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Autore: betacchi    10/04/2012    1 recensioni
« Izaya, smettila di importunarla, verme. » lo apostrofò Shizuo.
« Oh, come se tu non la desiderassi, Shizu-chan. »
« Ragazzi, non mi pare il caso, c'è lei qui.. » Shinra tentò di fermarli, ma ciò che ottenne fu solo essere inserito nel battibecco.
« Kishitani, sappiamo perfettamente che anche da parte tua c'è un non indifferente interesse. »
Karin, non riuscendo a capire, rimase in silenzio. Certo, la cosa di base le era ormai ben chiara: quei tre ragazzi si eccitavano nel vederla, come qualsiasi ragazzo etero, d'altronde. Ma la differenza era che erano quei tre ragazzi ad eccitare lei.
[ foursome; het; no yaoi, stay back. A sam ]
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shinra Kishitani, Shizuo Heiwajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi dicono che sono brava con le dediche, quindi, mi ci metto d'impegno e scrivo qualcosa di sensato.
Alla Sam -che poi usare gli articoli davanti ai nomi nomi non è da me- che si merita questa fic perchè lo dico io.


Molti si stavano chiedendo per quale motivo una ragazza stesse correndo, in costume, per le strade trafficate di Ikebukuro. Anzi, molti si stavano chiedendo come mai Karin Fujihara, famosa modella che era conosciuta ormai anche oltre oceano, stesse correndo semi nuda per le strade di Ikebukuro.
E tutti la osservavano stupiti, cercando di capire come mai una ragazza che aveva avuto tutto dalla vita stesse correndo a perdifiato per le strade di quell'enorme città. Ma molti non sapevano che, in realtà, quella ragazza aveva poco e niente. Certo, fama e successo, denaro e tutte le cose che comportava il suo lavoro non le mancavano, ma non era di queste che lei aveva bisogno. Quei "tutti" che la stavano osservando non sapevano nulla di lei, della vera lei. Sapevano tutto della Karin allegra e solare, sempre sorridente che ama stare in mezzo agli altri, di quella sconosciuta che diventava ogni volta che era costretta a parlare di se stessa ai giornalisti. Nessuno la conosceva davvero; nessuno, se non pochi eletti. Forse, solo tre persone sapevano che, in realtà, era una suscettibile e irascibile lunatica.
Ed ecco perché la ragazza dai capelli castani correva, senza sosta e con un sorriso smagliante stampato in viso, verso un luogo impreciso della città, seguendo con attenzione gli oggetti che volavano di qua e di la, probabilmente -anzi, sicuramente- lanciati dall'uomo più forte di Ikebukuro, Shizuo Heiwajima.
Con il fiato corto, Karin giunse, infine, davanti alla sua destinazione. Si fermò un attimo, sorridendo, per poi riprendere la corsa, per porsi tra i suoi due obbiettivi.
I due, stupiti, si fermarono di colpo all'apparire della ragazza, che, intanto, assumeva una posizione alquanto insolita, allargando braccia e gambe per impedire ai due di continuare a distruggersi a vicenda.
« Per oggi la chiudiamo qua, vero? » esclamò la ragazza, divertita dalla situazione.
Prima che io due potessero dire nulla, Karin si mise a chiacchierare con due ragazzi che erano sicuramente lì per caso -un biondino con un'aria divertita ed una ragazzina troppo formosa per la sua età. Gli consigliò di andare in un cinema lì dietro, se avevano intenzione di passare un ottimo pomeriggio. Consiglio che non fu considerato, dato che i due fuggirono appena se ne presentò l'occasione. L'attenzione di Karin fu catturata nuovamente da Shizuo, il biondo alla sua destra, mentre ancora osservava i due ragazzi che scappavano dalla parte opposta rispetto alla loro.
« K-Karin..che ci fai qui? » chiese quello, balbettando per lo stupore.
« Ho un servizio. Poi, dopo, mi hanno promesso delle ferie -una o due settimane- quindi, pensavo..ma come sta Shinra? »
La ragazza cambiò d'un tratto argomento, senza però perdere il bellissimo sorriso che stava rivolgendo al biondo. Dire che Shizuo amava quel sorriso era davvero poco.
Il moro, dietro di lei, intanto, stava osservando ogni singola curva del corpo sinuoso della ragazza. Prima di risponderle, notando ogni sua piccola imperfezione, si leccò le labbra, segno che -dopotutto- stava apprezzando non poco ciò che stava vedendo.
« Dovresti direttamente chiederlo a lui, non trovi? »
Karin si voltò allora verso Izaya, annuendo. « Certo, hai ragione. »
Prima che uno dei due ragazzi potesse dire altro, un giovane senza fiato arrancò verso la ragazza, prendendole un braccio, mentre si piegava su se stesso dalla fatica. Aveva corso dal set fino a dove si trovava ora, cercando di riportare la ragazza al suo lavoro.
« K-Karin..d-devi..i-il.. » cercò di dire, senza fiato.
La ragazza lo alzò dolcemente, sussurrandogli delle sentite scuse, assicurandogli che avrebbe finito il lavoro il prima possibile. Komamura, il manager di Karin, era un giovane adulto, un po' fesso, ma dal cuore d'oro. Per questo Karin non voleva deluderlo.
« Be', ragazzi, ci vediamo dopo da Kishitani, ok? » disse, dirigendosi nuovamente verso il set fotografico.
Più che una domanda -i due se ne resero conto subito- quella di Karin voleva essere un'affermazione, anzi, un obbligo.

Più tardi, la stessa ragazza che quella mattina aveva corso mezza nuda per le strade di Ikebukuro, stava tranquillamente passeggiando verso un meta prevedibile: l'abitazione di Shinra Kishitani. Si era data appuntamento là con coloro che, quella stessa mattina, l'avevano fatta fuggire dal suo lavoro. Con i capelli castani che le ricadevano dolcemente sulle spalle, la ragazza camminava lentamente, felice perché, dopo tanto tempo, avrebbe finalmente rivisto chi davvero contava qualcosa nella sua vita.
Arrivata davanti al palazzo, entrò senza citofonare, essendo il cancello aperto. Prese le scale, il suono dei suoi passi che rimbombava per l'intero edificio. Prima di bussare, Karin si sistemò un secondo i pantaloni, che si erano -come sempre- abbassati oltre la sua vita. Maledicendoli, poi, bussò.
« Oh, Karin! » esclamò Shinra, non appena la vide.
La ragazza sorrise, entrando. Si levò le scarpe, rispondendo brevemente alle mille domande che le chiedeva l'amico, mentre l'aiutava a svestirsi. Senza ormai più nulla di pesante addosso, Karin si fece strada verso il salotto, dove, a distanza di sicurezza, stavano Izaya e Shizuo.
« Sai, non so come tu abbia fatto a costringerli a venire. »
Karin si voltò dietro al castano, osservando ogni suo minimo movimento. Si aggirava con grande sicurezza nella sua casa, certo di sapere tutto dei suoi ospiti. Da un certo punto di vista, Karin era affascinata da tutto ciò che lo riguardava. Anche se, a dirla tutta, la ragazza era sempre stata affascinata da tutti e tre i ragazzi che ora si trovavano davanti a lei, per motivi di cui lei stessa si vergognava. A volte.
Cercando di scacciare ogni pensiero che riguardava cose di cui andar poco fieri, Karin si sedette sul divano accanto a Izaya. Probabilmente, la scelta peggiore.
Il moro, con estrema nonchalance, avvicinò la ragazza a sè, facendo ribollire di invidia Shizuo, che se ne stava a fumare di fronte alla finestra.
« Allora, Karin, che ci racconti? » fece Izaya, osservando la reazione del biondo con la coda dell'occhio.
La ragazza, dal canto suo, era arrossita come mai prima: non si sarebbe di certo aspettata un contatto così diretto con il moro, per cui -era sempre stato evidente- aveva un debole sin da quando era bambina. Non lo sopportava, questo era pur sempre vero. Con uno scossone, Karin si scansò da Izaya, prima di rispondere con un secco « Nulla. » alla sua domanda.
« Izaya, smettila di importunarla, verme. » lo apostrofò Shizuo.
« Oh, come se tu non la desiderassi, Shizu-chan. »
« Ragazzi, non mi pare il caso, c'è lei qui.. » Shinra tentò di fermarli, ma ciò che ottenne fu solo essere inserito nel battibecco.
« Kishitani, sappiamo perfettamente che anche da parte tua c'è un non indifferente interesse. »
Karin, non riuscendo a capire, rimase in silenzio. Certo, la cosa di base le era ormai ben chiara: quei tre ragazzi si eccitavano nel vederla, come qualsiasi ragazzo etero, d'altronde. Ma la differenza era che erano quei tre ragazzi ad eccitare lei.
Senza nient'altro che un sospiro, la ragazza si avvicinò prima a Izaya, poi a Shizuo e, infine, a Shinra, stampando un piccolo e semplice bacio sulle labbra di tutti e tre. Non poco sbalorditi, i ragazzi si azzittirono all'istante.
Karin, osservandoli, scoppiò a ridere. « Guardatevi! Sopratutto te, Izaya! Sei stupito, stupito! Ti rendi conto? »
Ascoltando la risata della ragazza, i tre sorrisero, aspettando che quel delirio momentaneo -probabilmente dovuto all'imbarazzo per ciò che aveva appena fatto- terminasse. Mentre ancora rideva, Izaya e Shizuo le si avvicinarono lentamente, per poi pararsi uno di fronte e l'altro dietro di lei. Fu proprio questa vicinanza a far smettere quelle fragorose risate, che vennero subito sostituite da un espressione di visibile imbarazzo.
« Karin, tranquilla, ok? » fece il biondo, che si era posto davanti a lei.
Con una delicatezza che non faceva certo parte delle sue maniere usuali, Shizuo avvicinò il viso della ragazza a se, per poi baciare -assaporando ogni minimo istante- le sue labbra tremanti. Il bacio -che fu solo il primo di una lunga serie- venne interrotto da Izaya, che bruscamente aveva spinto la ragazza verso di se. Senza troppi preliminari, il ragazzo iniziò a baciare Karin, lasciando che le loro lingue si fondessero con foga. Shinra, che era rimasto indietro, osservava la scena, invidioso di non possedere la stessa prontezza e lo stesso coraggio degli altri due.
« Shinra? » chiese poi Karin, quando riuscì a staccarsi un secondo da Izaya -non che quello fosse poi uno dei suoi desideri primari.
Shinra, sentendosi chiamare da quella voce così melodiosa, si avvicinò incerto verso la ragazza. Questa gli sorrise, sfilandogli il camice bianco che portava di solito. Avvicinando il suo corpo a quello del ragazzo, Karin posò le sue labbra su quelle del ragazzo, che, incerto, poggiava le mani sui suoi fianchi.
Era certo un scena romantica, che nè Shizuo nè Izaya volevano osservare un minuto di più. Con prepotenza, Shizuo staccò la ragazza dal castano, abbracciandola come fosse una sua proprietà.
Riprese dunque da dove era stato interrotto: baciandola dolcemente, iniziò a slacciarle la cerniera dei jeans, lasciando passare le sue mani su tutto ciò che nascondevano quei cosi così stretti.
« Shizuo, sai che i giocattoli si dividono? »
Sentendosi chiamare in quel modo, Karin si staccò dal biondo per dirigersi, con aria a dir poco furiosa, verso il moro. Alzò dunque una mano, pronta a tirargli un ceffone di prim'ordine. Mano che, però, fu prontamente fermata da Izaya, che nè approfittò per avvicinare a sè la ragazza.
« Ecco, finalmente hai mollato quello. » le sussurrò, facendole di colpo dimenticare il motivo per cui voleva picchiarlo.
Izaya prese allora il volto della ragazza tra le mani, lasciando che le loro lingue si incontrassero di nuovo. Poi, lasciando che le sue mani toccassero tutto di lei, arrivò a toglierle la maglietta, per poi tuffarsi verso il suo collo, che iniziò a baciare avidamente.
Karin, dal canto suo, iniziò a slacciare la cerniera dei pantaloni di Izaya, per poi sfilarglieli. Abbassandosi, si fermò un secondo all'altezza giusta per fare al ragazzo, ciò che, molto volgarmente, tutti definivano un "bocchino". Ma, ancora prima di essersi decisa sul da farsi, fu gettata a terra da Shizuo, che, senza troppe cerimonie, si mise sopra di lei.
« Ah, e poi sarei io quello che non divide, eh? » affermò Shizuo, mentre Izaya -sbuffando- finiva di levarsi i pantaloni.
Finalmente sopra la ragazza, Shizuo terminò di sfilarle i pantaloni, lasciandola semi nuda sul pavimento. Prese poi la baciarla dolcemente sulla pancia. Prima che riuscisse a scende più infondo, Shinra prese di peso la ragazza, abbracciandola. Karin sorrise, sussurrandogli un « Ho freddo. » mentre lui le toglieva lentamente il reggiseno azzurro. Senza smettere di baciarla, Shinra condusse la ragazza verso la sua stanza, dove la poggiò lentamente sul letto, facendo definitivamente scivolare via il reggiseno.
Shizuo, abbastanza scocciato, si allentò la cravatta, levandosi poi gli occhiali: era l'unico ancora vestito, dato che Karin stava appunto sfilando la maglietta a Shinra. Il castano, accorgendosi del malessere evidente del biondo, si spostò, lasciandogli la ragazza distesa sul letto.
Arrossendo, Shizuo si appoggiò lentamente sulla ragazza, lasciandosi sfilare i pantaloni. Passò poi le mani sul corpo sinuoso di lei, chiedendosi come aveva fatto, in tutti quegli anni, a resisterle con così tanta ostinazione. Riprese dunque a baciarla con foga, mentre lei gli sbottonava la sua solita camicia bianca. Izaya, dietro di lui, sbuffò scocciato levandosi la maglietta, segno evidente che si era stufato di aspettare. Shinra, invece, osservava sorridendo la scena. Era felice per ciò che stava accadendo, soprattutto per Shizuo: sapeva che, tra loro tre, lui era quello che provava qualcosa di più di semplice desiderio per Karin. « Shizu-chan, hai finito? » chiese Izaya, avvicinandosi al corpo robusto e pieno di cicatrici del biondo.
Shizuo si girò di scatto verso il moro, sentendosi chiamare in quel modo. Karin, sotto di lui, avvicinò Izaya al suo collo, permettendo al ragazzo di posare le sue labbra sul collo della ragazza. L'improvvisa intromissione di Izaya diede non poco fastidio a Shizuo, che -però- non fece in tempo a ribattere nè ad allontanarsi, dato che Karin prese a baciarlo con più foga, come se le labbra del biondo fossero diventate come ossigeno per lei. Ma anche se lei li desiderava disperatamente entrambi, Izaya e Shizuo non potevano di certo permettersi di dividere una cosa che bramavano entrambi -per motivi leggermente diversi- disperatamente. Iniziarono a spintonarsi, cercando di eliminare l'altro contendente che poteva soffiargli il premio tanto ambito. Così, alla fine, caddero entrambi a terra.
« Izaya, che cazzo vuoi? » gridò il biondo, una volta a terra.
« Shizuo, dovresti levarti dai piedi, lo sai? »
Karin guardò i due ragazzi divertita, cercando di coprire il petto nudo. Era estremamente in imbarazzo per ciò che era accaduto, Shinra se ne era accorto. Le si avvicinò, sedendosi dietro di lei e scostandole leggermente i capelli, iniziando a baciarle il collo. Karin, intanto, continuava ad osservare attentamente i due ragazzi, notando ogni loro piccolo dettaglio.
Era strano come non si fosse mai accorta di certi dettagli: erano entrambi pieni di ferite, probabilmente provocati dai loro frequenti scontri. Ma non erano tanto tutte quelle ferite a stupire la ragazza, quanto il fatto che nessuno dei due se ne fosse mai lamentato. Alzandosi improvvisamente dal letto, Karin si avvicinò a Shizuo, che -tra i due- era sicuramente quello con più ferite. Il biondo, notando la ragazza che si avvicinava a lui, sorrise, mentre il moro lo guardava con aria minacciosa.
Karin si frappose tra i due, osservando prima uno e poi l'altro.
« Mi spiegate perché dovete sempre ferirvi in questo modo? »
La sua domanda arrivò inaspettatamente. Il tono in cui lo disse fece ridere di gusto Izaya, che prontamente le rispose « Non sei certo nella situazione migliore per farci la ramanzina, sai? » Detto questo, Izaya afferrò la ragazza per i fianchi.
« Shizuo, non ti dispiace, vero? » fece il moro, posando la sua lingua sulla spalla destra della ragazza. Il biondo stava per ribattere, ma l'espressione di Karin gli impedì qualsiasi parola contro il nemico di sempre. Anche se lui odiava con tutto se stesso quell'essere che gli stava davanti, che stava per portargli via tutto ciò che aveva sempre desiderato, sapeva perfettamente che lei lo desiderava. Sapeva di non poter competere con il moro, lo sapeva e ne prendeva atto, evitando di auto demoralizzarsi ogni giorno che passava. Pensava -scioccamente, si ripeteva sempre- che un giorno l'avrebbe fatta sua. E ora che quel giorno era arrivato, ora che aveva l'occasione per sconfiggere definitivamente Izaya -su quel campo- era lo stesso oggetto della loro contesa a impedirgli di gareggiare. Ma Shizuo amava troppo la ragazza dai lunghi capelli castani che Izaya stava per penetrare con forza, proprio sotto i suoi occhi. La amava troppo per impedirle di essere felice, ma non riusciva a sopportare quei gridolini eccitati che -lo sapeva- non sarebbe mai riuscito a provocare come stava facendo il moro.
Uscì dalla stanza, con lo sguardo di Shinra posato su di lui. Si accese una sigaretta, cercando di scaricare la tensione -cosa che, comunque, non avvenne. In mutande, il biondo uscì nel terrazzo, unico luogo dell'appartamento dove non correva il rischio di udire ciò che stava accadendo nella camera da letto di Kishitani. Abbandonandosi al rumore della città buia, Shizuo Heiwajima sospirò, cercando di dimenticarsi ciò che aveva appena provato.
« Shizuo, forse.. » un flebile sussurro, il castano proprietario di casa catturò la sua attenzione. « Forse dovresti tornare dentro. »
« E perché, se lei tanto preferisce quello? » esclamò, gettando la sigaretta con furia oltre il balcone.
« Perché non dovresti provarci, anche se lei preferisce lui? »
Non sapendo che ribattere, il biondo si arrese, rientrando nell'appartamento, sicuro che, quella notte, sarebbe stata la sua prima -vera- sconfitta contro Orihara Izaya.

Note dell'autrice: Salve, mondo di plebei. (?) Allora, è la mia prima fic davvero het e p0rn, quindi, siate clementi. So che ci sarebbe da picchiarmi a sangue per il finale, ma non avevo più ispirazione. Inoltre, sapete poco e niente di Karin; non vorrei passasse per troietta donna dai facili costumi. In realtà non lo è, quindi, vi prometto una fic introspettiva sul suo personaggio (forse).
Ah, devo ringraziare la SaraH (sempre con l'h che fa figo), perchè mi ha funto (?) da beta -più o meno. Sara, se mai leggerai st'affare, sappi che ormai sei la mia beta -che ti piaccia o no.
Detto questo, vi saluto. Peace.

Per la lampa (?): Cara, dolce, lampa,
luce dei miei blog,
colei che riesce tutto a sistemare,
di dedico quest'orrendore perchè altro non ti posso dare.
Sperando che sia a te gradito,
or ora mi dileguo,
poichè non so usar linguaggio più forbito (?),
per dir quanto amor io provi per te
anche se il tuo bel visin non ho mai avuto l'onore di veder.
// si dilegua su cavalli dorati.
   
 
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