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Autore: OperationFailed    08/04/2012    5 recensioni
Mi riconosci, ho la faccia piena degli schiaffi che vorrai darmi.
E ho un petto crepitante, credo sia sbagliato.
Vieni a prendermi, non riesco a vedere bene.
Genere: Angst, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Volano le libellule,     
sopra gli stagni e le pozzanghere in città,
sembra che se ne freghino,
della ricchezza che ora viene e dopo va,
prendimi non mi concedere,
nessuna replica alle tue fatalità,
eccomi son tutto un fremito.





C’è gente che svolazza per le strade,
sembrano libellule attratte dall’acqua.
La cosa buffa è che non sanno che
in quell’acqua ci annegheranno.
La dieta va benissimo – in caso t’interessasse.
Dopo la tua voce al telefono ho perso
 ogni parvenza d’appetito.
Niente Moran.
Quanto manca alla prossima volta in cui
mi metterai in imbarazzo davanti alla nazione, Sherlock?






Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà,
non si sa come si creano,
costellazioni di galassie e di energia,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.






L’ennesima bomba, l’ennesimo
 indecifrabile indizio.
Sembra la canzone di un sadico
e sono esplosioni inutili
 – non sei qui a poterne gioire.
Non allontanano la noia di nessuno.
Gli uomini sembrano giocare a dadi –
così decidono quale potrebbe essere
 il movente, quale il colpevole.  
La verità è che assurdo quanto te
 non c’è nessuno.  
E’ rimasto un po’ di te
qui, in ogni riga dei miei rapporti
 ti sento contestare l’uso delle virgole.
E’ la tua magia:
la mia pazzia.





Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.





Il cielo mi pesa sopra la testa ed è
tutta colpa tua.
C’è un tale disordine nelle stelle
che puoi essere stato solo tu,
 sembra un tavolo sconfinato
 infestato di alambicchi
– i tuoi sono in cucina.
Comunque
se decidessi di tornare
non mi arrabbierei.
Mi riconosceresti
per il petto gonfio,
in ogni sua tasca ci sono domande
pesanti.
Ma ti perdonerei.
Non dovresti neanche chiedermi
scusa
per i cadaveri nel frigo,
il teschio sul camino
le bollette tenute ferme con i coltelli e
i rapimenti occasionali.
Neanche per gli appuntamenti
rovinati
e le occhiate truci.
Stasera sono solo
come tutte le altre sere e
 il cielo mi pesa troppo.
Se torni potrò lasciare quei sassi
 uno ad uno dietro di me.
Così il prossimo che vorrà
 giocare
con te
 troverà la strada
 con più facilità.
Riscriveremmo la storia di Pollicino.
Magari potrei riempire il mio blog di fiabe –
nel caso, ecco, nel caso
 non ti andassero bene
 i miei resoconti.
Però basta che torni,
perché questi sassi sono troppi
 e sono pesanti.
Eri tu quello forte, tra i due.
Vieni a prendere questi sassi
 sono tutti tuoi.





Sono solo stasera senza di te, 
mi hai lasciato da solo davanti a scuola, 
mi vien da piangere, 
arriva subito, 
mi riconosci ho le scarpe piene di passi, 
la faccia piena di schiaffi, 
il cuore pieno di battiti 
e gli occhi pieni di te. 





Vieni a prendermi, John. Arrabbiati.  Ho troppi passi lontani nelle scarpe, sto fallendo. Mi riconosci, ho la faccia piena degli schiaffi che vorrai darmi. E ho un petto crepitante, credo sia sbagliato. Vienimi a prendere, non riesco a vedere bene. Ti ho negli occhi e ho fretta di togliere questo velo dallo sguardo. Vieni. Arriva subito. Mi riconosci, John? Sono il barbone di Paddington e il vecchio del bar all’angolo. Ma sono sempre solo davanti a te e mi stai sabotando la vita. Vieni. Allontanati, l’hai detto tu, no? Gli amici proteggono le persone. Gli amici proteggono… le persone.





Sbocciano i fiori sbocciano,
e danno tutto quel che hanno in libertà,
donano non si interessano,
di ricompense e tutto quello che verrà,
mormora la gente mormora
falla tacere praticando l'allegria,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.





Tutti gli anemoni del mondo sono sbocciati
sulla tomba. Non li ha piantati nessuno,
è stato il vento.
Il profumo che non fanno sa di
rimpianto, manca solo quello
perché siano perfetti.
Loro non s’interessano di nulla,
come te,
pensano solo a scuotere i petali.
Non sai quante allusioni,
quanti mormorii… li seppelliamo d’allegria.
 Un po’ finta, un po’… mutilata.
Manca qualcosa,
come il profumo a quei fiori.
Ma cos’altro posso fare?
Ti tengo ancora da parte le dita,
ogni tanto.
Vuoi…?





 Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.





Il te è sulla mensola, caro.
Se non ci fosse questa finestra,
mi sembrerebbe di essere investita dal cielo.
E’ inquietante da quando non ci sei.
Sembra il tuo sguardo,
ma è un’imitazione
malriuscita.
Non riesco più a capire il mondo,
hai smesso di snocciolare conoscenze,
e ho addosso le vecchie frasi che dicevi,
ormai ridotte a stracci.
Mi riconosceresti ancora,
conciata così?
Il te si fredda, caro.
Si fredda e –


 





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Sono solo stasera senza di te,

mi hai lasciato da solo davanti al cielo
vienimi a prendere,
mi vien da piangere
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.













-
1. Mycroft
2. Lestrade
3. John
4. Sherlock
5. Molly
6. Mrs Hudson

Le tasche piene di sassi - Jovanotti
-
   
 
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