto cioccolato almeno in minima parte.

La mano di Colin si avvicinò rapidamente, andando ad accarezzarlo.

Jared emise un gemito soffocato quando prese a strusciarla contro il tessuto, lento ma inesorabile.

Le labbra del compagno si avventarono sul suo collo, baciandolo, mordicchiandolo.

Erano calde, umide, vagamente appiccicose.

Prese a leccare sapientemente la pelle candida subito sotto il suo orecchio.

Le sue mani rispondevano stringendo la camicia di Colin, andando a frugare verso il basso per ottenere libero accesso alla sua schiena nuda.

Sentiva le ginocchia cedere e il respiro chiedere pietà.

Pietà che quel bastardo di Farrell naturalmente non gli concesse, seguitando a lavorare con la bocca e con la mano, del tutto intenzionato a farlo andare in iperventilazione.

Non c'era certo bisogno che glielo dicesse a parole, bastavano i gesti sempre più insistenti, le dita che si insinuavano oltre la stoffa, andando a scontrarsi direttamente con la sua erezione.

Jared tremò, imprecò, serrò le palpebre sentendo il suo cuore agitarsi nel petto quanto un palloncino in balia del vento.

A quanto pare hanno ragione.. - sibilò Colin, stringendo le dita sul suo sesso.

Su cosa? - chiese a fatica l'americano.

Sul cioccolato – sussurrò prima di lasciare l'ennesima lappata sulla pelle accaldata di Jared, che si abbandonò ad una flebile risata.

Non dire cazzate –

Spostò le mani sul davanti della camicia del compagno, lottando impaziente con le asole e i bottoni.

Non ci mise molto a liberarsene, l'irlandese si spostò da lui aiutandolo nell'impresa.

Adesso me la paghi – minacciò Jared fissandolo.

Che intendi fare? - domandò Colin con voce spezzata.

Punirti – disse poggiando una mano sull'erezione dell'altro, altrettanto sviluppata.

La ritrasse subito, svicolando e raggiungendo poi il tavolino sul quale giaceva il suo uovo di pasqua e staccò un pezzo abbastanza grande.

Seguimi – ordinò, avviandosi verso la sua camera da letto.

Incredibilmente Colin non oppose resistenza, probabilmente incuriosito dalle sue intenzioni.

Una volta varcata la soglia della stanza, Jared lo fece stendere sul letto.

Ora vediamo se hai ancora voglia di fare tanto lo spiritoso! - esclamò brandendo il pezzo di cioccolato.

Si mise a calvalcioni del corpo di Colin, bloccandogli le braccia sotto il peso delle ginocchia.

Farrell liberò un lungo sospiro quando le loro eccitazioni si scontrarono.

Leccò il cioccolato facendolo sciogliere leggermente su un lato, guardando l'irlandese con malizia estrema.

Dopodichè cominciò letteralmente a disegnare sul suo torace.

Colin rideva e cercava di divincolarsi – Mi fai il solletico, idiota! - ma Jared non lo ascoltava.

Sembrava concentrato, neanche avesse intenzione di realizzare la sua più grande opera d'arte sul petto del suo compagno.

Non gli diede tregua per diversi minuti, Colin sussultò parecchie volte sotto le linee nette e definite lasciate dall'americano sulla sua pelle, finchè quest'ultimo soddisfatto non sentenziò – Questo potrebbe essere il mio capolavoro, lo sai?! -

Ma che diamine! Togliti dai piedi, voglio vedere! -

E trovò finalmente il modo di spingerlo via, facendolo cadere rovinosamente sull'altro lato del letto.

Andò a mettersi davanti allo specchio che guarniva un pesante cassettone di legno scuro e strabuzzò gli occhi.

Il disegno di un uovo troneggiava al centro del suo petto con a un lato la scritta “Easter revenge” e sotto la firma di Jared.

La vendetta di Pasqua.

Scoppiò a ridere continuando a guardarsi – Tu sei fuori di testa! -

Senti da che pulpito viene la predica! - replicò Jared, che intanto si era disteso comodamente sul suo letto, appoggiando la schiena ad un cuscino e incrociando le braccia dietro la testa con evidente fierezza verso il suo operato.

Colin gli si buttò addosso improvvisamente, cercando di braccarlo.

Cosa che effettivamente fece.

Hai rovinato il disegno! - piagnucolò Jared mentre l'irlandese gli stava sopra imprigionandolo.

Oh, mi dispiace bambolina! - finse Farrell con una voce che lo stava sfottendo palesemente, per poi avventarsi di nuovo contro di lui per chiudergli la bocca.

Il cioccolato sporcò la maglietta di Jared, prima che venisse gettata miseramente sul pavimento insieme al resto dei vestiti che li coprivano.

Finì per riempire di macchie anche il groviglio di lenzuola nel quale si rotolarono, fingendo una lotta ma in realtà cercandosi inesorabilmente, stringendosi l'uno all'altro con sempre maggiore irruenza, finchè Colin non entrò dentro l'americano senza troppe cerimonie.

Jared emise un gridolino sofferente, che poi lasciò spazio a una serie di gemiti strozzati mano a mano che l'irlandese si muoveva ritmicamente sopra di lui.

L'orgasmo li colse in fretta, lasciandoli stremati e accaldati, l'uno sul corpo dell'altro.

Mi devi un bucato, lo sai? - sussurrò Leto all'orecchio del compagno, quando il suo respiro fu tornato pressochè regolare.

Quando vuoi – rispose quello ridacchiando e aggiunse – Buona pasqua, Jar -

Anche a te, stupido testa di cazzo che non mi fa dormire -

Non lo avresti fatto lo stesso! - replicò Colin sornione, alzando lo sguardo sul suo – almeno hai impiegato il tempo in un modo proficuo –

Mh, ok, te lo concedo, hai ragione..c'è solo un piccolo dettaglio.. - cinguettò.

Quale? -

Devo rifare il disegno! -

 

NdA: 
Io faccio del terrorismo psicologico inutile, mi sa. xD
Comunque, non potevo esimermi dal far giocare questi due con il cioccolato u.u 
Spero che vi sia piaciuta, che non ci siano troppi errori (mi si incrociano gli occhi e non li vedo O_o) e ancora grazie grazie grazie e tanti auguri <3 

 

  
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