La scialuppa aveva iniziato la sua lenta discesa.
Rose, ancora in piedi, con lo sguardo rivolto verso l'alto, guardava Jack e Cal.
L'avevano convita a salire, quando Cal le aveva detto che su un'altra scialuppa lui e Jack avevano un posto assicurato.
Faceva freddo, Rose rabbrividì nonostante il cappotto che Cal le aveva offerto. Ma serviva a ben poco, dato che il resto dei vistiti era completamente zuppo d'acqua.
Acqua del mare del nord, acqua gelida.
Rose continuò ad osservare i due ragazzi. Guardò Jack, guardò Cal, il suo fidanzato.
Ma lo sentiva ancora come tale?
Guardò Jack e capì.
Capì che lui non sarebbe mai salito su una scialuppa.
Capì cha Cal le aveva mentito.
Capì che Cal non era il suo fidanzato, ma un'ancora, un'ancora al quale aggrapparsi per non sprofondare nei debiti.
Come ora stava sprofondando il Titanic.
“L'inaffondabile”, “la nave dei sogni.”
Nave che ora stava colando a picco.
E in attimo, una frazione di secondo, mentre i suoi occhi erano incatenati a quelli di Jack prese la sua decisione.
"Salti tu, salto io"
Rose guardò Jack e saltò sulla nave, mentre la gente gridava.
Si aggrappò al parapetto e un uomo l'aiutò a salire.
E corse, corse da Jack.
Perché lui l'aveva salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.
Perché lei lo amava, ne era certa.
Perché l'aveva detto anche lui: "Salti tu, salto io"

Piccola flash fic.
Non ho nulla da dire, eccetto che adoro Titanic, che quando è uscito al cinema nel 1998 sono andata a vederlo due volte, che l'ho visto tutte le volte che è passato in TV, che ho consumanto la VHS a furia di guardarlo, e che sabato sono andata al cinema a rivederlo in 3D.
Spero vi piaccia.