Last time
«Prendi la mia
energia. Colpiscilo mentre è distratto. Non vanificare tutto quello che abbiamo
fatto e sofferto.»
Akkarin chiuse gli
occhi, concentrandosi sull’energia da inviare a Sonea. Quella era l’ultima
volta che si sarebbero visti, ne era consapevole. L’ultima occasione per
poterla aiutare, e poi lei avrebbe dovuto camminare con le proprie gambe per il
resto della sua vita.
Ripensò alla prima
volta che aveva visto quella ragazzina dall’aria selvatica e diffidente, a come
l’aveva prima ignorata, poi disprezzata per i problemi che avrebbe potuto
creargli il fatto che lei sapesse, e infine a come si erano avvicinati, come
l’aveva amata. Si dice che quando si è in procinto di morire, si riveda tutta
la propria vita in un lampo, e questo fu ciò che accadde ad Akkarin: rivisse
gli studi alla corporazione, il viaggio, la schiavitù, la fuga. E Sonea. Era
stata nella vita dell’uomo per quello che avrebbe potuto essere un battito di
ciglia, ma era stata essenziale come nessun altro.
E ora, sarebbe
morto per lei.
E per Kyralia. Per
la libertà.
In fondo ne sarebbe
valsa la pena.
Sentì
improvvisamente le forze venirgli meno, e vide i contorni di ciò che era
attorno a lui farsi meno nitidi. Ma Karico stava barcollando, gli Ichani erano
quasi sconfitti, così nonostante la vita lo stesse abbandonando, non poté che
sentirsi sollevato.
Sorrise, e il buio
lo avvolse totalmente.
“Addio, Sonea. Non dimenticare
che quello che hai imparato deve essere solo un’arma per la difesa di Kyralia…
e non cambiare mai” pensò.
Non riuscì a dirlo,
ma una parte di lui sapeva che non ce ne sarebbe stato bisogno. Che Sonea aveva
sempre fatto le scelte giuste, che avrebbe continuato a proteggere la
Corporazione e la propria città con tutte l forze che aveva in corpo. Sempre.