IT’S BEEN A LONG TIME…
La
giovane Chloe camminava lentamente per le vie di
Londra.
Un sole pallido sporgeva oltre le leggere
nuvole grigie e un forte vento scompigliava inevitabilmente i lunghi capelli
della ragazza.
L’umidità sempre presente, nonostante si
trovassero in pieno giugno, aveva contribuito ad alterare l’umore di Chloe, già stanca per la lunga camminata.
Non
si sarebbe mai trasferita in Inghilterra, pensò.
Non aveva la più pallida idea di dove si
trovasse né di dove stesse andando. Non conosceva quella città, così diversa da casa sua.
In
quel momento si ritrovò in un parco quasi disabitato. L’unico rumore che
riusciva a percepire erano gli squittii degli scoiattoli e il canto delicato
degli uccelli . A parte quello:silenzio.
Un silenzio inaspettato che la colse di sorpresa, non ci era abituata. In fondo non le dispiaceva…provava un’ incredibile e appagante tranquillità.
Niente
giornalisti o fotografi, niente amici ipocriti, niente famiglia protettiva,
niente di niente.
Si
diresse verso una panchina e, sedendosi, si mise ad osservare le papere che starnazzavano
tranquille nel laghetto di fronte a lei.
Adesso
che ci faceva caso ,il parco non era del tutto vuoto:
dalla parte opposta al laghetto vide delle persone che facevano jogging e altre
che semplicemente si godevano il sabato pomeriggio facendo una passeggiata.
Chloe guardò speranzosa lo schermo del suo
cellulare. Speranza vana però, che svanì non appena si accorse di non aver
ricevuto neanche un messaggio.
La
sua amica Leslie sarebbe dovuta venire a prenderla circa un’ora fa davanti al
suo albergo, ma di lei neanche l’ombra.
Così,
nell’attesa, Chloe aveva deciso di fare due passi per
esplorare Londra.
Pessima
idea, si ritrovò a pensare, perché adesso non sapeva proprio come tornare
indietro.
Chiuse
gli occhi, decisa a lasciar scivolar via ogni pensiero negativo.
Questa
era la quarta volta che si trovava nella capitale inglese. Le ultime tre visite non le avevano lasciato
un segno profondo. Si era trattato soltanto di partecipare a delle premiere per
i suoi film.
Ma
la prima volta Chloe se la ricordava molto bene
nonostante fossero passati sette anni.
Era il novembre del 2011. Si trovava lì per la
prima volta per la prima inglese del suo nuovo film.
A
rendere più speciale il tutto però era stato Lui. I suoi occhi incredibilmente
azzurri,la pelle così chiara ,comune a quasi tutta la
popolazione inglese. E la sua personalità apparentemente introversa ma che Chloe sapeva essere solo una maschera, che copriva una
persona davvero speciale.
Ma il suo sorriso, così prezioso e autentico,
aveva fatto
nascere la sua prima vera cotta.
Una
cotta da quattordicenne che poi era svanita lentamente, dopo che lui era
tornato a vivere a Londra e lei in California.
Strano
pensare a lui proprio in quel momento…chissà come sarà adesso, dove vive, cosa
fa.
Chloe aprì gli
occhi. Le ci volle un minuto per riadattarsi alla luce del sole,ma poi si alzò, decisa ad esplorare anche l’altra parte del
parco.
Percorse
il ponticello di legno che
sovrastava il laghetto e arrivò sull’altra sponda.
Osservò
l’orologio: sedici e trenta.
Avrebbe
dovuto cercare di ritornare all’albergo, con o senza Leslie.
Si
diresse verso l’uscita mentre un ragazzo in tenuta da jogging la sorpassava con
un’andatura ritmica, voltando solo un attimo il viso nella sua direzione.
Impossibile,
pensò. Quegli occhi così azzurri Chloe se li
ricordava bene. Non avrebbero potuto appartenere a
nessun’altro se non a…
Trattenne
il fiato, sorpresa. Era indecisa sul da farsi: rincorrere lo sconosciuto o
rimanere ferma come uno stoccafisso e avere dubbi perenni?
Ma
non ci fu bisogno di nessuna sua iniziativa.
Il
ragazzo rallentò e dopo qualche metro si fermò, voltandosi.
E
i suoi dubbi furono confermati.
Il
ragazzo che si trovava di fronte non era più il ragazzino che ricordava.
Allora
più basso di lei, seppur di poco, adesso la superava di più
di dieci centimetri.
La
corporatura esile aveva lasciato il posto ad un corpo slanciato e atletico e il
viso aveva preso una caratteristica molto più matura, delineato da lineamenti
decisi.
Ma
gli occhi, gli occhi erano incredibilmente uguali. Aveva lo stesso sguardo
misterioso , quasi glaciale. Chloe
provò uno strano calore al centro del petto,talmente
inaspettato da farle paura. Doveva ammettere che la crescita gli aveva dato
incredibili vantaggi:il giovane uomo che si trovava
davanti a lei era incredibilmente attraente. Ma Chloe
scacciò immediatamente questo pensiero inopportuno. Lei aveva il suo Carter a
cui pensare…
-Chloe?- chiese lui con un tono incerto.
-Asa!- la sua non era una domanda, era certa di aver ritrovato
il suo vecchio amico.
Gli
si avvicinò e l’abbracciò.
Solo ora si accorse di quanto in realtà gli era
mancato.
-Cosa
ci fai qui?- chiese lui con tono sorpreso, sciogliendo l’abbraccio.
-Che
incredibile coincidenza…io sono qui per una premiere. Immagino di non poterti
fare la stessa domanda…vivi ancora qui, giusto?
-Eh
già-
Erano
sempre stati così: lei un fiume di parole, lui giusto l’indispensabile.
-Ma
vedo che sei da sola,ti sei persa per caso?
-Che
cos’è quella risatina?Non è carino ridere di una povera ragazza che non trova
più la strada per il suo albergo- il suo tono voleva essere offeso, ma suonò
soltanto divertito.
-Vedo
che non sei cambiata affatto!- Chloe si limitò a sorridere
con un alzata di spalle.
-Quindi
potrebbe questo gentiluomo inglese aiutare questa povera straniera…?-mise su la
sua faccia da cucciolo e Asa non fu in grado di
rispondere altrimenti –Con
grande piacere milady, saprebbe dirmi il nome del suo palazzo?
-The
Lily’s Shadow Hotel…sai As,
devo ammettere che sei proprio convincente in questo ruolo. Recentemente hai
preso parte a qualche nuovo film?-
E
così si incamminarono raccontandosi quel che potevano degli anni in cui si
erano persi di vista.
Tuttavia
rimase fuori dalla conversazione qualsiasi riferimento alle loro vite amorose, dettaglio
che tutti e due si erano ripromessi di non tirare in ballo.
Trascorsero
una ventina di minuti. I due passeggiavano: lui le faceva da guida turistica,lei lo
ascoltava rapita.
Chloe si sentiva incredibilmente bene: il tempo le
era sembrato volare via velocemente, troppo velocemente.
Non
riusciva a fare andare via quel sorriso idiota che le si era stampato in faccia
da una buona mezzora. Eppure non avrebbe dovuto sentirsi così felice, leggera,
avvolta da un insopportabile calore che le offuscava i pensieri.
Quel
ragazzo le faceva uno strano effetto. Troppo strano.
Non
le era mai capitato un simile stordimento. L’unica volta che le
era successo qualcosa di simile
era stato circa tre anni prima, quando aveva incontrato Carter.
Carter…e
fu quello il campanello d’allarme, un pensiero così immediato che la fece
bloccare di colpo. Stava succedendo
tutto troppo in fretta, non avrebbe dovuto sentirsi in quel modo, era
sbagliato…
Asa si voltò,accortosi che la ragazza
era rimasta indietro.
-Qualcosa
non va?- disse preoccupato.
-Oh
no, niente. Scusa, ero solo sovrappensiero…quanto credi che manchi per
arrivare?
-Oh,
ma siamo quasi arrivati…vedi quella piazza là in fondo,lì
si trova l’albergo- disse indicando il palazzo in questione.
-Sì,
mi pare di ricordare. Credo che da qui posso farcela da sola.
Grazie per il tuo aiuto, è stato un piacere rivederti- e lo abbracciò.
E rimasero così per tempo che a Chloe sembrò lunghissimo, sembrava un abbraccio d’addio. Ed
era quello che voleva significare
per lei. Doveva tagliare quel sentimento sul nascere. Non poteva lasciarsi
trascinare in quel vortice che, ne era sicura, non le avrebbe lasciato scampo.
Sciolse
così l’abbraccio e si voltò, decisa a fermare tutto il più presto possibile.
-Aspetta…vai
via così? Come posso ritrovarti?-
Il
suo sorriso la fece sciogliere. Lo aveva fatto, aveva usato quel sorriso
speciale che riservava solo a pochi. Questo ,però, era
un colpo basso,pensò. Si ritrovò
indifesa e si scordò di quel che si era ripromessa di fare.
-Starò
qui a Londra per altri quattro giorni, la premiere è lunedì…se vuoi posso darti
il mio numero.-
-Con
molto piacere.-
Asa si ritrovò così con un nuovo numero in rubrica.
-Quindi
adesso vado…a presto- disse la ragazza .
-
A presto…- e Chloe si voltò incamminandosi verso il
suo albergo.
Durante
il tragitto si ripromise di non pensare assolutamente a niente. Solo arrivata
nella sua stanza, si fiondò sul letto e tirò fuori il cellulare.
Aveva
bisogno di sfogarsi e le venne in mente solo una persona: Leslie.
Un’ora
dopo le due ragazze si trovavano sedute sul grande tappeto della stanza, mangiando
cioccolatini.
-Quindi
sono arrivata alla conclusione che l’unica responsabile di tutto questo sei
tu!- disse Chole con aria divertita
-Colpa
mia…e che avrei fatto?- disse la rossa fintamente indignata.
-Se
non fosse stato per te non mi sarei trovata in quel parco da sola e non lo avrei
incontrato. Diamine…quel ragazzo mi ha mandato letteralmente in tilt. Capisci?!? Ora che è ripiombato di colpo nella mia vita ha incasinato
tutto. Non so, Les. Non ci capisco più un
accidente…ma è a Carter che devo pensare, al mio bel fidanzato che mia aspetta
a Los Angeles. Non posso permettermi distrazioni.
-Sai che parli davvero tanto?!?- fece Leslie con una risatina
–Ma d’altronde sei fatta così e ti devo sopportare..-
-Ehi- fece Chloe con tono
offeso, lanciandole un cuscino.
Entrambe
e ragazze scoppiarono a ridere. –D’accordo,d’accordo
la smetto…ma vuoi sapere come la penso io? Stai correndo troppo…dopotutto l’hai
visto solo una volta. Non è detto che devi incasinarti la vita così.
-Se
lo dici tu…
-
Ma bando alle ciance, sono in vena di chiacchiere…dimmi com’è, è carino? Da che
me lo ricordo non è poi così male…- disse Leslie portando alla mente i ricordi.
-Non
è poi così male affatto…- e seguì una descrizione dettagliata del suo viso,
dell’abbigliamento, e di qualsiasi altra cosa lo riguardasse.
-Sai,
mi sento proprio stupida…sembriamo delle quattordicenni. Ma devi vedere il
sorriso che hai quando ne parli…forse ho sottovalutato la cosa.
-
Speriamo di no…- disse Chloe.
-Comunque
se è così carino e fantastico come dici tu forse potresti presentarmelo…sai che
la tua migliore amica non ha un fidanzato, giusto?- e gli fece l’occhiolino.
-Les!! Quanto sei stupida…ma forse hai
ragione, te lo potrei presentare.- così me lo tolgo dalla
testa, aggiunse mentalmente. –Solo che non so se ce l’ha già una fidanzata. Non
ne ha parlato, così come non gli ho parlato di Carter,dopotutto.
-Ma
non ti preoccupare…non lo sai che questa ragazza fantastica è in grado di
scoprire qualsiasi mistero?!-
-Evviva
la modestia!- disse Chloe ridendo.
-E
comunque se è già fidanzato mi basta anche il fratello, o il cugino…
-Sembri
proprio disperata-
-Eh
già, ma d’altronde ,di questi tempi, vuoi rifiutare un
giovane inglese di bella presenza? Sai ,non crescono
mica sugli alberi- Leslie stava dando libero sfogo all’immaginazione.
-Eh
va bene,finiamola qui…che ne dici di vederci un
film?Ma che non sia una commedia sdolcinata,così penserò ad altro.
-E
così sia!- disse Leslie con aria solenne.
Dopo
un’ora e mezzo di Star Wars, le due ragazze si
ritrovarono entrambe nel mondo dei sogni, troppo stanche dalla lunga giornata
appena trascorsa.
Ed ecco qui:il primo capitolo. Qualche
settimana fa sono andata al cinema a vedere Hugo Cabret
e non ho potuto fare a meno di immaginare come potrebbero essere stati Hugo e
Isabelle da grandi. Trovo che abbiano una strana
sintonia…
Ma comunque se non conoscete gli attori potete immaginare i
protagonisti con qualsiasi persona vogliate…è per questo che voglio postare la
storia tra le originali.
Spero di aver fatto del mio meglio.