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Autore: Cat Can Play Cello    11/04/2012    0 recensioni
[[Persona 4]]
//Im your biggest fan
I'll follow you until you love me
papa-paparazzi,
baby there's no other superstar
that know that I'll be
papa-paparazzi
promise I'll be kind,
but i won't stop until that boy is mine
baby you'll be famous
chase you down until you love me
papa-paparazzi.//
Amo Lady Gaga.. Dice esattamente quello che vorrei dire, sai Souji? Non sono poi la ragazza rigida che volevo sembrarti nella vecchia Inaba. Quando ci rivedremo, dopo questa lunga parentesi, dopo che nonostante la promessa di rimanere in contatto sei sparito nel nulla, te lo dimostrerò.
Non sarò un paparazzo forse ma sono un bravo detective.
[Un piccolo esperimento: NaotoxSouji
Hope you like it, people!
N.B.: Ripostata causa revisione totale della storia]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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//I'm strong on the surface
Not all the way through
I've never been perfect
But neither have you//
Leave out the rest - Linkin Park


Decisioni


2011
Un attimo, un lampo.
Nero e grigio si confusero nella breve colluttazione. Per poco non fui scaraventata via dai gradini del tempio.
"Souji.." bisbigliai mentre ti vidi avventarti su quello che sapevo essere il nostro segretario.
Come accadeva spesso nel mondo della tv: i tuoi incantesimi erano sempre lì a proteggermi, sapevi che Sukuna-Hikona, la mia Persona, era debole contro ogni elemento.
Rise ti aveva avvertito.. Be' non avrei mai potuto farle una colpa il suo compito era darci le dritte migliori per sopravvivere in quel luogo, non mi aveva meravigliato il fatto che gli avesse parlato delle mie debolezze.
E tu c'eri sempre..
Ma la tv non è il mondo reale. Non esistono incantesimi da cui avresti dovuto proteggermi, Souji.
E quella volta al tempio.. Pensasti di dover proteggermi.
Il coltello cadde con un suono sordo. L'uomo in nero scappò via e il mio orgoglio schizzò fuori come veleno facendomi tremare da capo a piedi per l'indignazione.
In un attimo paura e rabbia mi avevano pervaso in un mix terribile.
"Non ce n'era bisogno! Quel coltello era un giocattolo! Cosa avresti fatto se fosse stato vero? Saresti stato in gravissimo pericolo!" ti fissai fuori di me finendo con il ringhiare come un gatto arrabbiato.
Non da me. Non mi avevano di certo educato per essere una bestia selvaggia!
"Sei sempre così!"
Idiota avrei aggiunto se non fossi stata una persona per bene.
"Non posso pensare di essere una donna solo per avere un uomo che mi protegga. E ancora.. Tu sempre.. Perché devi essere così??"
Ti fissavo con rabbia, perché mi sentivo tradita fin nel profondo. Avevi visto la mia parte di me più oscura, conoscevi perfettamente tutti i miei crucci.
Ed io che pensavo fossi diverso dagli altri! Che non mi ritenevi una bambina indifesa che gioca a fare il detective. Non hai mai pensato che potessi farcela da sola, vero? E invece sbagli! Io avrei potuto, ce l'avrei fatta anche se non fosse stato il mio segretario anche se il coltello fosse stato vero! Ma tu..
Mi fissasti dritto negli occhi, non hai mai abbassato lo sguardo.
Certo che no. Non sei mai stato un codardo.
Hai sempre saputo come tapparmi la bocca vero?
- Perché ti amo.- replicasti.
Tre parole. Sufficienti abbastanza perché rimanessi lì a balbettarti davanti come un'idiota, rossa come poche volte nella mia vita.
Il mio cuore iniziò a battere furioso tanto da sentire il sangue corrermi nelle orecchie.
Abbassai gli occhi lasciandoli vagare tra le nostre scarpe.
"Penso che tu abbia detto qualcosa di serio." lì per lì quel giorno avrei desiderato avere la possibilità di darmi fuoco "Bene." per niente bene "Ora che hai detto una cosa del genere.. Non posso guardarti nemmeno negli occhi."
Scossi la testa come per cercare di scacciare il pensiero e senza attendere repliche scappai letteralmente a casa.
"Vado a casa e tu non devi pensare più al ladro fantasma. E.. Buona serata."
Arrivata a casa non volli nemmeno mangiare.. Ricordo che feci preoccupare tutti.
2021

"DIO!! Basta!" un forte urto.
Per poco l'anta della dispensa non cade a terra per la forza che ci ho messo. Quanti anni sono passati da quel giorno?
Sono passati.. Nove, uhm no, dieci anni!
Dieci anni, Souji e tu mi tormenti ancora come se avessi ancora sedici anni.
Dio che rabbia.
Afferro ferma i bordi del tavolo per aver qualcosa di solido da stringere.
Oh se avessi qualcosa tra le mani lo disintegrerei all'istante.
Eri scomparso con quel dannato treno.
Non saresti dovuto ricomparirmi davanti qui a Londra.
Buffo come con te sia arrivata la nebbia ad Inaba e come tu mi sia ripiombato addosso nella nebbia inglese.
Correvo a casa. Ero rimasta troppo in facoltà, avevo protratto la lezione come al solito..
- Mi scusi, non l'avevo visto. Sa con questo ombrello..- mi hai detto tenendomi stretta per non farmi cadere nelle pozzanghere insieme ai miei libri dopo averti centrato in pieno petto.
Stavo per perdere l'equilibrio.
Mi hai tenuta stretta come tanti anni fa mentre un sussulto mi ha scossa da capo a piedi.
La tua voce, le braccia, il profumo che si mischia nella pioggia.
Mi hai sorretto come se non pesassi nulla rimettendomi in piedi salva e quasi del tutto asciutta.
Ti ho guardato negli occhi, eri tu. Dannazione se eri tu.. Mi sono sentita il cuore sciogliere.
I tuoi occhi argentati gentili e pieni di pace, gentilmente sfiorati da quella frangia folta.
Sembrava quasi che il tempo non ti avesse toccato, il tuo volto da ragazzo coincide perfetto su quello di oggi.
Solo quella barba chiara.. Ma ti dona molto. Sei..
Ho sentito il cuore spezzarsi, un sapore cattivo in bocca. In un solo istante mi sei tornato in mente.
Ma io non sono tornata in mente a te. Non mi hai degnato di uno sguardo e io non sono riuscita spiccicare parola. Pietrificata come se avessi visto un fantasma.
-Stia più attento la prossima volta.-
Mi hai rimesso in mano l'ombrello sparendo di nuovo nella cortina di nebbia e pioggia londinese.
Se non mi avessi lasciato addosso il tuo profumo, se non ti avessi guardato negli occhi..
Souji.. Maledetto idiota!
Da quel giorno i ricordi di noi due mi colgono ogni ora. Torno a viverli nei sogni, nei pensieri vaghi nella metro, mentre fisso la pioggia cadere..
Sospiro e mi siedo al tavolo versandomi del latte freddo.
Sono settimane che ti penso.. Settimane che vorrei chiamarti.
Per dire che?
Souji, lo sai che mi hai quasi scaraventato a terra e mi hai di nuovo scambiato per un uomo pochi giorni fa? Oh e mi hai fatto pensare anche che mi manchi così tanto..
Dio che patetica che sono.
Impossibile. Non posso ripiombargli nella vita dopo anni di assenza.
Chi sono io per farlo?
E di certo non voglio rendermi ridicola davanti a nessuno.
Eppure. Sei stato così importante per me..
La tua amicizia prima e il tuo amore poi hanno significato molto per me.. M hai dato una seconda opportunità, amici, amiche, felicità!
Una vertigine: ma io cosa ho fatto per te? Cosa ti ho dato per meritare di significare qualcosa per te?
Mi sento così vuota..
"Non ti ho dato nulla."
Così vuota da far male.
Ecco perché mi hai dimenticata. Archiviata in un angolo remoto della tua mente, tanto lontano da esserti dimenticato anche come sono fatta.
Un sorriso amaro mi si disegna sul viso: non sono cresciuta molto dai miei sedici anni.. il mio metro e sessantacinque è rimasto, forse solo le mie forme sono cambiate.. Del resto sono passati sempre dieci anni. Ho ventisei anni adesso! il seno rimane abbastanza nascosto sotto la fascia che lo stringe, i fianchi sono riuscita a preservarli sottili con ore e ore in piscina ma ad un occhio attento non sfugge la loro rotondità naturale.
Sono una donna. Sono fragile in fondo, nell'anima.
Non sono stata perfetta. Hai visto anche tu che non lo ero, hai visto l'altra me in camice e camicia.
Hai visto la peggiore parte di me come un cyborg metà umano ma.. Hai visto la vera me. Hai visto la ragazza, la donna.
Hai avuto quella donna. Quante volte nella tua stanza? Quante nella mia?
Ti ho dato quella parte di me che da poco avevo riscoperto.
Sei stato il primo e l'unico ad averla. Ti ho amato a modo mio, nei miei silenzi, nei miei rari sorrisi, negli abbracci in ospedale da Nanako, nelle parole sussurrate all'orecchio nei pomeriggi tra il tetto della scuola, il fiume e sotto la neve.
Ecco cosa ti ho dato. Non è molto forse.
Ma come ti ho detto non sono perfetta.
E nemmeno tu lo sei stato, né lo sei stato, Souji. Sparisti all'orizzonte sulle rotaie abbandonandomi dietro di te come se fossi ormai qualcosa da dimenticare e lo hai fatto riuscendoci in pieno.
Sono stata cancellata senza motivo dalla tua mente e dal tuo cuore.
Mi viene da chiedermi: ho mai significato veramente qualcosa per te?
Ho passato con te mesi ad inseguire una verità tutta da ricostruire. Adesso intendo ricominciare: voglio la verità, Souji.
Voglio sapere perché mi hai dimenticato per ben due volte anche se so che farà male.
Non riuscirai a farlo una terza volta perchè una volta che ti inconterò, una volta che comprederò il tuo gesto voglio gridarti in faccia tutto quello che penso di te.
Parola di Naoto Shirogane.


Note Autrice
So che ho molte storie incompiute ma non ho resistito davvero.
La storia è appena all'inizio spero che vi piaccia <3
Si è vero non sono cose che si fanno: non si prende una fan fiction e si butta così in un fandom con un titolo random: perciò ecco una correzione che la rende molto più coerente, a mio dire.. Ma perché voi non mi dite la vostra?
   
 
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